Il museo di Anagni come il “gatto di Schrödinger”: vivo e pure morto

È aperto. Ma in realtà risulta chiuso. Oppure il contrario. Il Museo Archeologico Ernico di Anagni rischia di essere come il “gatto di Schrödinger”

Paolo Carnevale

La stampa serve chi è governato, non chi governa

Il “gatto di Schrödinger” è un paradosso della fisica moderna. Un esperimento concettuale pensato per stabilire come, in determinate situazioni, una specifica realtà possa essere presente in due stati differenti. Il gatto in questione ad esempio, nell’esperimento citato, risulta essere contemporaneamente vivo e morto.

Un paradosso teorico, certamente. Che però ad Anagni è diventato realtà nel caso del Museo Archeologico Ernico. Aperto e visitabile dal maggio scorso, per i cittadini e per gli appassionati di arte e di antichità. Ma, nello stesso momento, almeno per i documenti ufficiali, formalmente chiuso.

Il comune e i 5mila euro alla Pro Loco

Una sala del museo

Il museo da anni è al centro delle polemiche e delle indagini satirico-giornalistiche. Come quelle fatte a suo tempo da Striscia la notizia per le ripetute inaugurazioni, a cui non ha mai fatto seguito un’apertura vera e propria. Il problema è che stavolta a dare conto di questa stranezza, cioè della singolare doppia dimensione della struttura culturale anagnina (contemporaneamente aperta e chiusa) è, paradossalmente, non qualche consigliere comunale d’opposizione, col dente avvelenato. E nemmeno un cittadino perplesso. Ma la stessa amministrazione comunale.

Lo fa con una determinazione, la n. 1247. Nella quale si stabilisce di dare alla Pro Loco cittadina 5.000 euro. Come contributo per il personale che nel periodo estivo e durante le festività di San Magno, ha tenuto aperto il museo. Nella stessa determina si scrive infatti che questo si è fatto (e si fa ancora), “nelle more della formale apertura” del museo stesso.

L’apertura “subordinata” e il mistero

Daniele Natalia

Apertura che deve essere subordinata all’approvazione del Regolamento per il funzionamento del Museo Civico, alla adozione della Carta dei servizi secondo le disposizioni della vigente normativa statale e regionale in materia di Istituto culturale”.

Dunque è l’amministrazione ad ammettere, se l’italiano ha un senso, che quel museo, almeno dal punto di vista formale, è chiuso. Il che riporta alla domanda di partenza: può un museo formalmente ancora chiuso essere aperto, sia pure in modo parziale e nei mesi estivi?

Per l’amministrazione comunale sì, se lo si fa per andare incontro alle “aspettative degli utenti la cui soddisfazione costituisce per il Museo un obiettivo primario”. Il sospetto però, visto che l’inaugurazione della struttura è stata fatta pochi giorni prima delle elezioni comunali, è che l’apertura sia stata soprattutto legata a motivi elettorali.

Una forzatura che ha finito per originare il paradosso di partenza.