“Acchiappa a’ Peppe”: il Don Chisciotte che ora non è più solo, e fa paura

Da semplice cittadino tra Salera e Buongiovanni lui avrebbe scelto... il mare, ma adesso lui è candidato, e vuole farcela ad ogni costo

Piero Cima-Sognai

Ne elegantia abutere

Tony Tammaro la canterà dal palco della festa patronale di San Vittore del Lazio, ma qui San Vittore ed il surreale parodista partenopeo che gorgheggia “Acchiappa a’ Peppe” c’entrano poco. Qui c’entrano Cassino e semmai Cervantes, quello di Don Chisciotte guerriero di battaglie impossibili.

E talmente impossibili da diventare ad un certo punto reali, e paradigmatiche della realtà. Come la realtà che per il voto amministrativo all’ombra dell’abazia ha messo un vincitore delle primarie dalla casella di “terzo incomodo light” a quella di competitor fatto e finito.

Non più e non solo outsider

Giorgio Di Folco e Giuseppe Sebastianelli

E pericoloso come solo una vecchia blusa da trincea come Giuseppe Sebastianelli sa essere. L’ex assessore non è più l’outsider idealista che ha vinto le primarie e si è patentato candidato sindaco con il più democratico dei setacci. No, Sebastianelli è “Protagonista” come la civica a prenome Cassino con cui sta correndo per Piazza De Gasperi. Con quella e con Rivoluzione x Cassino, la lista che fa capo al vulcanico videomaker Giorgio Di Folco.

Fuffa frondista? Neanche un po’, perché adesso con i due si sono schierate anche le compagini di Alternativa Popolare, degli animalisti di Amici a quattro zampe e di Azione. È un dato: il progetto di Sebastianelli è quello che in queste settimane ha attratto ed aggregato tutto quel mondo che altrimenti da solo avrebbe avuto difficilmente una possibilità di rappresentanza. Potevano scegliere di piazzarsi in un’altra coalizione portando in dote il loro valore aggiunto: i voti, in questa fase non si rifiutano; le evidenze dicono che hanno scelto di fare squadra con lui.

I rincalzi: società civile ed Azione

Il che significa che con Sebastianelli ci staranno non solo robuste fette di società civile cassinate, ma anche una sponda politica in purezza che annovera nomi di un certo calibro ed appeal.

In lizza per il voto di giugno ci sono le circa 18 squadre di Enzo Salera, Arturo Buongiovanni, Paola Polidoro, Maria Palumbo e, appunto, “Peppe” Sebastianelli, quello che adesso lo devi “acchiappare” perché può correre forte. Come e con quale mood ce lo ha spiegato lui stesso rispondendo a qualche domanda: comoda ma non troppo. Lo ha fatto nel suo stile: stringato, pungente e senza fronzoli. Da tipo che ama i fatti e ti ammazza sul nascere ogni tentativo di iperbole.

Lei si candida nel nome di una Terza via che per Cassino ritiene di non incarnare né gli errori di Enzo Salera né la “leggerezza” di Arturo Buongiovanni. Però di fatto le vie per Cassino sono cinque. Pensa ancora di poter essere determinante? E se sì, in chiave ballottaggio o già al primo turno?

“Il mio obiettivo era quello di arrivare ad una competizione elettorale libera, perché sono stato scelto dai cittadini di Cassino. Quindi saranno loro a decidere se sarò degno di vincere al primo turno o al ballottaggio”.

Questa sarà ricordata come la campagna elettorale del “Sebastianelli influencer”, nel senso che lei sembra aver padroneggiato bene lo strumento dei video-reel di “acchiappo”. Le è venuto naturale diventare lo sparring perfetto per Giorgio Pistoia?
Giuseppe Sebastianelli e Giorgio Di Folco

“Giorgio ha avuto il grande merito di avermi avvicinato al mondo dei social. Diciamo che mi ha aiutato a imparare in fretta. C’è tutto un mondo al quale la politica di oggi non parla perché non gli sa parlare. Significa, al tempo stesso, che non sa ascoltare le esigenze che vengono affidate a quei mondi. Saper parlare ed ascoltare i mondi social credo che sia fondamentale perché è lì che sta la pancia della gente, una volta stava sui treni, sugli autobus, cioè nei posti dove le persone si ritrovavano insieme e parlavano. A Giorgio ho chiesto di sintonizzarmi con quei mondi per capirli e parlargli“.

Tullio Di Zazzo, Antonello Antonellis ed Arduino Incagnoli. Come vi siete avvicinati e cosa vi ha avvicinati?
Tullio Di Zazzo

“Con Tullio Di Zazzo sono amico da tanti anni. Arduino Incagnoli è un ragazzo di Cassino che come me ama la politica e questa passione ci ha avvicinati. Al di là dell’amicizia personale credo che vada evidenziato l’aspetto politico. Perché è vero che il mio è un progetto essenzialmente civico ma altrettanto è vero che la politica rappresenta un elemento essenziale. E specifico: la buona politica, cioè quella che lavora per i territori. Chiuderci alla politica significherebbe respingere un canale di dialogo essenziale con le istituzioni e questo è stato un enorme limite per tante amministrazioni locali totalmente civiche. Al tempo stesso, avere avuto l’appoggio ufficiale di un Partito significa il riconoscimento del valore e dello spessore del nostro progetto civico”.

“Enzo o Arturo? Meglio il mare”

Se lei non si fosse candidato, da semplice cittadino chi avrebbe votato tra Salera e Buongiovanni?

“E’ per questo che mi sono candidato, per non mandare troppe persone al mare“.

Con gli Animalisti c’era sintonia concettuale prima della campagna elettorale oppure l’ingresso della loro lista nella sua piattaforma si può definire “di scopo”?

“Con gli animalisti c’è sempre stata sintonia. La loro partecipazione a sostegno della mia campagna elettorale mi rende quindi particolarmente orgoglioso. Io penso che ci sia tutto un mondo che fino ad oggi ha avuto poca attenzione ed è quello legato agli animale cosiddetti d’affezione. Pensate per un attimo alla rivoluzione che si sta realizzando nella Sanità dove si sta prevedendo la possibilità di consentire ai pazienti ricoverati di ricevere la visita dei loro cagnolini o gattini. È provato che sia utilissimo ed acceleri la guarigione. Abbiamo il dovere di riflettere su questa cosa. E pensare a quanto si può fare su questo fronte in città”.

Mi dica una cosa secca su cui lei ritiene di poter far meglio di Enzo Salera. Ed una che saprebbe far meglio di Buongiovanni.

“Guardi, voglio che sia chiara una cosa: in politica è il consenso che dà la forza di far di più e meglio“.

La vendita della farmacia comunale di San Bartolomeo la fa incazzare? O le fa politicamente gioco?
Giuseppe Sebastianelli

“La vendita della farmacia comunale crea il disagio ed una notevole preoccupazione ai cittadini del quartiere San Bartolomeo. A me interessa il benessere sociale del quartiere. Perciò la farmacia deve assolutamente restare comunale“.

Chiudiamo con un momento-verità: ritiene che le primarie le abbiano dato la coccarda di capopopolo o una patente di democrazia vera?

“Le primarie sono uno strumento di democrazia che garantisce ai cittadini di essere liberi nella selezione della classe politica. Quindi credo di essermi spiegato”.

Fin troppo bene, diremmo.