Cartiera, da sogno ad incubo: e ora la nuova luce

Via alla bonifica per l'area dell'ex Cartiera. Inaugurata nel 1908 fu così importante da dare il nome ad un'intera località. Sette anni dopo la perimetrazione inizia ora la caratterizzazione. E si inizia a pensare cosa farne dopo

Emiliano Papillo

Ipsa sua melior fama

La sua struttura industriale ha dato il nome all’omonimo quartiere nella parte bassa della città: la Cartiera di Ferentino ora si avvia verso la bonifica. Nel 2019 erano stati assegnati quasi 8 milioni di euro per la sua messa in sicurezza: li aveva messi il Ministero dell’Ambiente, ora la Regione Lazio ha affidato i lavori. Lo ha fatto tramite una gara europea.

In questi giorni sono partiti i sopralluoghi. Servono per la caratterizzazione dell’area. I tetti dei capannoni sono in Eternit e nel 2012 la copiosa nevicata ha provocato la rottura di parti della copertura. Rendendo ancora più urgente la bonifica.

Cartiera, una storia di inizio 900

(Foto © DepositPhotos.com)

Una storia ultra centenaria quella della Cartiera di Ferentino. La sua costruzione risale al 1908. Originariamente produce la carta paglia e diventa presto un’eccellenza in questo settore. Rimasta in funzione fino alla metà degli anni ’80 sotto la gestione della Cartindustria f.lli Doni, nel 1985 chiude i battenti a causa di una difficile situazione del mercato.

Nel 1996 lo stabilimento riapre con il nuovo nome di Cartiera di Ferentino srl. Gli impianti vengono e la produzione passa dalla carta paglia alla carta da imballaggio riciclata.

Ma non dura molto. Nel 2002-2003 la società viene messa in liquidazione e dopo un cambio di proprietà viene rinominata Cartindustria Ferentino srl. I nuovi proprietari il 1 ottobre 2005 fanno cessare ogni attività nella fabbrica lasciando 25 dipendenti senza stipendio: il motivo ufficiale di questa decisione è “per ristrutturazione” ma poco dopo l’azienda fallisce. Nel 2006 l’azienda viene rilanciata con il nome di Lanfri Paper srl ma nel 2009 viene colpita da una grave crisi e nell’aprile 2010 chiude definitivamente per fallimento lasciando a casa 35 dipendenti.

Nel 2010 è stata posto sotto sequestro dall’Autorità Giudiziaria e dissequestrata solo dieci anni dopo. La società proprietaria è in liquidazione mentre nel 2014 ne viene accertata la contaminazione dell’area.

Da sogno ad incubo

L’impianto industriale della cartiera è stato a lungo un volano economico per l’intera zona. L’impatto sull’economia di Ferentino è stato tale da cambiare anche la denominazione di tutta la zona intorno: da “Cameracanne la località viene identificata come “La Cartiera“. ma con il passare degli anni il sogno economico si trasforma in incubo.

Anni di degrado e di abbandono, coperture di eternit crollate e frantumate, tonnellate di rifiuti accumulati, bidoni di sostanze non meglio identificate abbandonate senza nessuna protezione, hanno trasformato quello che era stato un luogo di lavoro e di benessere economico in una bomba ecologica. Una bomba pronta ad esplodere e forse in parte già esplosa” spiega l’associazione Civis di Ferentino che da anni fa battaglie ambientali su tutto il territorio provinciale.

Nel 2015 in provincia di Frosinone arriva arriva il riconoscimento del Sin cioè la dichiarazione di Sito d’Interesse Nazionale per i livelli di inquinamento registrati. Riguarda la Valle del Sacco ma la cartiera è situata sull’Alabro che è un affluente del fiume Sacco quindi resta fuori dalla perimetrazione della zona da bonificare. È solo grazie alla caparbietà dell’associazione Civis che si riesce a far inserire l’impianto dell’ex cartiera.

La lunga attesa dei fatti

Nel marzo del 2019 viene firmato il Protocollo Valle del Sacco. Lo siglano il Ministero dell’Ambiente e la Regione Lazio: vengono stanziati i fondi per gli interventi urgenti. Tra questi c’è l’intervento nell’ex impianto delle cartiera di Ferentino.

Dopo sette anni dalla perimetrazione Sin e quattro anni dalla firma del protocollo Valle del Sacco i lavori di caratterizzazione della ex cartiera sono stati appaltati e i tecnici del Comune di Ferentino e della Regione Lazio assieme alla ditta appaltatrice hanno effettuato un primo sopralluogo sul sito.

Ora si pone una questione per il sindaco Piergianni Fiorletta e la sua amministrazione. Cioè immaginare la futura destinazione dell’area, una volta effettuata la bonifica. In teoria è area destinata ad uso industriale. Ma ci sono già diverse idee che vanno in direzioni diverse. Spetterà all’amministrazione decidere.