Il ’56 di Ferentino fu a febbraio di dodici anni fa

Nel febbraio 2012, Ferentino fu colpita da eccezionali nevicate, con 110 cm di neve che paralizzarono la città per giorni. La solidarietà cittadina permise di superare l'emergenza con l'ausilio dell'Esercito e motoslitte. I ricordi di quei giorni

Emiliano Papillo

Ipsa sua melior fama

Una cosa simile non accadde nemmeno nel 1956. E quello fu un evento straordinario: gelo e neve durarono in maniera ininterrotta dalla fine di gennaio a quasi tutto febbraio; gli anziani, nella loro semplicità, spiegavano ai bambini che che si era spostato l’asse della terra ed ora il Polo Nord passava in Italia. Naturalmente non era così.

Il 1956 di Ferentino c’è stato cinquantasei anni più tardi: la notte tra venerdì 3 e sabato 4 febbraio 2012 la città è finita letteralmente sotto la neve. Chi misurò l’altezza del manto presso le Antiche Fornaci Giorgi registrò un’altezza di 110 cm: nemmeno a Campo Staffi, forse dalle parti del Brennero. Nemmeno nel ’56 a Ferentino ci fu una nevicata simile.

Un evento raro. Perché tutta la neve si concentrò su una sola zona: nei paesi vicini i fiocchi raggiunsero pochi centimetri d’altezza.

Isolati in casa

Il centro storico di Ferentino sotto la neve il 4 febbraio 2012

Allora come oggi, alla guida del comune c’era il sindaco Piergianni Fiorletta. “Per una ventina di giorni la città rimase paralizzata. Ricordo intere zone che rimasero isolate quali Porciano ed altre di periferia“. Nelle campagne, come ad esempio a Roanzi Vallone ricordano mancò luce ed acqua per quasi una settimana. Le tubature si ghiacciarono e per fronteggiare l’emergenza chi poteva faceva uso di gruppi elettrogeni.

Ricordo – aggiunge il sindaco Fiorletta – che come amministrazione comunale chiedemmo l’aiuto dell’Esercito Italiano. Solo grazie ai soldati potemmo liberare le strade del centro storico dalla neve. Ci fu una solidarietà eccezionale tra i cittadini delle varie zone ma anche dei paesi limitrofi. La città era praticamente in ginocchio, ma tutti si rimboccarono le maniche e si misero a spalare. Chi praticamente e chi metaforicamente, mettendo a disposizione se stesso e le proprie capacità”.

I problemi maggiori erano per i collegamenti all’ospedale cittadino con le strade completamente ghiacciate e piene di neve. Le difficoltà degli anziani di uscire di casa. Fu però una grande occasione per dimostrare il carattere di questa città: ognuno fece ciò che poteva. Ad iniziare da noi amministratori per passare alle associazioni, alle Forze dell’Ordine ed alle varie Protezioni Civili“.

In giro sulla motoslitta

La motoslitta impiegata a Ferentino

Addirittura grazie alla collaborazione dei cittadini fu messa a disposizione una motoslitta. “L’uso della motoslitta sulle strade di Ferentino è stato un fatto unico nella storia della nostra città” ricorda Piergianni Fiorletta. “Permise di raggiungere le case più isolate e prestare aiuto a tante famiglie in difficoltà. Era usata dal corpo della polizia municipale. La utilizzammo anche per i malati in particolare per il trasporto di bombole di ossigeno, medicine”.

Tranne pochissimi casi, nessuno era in grado di circolare con l’auto. Chi aveva un mezzo 4×4 con le catene da neve lo mise a disposizione della città. Anche riuscire a fare rifornimento di carburante per alimentare i gruppi elettrogeni era una vera impresa. Una paralisi che venne superata in molti casi con l’impiego di un elicottero del Corpo Forestale dello Statograzie al quale – ricorda Fiorletta – riuscimmo a salvare vite umane, trasferendo pazienti gravi in tempi rapidi negli attrezzati ospedali romani. Momenti drammatici che per i più avanti con l’età riportavano alla mente la nevicata del 1956. Ma quei giorni di febbraio 2012 sono stati unici, è stata una esperienza unica e dura dove l’obiettivo primario era tenere in sicurezza la città”.

L’elicottero della Forestale

A distanza di dodici anni, Fiorletta ringrazia ancora tutti quelli che quel giorno si misero a disposizione. “Fu il punto forse massimo del vero senso di collaborazione in una comunità. Ora a distanza di anni la mente non può che tornare a quei giorni ed affiacciandoci dalla finestra del comune possiamo dire di essere stati fortunati“.