Ingegneri e benedettini in maschera al governo di Cassino (Conte della Selvotta)

Domenico Malatesta

Conte della Selvotta

di Domenico Malatesta
Conte della Selvotta

 

 

Un’amministrazione in maschera. A rischio di sentirsi dire che sono buoni solo a far ridere. Ma a carnevale ogni follia vale. E Carlo Maria da Cassino, da buontempone, si è vestito da Orso sorprendendo tutti.

A fargli compagnia il “beato” Leone ed altri amministratori. Forse per smaltire le oltre cinque ore di consiglio comunale per la raffica di interrogazioni di Giuseppe Golini Petrarcone, Enzo Salera, Peppe Sebastianelli ed altri della minoranza. Così martedì sono finiti tutti a sfilare con le maschere di carnevale e  poi sul palco, davanti al Palazzo di Giustizia, in posa per il flash.   Infine in serata tutti  all’osteria del “Santo bevitore” per la sbornia di bollicine alla faccia degli sconfitti che si consolano con le interrogazioni e le non risposte dei vincitori.

Ma… giù la maschera. Al comune di Cassino, dopo il laborioso e faticoso rimpasto (benedetto dal capo)  che succede? Una squadra di ingegneri è al comando dell’Amministrazione. E con loro ora opera anche una congrega di “benedettini” nel pieno rispetto della Regola del Santo da Norcia,  “ora et labora”.  Nel consiglio comunale di lunedì sera ingegneri e benedettini  hanno fatto approvare all’aula, con voto unanime per tema di eventuali scomuniche, il Patto di gemellaggio fra Cassino, Norcia e Subiaco. Sotto lo sguardo rassicurante del Santo, patrono d’Europa, raffigurato nell’affresco  che sovrasta i banchi dell’assise. Ed anche di Papa Gregorio IX e di Federico II di Svevia che nella chiesa di san Germano il 23 luglio 1230 firmarono il famoso Trattato di pace.

Caso unico a Cassino. Carlo Maria D’Alessandro, sindaco, ingegnere civile, il presidente del consiglio comunale Dino Secondino, ingegnere meccanico, l’assessore Paola Verde, ingegnere elettrico, ed anche l’ex Tullio Di Zazzo ingegnere meccanico. E poi avvocati, medici e commercialisti. Una squadra simile, fatte le dovute proporzioni, non si trova nemmeno nella modernissima fabbrica di automobili di Fiat Chrysler di Cassino dove pochi ingegneri muovono circa seimila robot telecomandati per assemblare le auto del Biscione.

Il nostro lettore affezionato, ossia il primo cittadino (che rilegge i testi alla ricerca del particolare), forse ha voluto fortificarsi  per evitare ulteriori errori dopo le recenti e simpatiche “cantonate” (d’altronde come si matura l’esperienza? sbagliando!!).

Carlo Maria si è accorto che governare Cassino non è così semplice. Ne sanno qualcosa i sindaci arrivati dopo l’era gioiosa della DC. I problemi sono sempre gli stessi: il personale e le regole sindacali, il bilancio, l’indebitamento per opere, forniture, consulenze e cause,  la manutenzione…  Perciò  Tullio Di Zazzo,  Bruno Scittarelli e Giuseppe Golini Petrarcone sono assolti!  Carlo Maria e Leone sono già allo scontro con lo zoccolo duro del personale. E prima o poi dovranno arrendersi al “modello pensato” di cambiamento.  Perché i dipendenti continueranno a fare e a non fare, i debiti continueranno a lievitare (non per colpa di qualcuno) ma per i tecnicismi finanziari, i finanziamenti statali e regionali per i progetti (al di là degli annunci gloriosi) saranno sempre meno, ecc.

Ma  ad illuminare il primo cittadino, dopo l’invisibile commander in chief, al secolo Mario Abbruzzese, ci pensano i “benedettini”. Nell’ordine di comando, il presidente del consiglio comunale Dino Secondino, in odore di Comunione e Liberazione. E poi l’assessore Benedetto Leone, entrambi con esperienze abbaziali di “gran cerimonieri” dell’OSB (Ordo Sancti Benedicti). E  quindi esperti  di strategie monastiche applicabili nella guida amministrativa del municipio cassinate. Sono loro due le guide illuminanti di Carlo Maria D’Alessandro  che ora, saggiamente consigliato dal capo, ha inserito in squadra due valenti professionisti come i professori Ulderico Schimperna Paola Verde.

L’invisibile Mario Abbruzzese, però, guida tutti  sulla “retta via”. Lui giura che non c’entra niente con questa amministrazione e che tutto sta nelle mani di Carlo Maria. Baccagliava proprio per questo, l’altro giorno, con il compagno Massimiliano Mignanelli davanti al ristorante Oro Nero. Pare che il compagno Max stesse protestando per il nome del nuovo assessore – ingegnere nominato dal sindaco Carlo Maria D’Alessandro. Lui aveva sussurrato un altro nome. Ma Abbruzzese, come i bambini dopo che hanno fatto la marachella, giurava in tutti i modi di essere estraneo alle scelte amministrative del Comune.

Forse è così sul piuano delle scelte amministrative. Ma sulle linee politiche è il commander a guidare, tenere tutti in carreggiata. Anche se qualcuno “obtorto collo” vorrebbe sviare. Il capo (fate attenzione!!) osserva e valuta. E decide.

Il commander, però, non è invisibile all’antico cronista Domenico Tortolano. In attesa di essere tramutato in statua vivente e posto su un piedistallo all’ingresso del palazzo comunale, continua a passeggiare sui marmi del piccolo transatlantico comunale. Individua subito la stanza giusta dove il nostro lettore super affezionato (Mario Abbruzzese che giura di non leggere ma poi inoltra sempre via whattsapp le nostre corrispondenze) sta dettando l’agenda di lavoro.

Il capo staff  Gioacchino Ferdinandi  (beatificato della candidatura a sindaco di  Piedimonte San Germano contro l’inossidabile Ettore Urbano) ascolta incantato le parole del leader.  Lo scambio di informazioni, per il cronista, è, come sempre, esauriente ed illuminante.  E noi, abusivamente, attingiamo dal suo taccuino degli appunti che si ostina a lasciare senza protezione sul computer. Rsulta, quindi, che Mario  ha capito le difficoltà della squadra di governo . E da buon trainer distribuisce gli ordini di servizio. E avverte “Non fate cantonate e se le fate copritele  con le poche cose già fatte o da fare!”.

Insomma, l’ordine è: se ci sono problemi rimettetevi in maschera. Anche se carnevale è passato.

 

§

Leggi qui tutti gli articoli del Conte della Selvotta