Il pennacchio del Carabiniere

Quando i soldati italiani si presentarono in Somalia nel '92 dopo pochi giorni arrivarono degli anziani, in divisa ordinata ed implotonati. Erano gli 'Zaptieè', carabinieri ausiliari presentatisi a riprendere servizio. perché carabiniere lo resti per sempre

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Nel 1992 i soldati italiani tornarono a Mogadiscio, missione di pace: Restore Hope. Sbarcarono con la bandiera tricolore. A loro si presentarono degli anziani: in divisa, perfettamente schierati, con tanto di saluto. I soldati italiani mandati dall’Onu rimasero basiti: “Ma chi sono?

Chiamarono la base, per capire. Anche i comandi non sapevano. I vecchi si dichiararono: erano Zaptié, i somali inquadrati nei carabinieri al tempo delle colonie: siamo venuti a riprendere servizio“.  Carabinieri per sempre.

Basterebbe questo per capire cosa significa la divisa del carabiniere.

La divisa del carabiniere

L’ingresso delle bandiere alla Festa dei carabinieri a Frosinone

C’è un’infinità di storie dentro quella divisa. Secoli di eroismo spontaneo: si chiama senso del dovere. Come quello che oggi ha portato la medaglia di bronzo sul petto all’appuntato scelto Domenico Cardillo Piccolino, in servizio a Pico. Gli è stata conferita “Per essere entrato in uno stabile completamente avvolto dalle fiamme, salendo fino al quarto piano e riuscendo a portare in salvo tutti gli inquilini”. Lui commenta: “Ho solo fatto il mio dovere”.

Oppure il tenente Bruno Falena ed il brigadiere Marcello Mariorenzi che oggi hanno ricevuto un pezzo di carta con scritto Attestato di Pubblica Benemerenza. Perché di fronte ad un uomo finito in un pozzo profondo 12 metri nei campi di Ceprano non hanno aspettato che arrivassero da Frosinone i pompieri. Hanno preso una fune di nylon, intrecciato un’imbracatura “e lo salvavano issandolo con la sola forza delle braccia“.

Centinaia di storie, di eroismi silenziosi.

Gli occhi dei bambini

Foto © Stefano Strani

Ogni bimbo al mondo li riconosce e si nasconde dietro la manica della mamma, sbirciando con gli occhioni ai colori del pennacchio e delle armi. Ogni paura li riconosce: che corri da loro per chiedere aiuto ma non perdono. Perché sono capaci di aiuto ma il perdono non è previsto, non compete a loro.

Arrestarono Pinocchio e questo spiega la paura dei bimbi, aiutarono le persone e questo spiega l’invocarli dei grandi, non perdonano e questo spiega l’odio dei malfattori.

Usi andare per le vie del Regno due a due contro i malfattori“: questo l’ordine ed era ordine di Re, impartito a questi uomini. Era il 1814 e l’ordine sono le Regie Patenti firmate da Vittorio Emanuele I, Re di Sardegna. Da allora hanno fatto questo. E l’8 settembre quando il Re se la filò senza lasciare ordini, loro no. In suo nome restarono lì, a Porta San Paolo con i granatieri e nelle stazioni senza sapere se il costo sarebbe stato la vita. Perché non si posero la domanda “salviamoci” ma si dissero “usi andare per le vie del Regno contro i malfattori“, anche se quei malfattori parlavano tedesco. Restarono con le loro carabine contro le bombe, contro l’inverno.

Nei secoli fedele

Il ‘capitano’ Cristiano Congiu a Kabul

Strani uomini che restano fedeli al Re che era fuggito. Ma per loro il Re era la loro gente. Chiedete al carabiniere Alberto La Rocca di Sora: alla sua storia mancano solo i film che vennero fatti per Salvo D’Acquisto. Ma la vicenda è identica: in servizio a Fiesole, con altri due colleghi si presenta al comando nazista facendosi fucilare in cambio della vita di dieci civili innocenti.

O chiedete al colonnello Cristiano Congiu che a Pontecorvo tutti ricordano ancora come ‘il capitano‘: morto in un’imboscata nella valle del Panjshir in Afghanistan della quale si saprà mai nulla se non che la donna in sua compagnia, un ufficiale americano, si salvò ma solo grazie a lui ed al suo sacrificio.

Gente seria in un Paese di cialtroni, in una terra di buffoni sono seri, in un luogo di infedeli sono “nei secoli fedeli”. Gente del rigore quasi quacchero di Piemonte, uomini di valli, uomini che restano nella divisa sempre. Come quei Zaptié tornati a prendere servizio appena i carabinieri sono tornati. Perché Carabinieri si è per sempre.

E’ la loro festa, buon compleanno. I bimbi vi guardano.