Luci e ombre per il comparto Chimico della Ciociaria

Istat nei giorni scorsi ha tracciato il quadro del settore export in Italia. Con previsioni negative per il Lazio ed uno dei comparti chiave per l'industria ciociara. Visione del tutto opposta dal sindacato Uiltec: "Il chimico Farmaceutico vivrà una nuova stagione su alti livelli”. Segnali di preoccupazione europei per Henkel di Ferentino

Emiliano Papillo

Ipsa sua melior fama

Gli ultimi dati Istat parlano di un forte rallentamento dell’export per le industrie del Lazio: in particolare per il settore Chimico – Farmaceutico dell’area Anagni – Ferentino – Frosinone. Sembra terminato il tempo del boom legato soprattutto ai vaccini anti Covid. Ma non la pensa così il segretario generale Uiltec di Frosinone, Mauro Piscitelli: anzi prevede una nuova crescita dell’export delle farmaceutiche ciociare. (Leggi qui: Istat, crollano i numeri del Farmaceutico nel Lazio).

La profezia di Piscitelli

Nel periodo del Covid le industrie farmaceutiche ciociare sono state brave a dare risposte immediate alle aspettative degli italiani. Questo ha permesso di accumulare competenze. E al pari delle nuove tecnologie che si stanno usando in provincia di Frosinone porteranno presto ad un nuovo boom” assicura Mauro Piscitelli.

Uno dei reparti dello stabilimento chimico farmaceutico Catalent di Anagni

Una convinzione che si basa su numeri certi. E precisi. Sono i numeri degli investimenti messi in campo da aziende come Catalent, Thermo Fisher, Sanofi per aggiornare i loro impianti. C’è un indizio ancora più importante: non stanno investendo solo le multinazionali ma anche le industrie di dimensione nazionale come Chemi e Biomedica. Elementi che portano il segretario generale Uiltec di Frosinone a prevedere che “A breve ci saranno importanti risposte in termine di occupazione con assunzioni e competenze”.

Ma Piscitelli si basa anche su un’evidenza: sta cambiando il modello della cura. Diventa sempre più personalizzato. In cosa si stanno specializzando le industrie farmaceutiche ciociare? “Sicuramente nella lotta ai tumori. Nelle cure a carattere neurologico e quelle AntiAge cioè contro l’invecchiamento Questi investimenti però a mio parere devono essere affiancati anche da risposte importanti dei Governi che debbono essere vicini a queste multinazionali incentivando un nuovo tipo di formazione“.

Su un limite indicato da Istat, Piscitelli condivide l’analisi: in provincia di Frosinone si impiega ancora troppo tempo per avere le autorizzazioni ambientali necessarie per ampliare o modificare la produzione industriale. “La tutela ambientale deve essere salvaguardata e deve esserci rispetto per l’ambiente ma i lavoratori non debbono e non possono pagare per controlli e blocchi produttivi legati a mesi di attesa per controlli ambientali. La Ciociaria dal 1950 ha una vocazione industriale e questo territorio non può fare a meno dell’industria“.

E quella di Caccianini

Lo stabilimento Henkel di Ferentino

Se il Segretario il segretario generale Uiltec di Frosinone prevede un nuovo boom per il Chimico farmaceutico, il suo livello provinciale teme l’implosione del settore Chimico della detergenza. A lanciare l’allarme è Giuseppe Caccianini della segreteria provinciale Uiltec di Frosinone.

Al centro delle preoccupazioni c’è la situazione della multinazionale Henkel. Dopo la chiusura dello stabilimento di Lomazzo in Lombardia, avvenuta circa due anni e mezzo fa si erano creati facili entusiasmi. Il sito di Ferentino ha assorbito una parte di quelle produzioni, ci sono stati investimenti ed una trentina di assunzioni. Il paradosso, spiega Giuseppe Caccianiniè che quelle assunzioni e quegli investimenti dovevano essere una soluzione per Ferentino. Scopriamo adesso che invece sono un pericolo, come hanno messo in luce le procedure di licenziamento aperte nelle ultime settimane per la riduzione di personale”. Riguarda 18 persone delle circa 170 presenti a Ferentino.

Il sito di Ferentino – evidenzia Caccianini – è l’ultimo stabilimento della detergenza in Italia per la Henkel ed è un peccato che la vertenza abbia preso la piega della crisi. Henkel sta avendo in Europa un mercato che isterico. Ad allarmarci però sono altri segnali: il continuo, lento ma costante abbandono dell’azienda da parte di figure anche importanti. Sono figure ad alta professionalità che si ricollocano facilmente. Vogliamo sperare che sia un fenomeno temporaneo e reversibile“.

Allarme europeo

La vera preoccupazione viene però dalla confronto all’interno del Comitato Aziendale Europeo. C’è stata una riunione nel corso della quale è emerso che se la crisi europea non rientra, una delle soluzioni allo studio sarebbe la razionalizzazione della rete di produzione. In che modo? Dismettendo due o tre impianti per scommettere su quelli più moderni e performanti.

Il 21 giugno ci sarà un nuovo confronto tra Henkel di Ferentino e sindacati. Si terrà in Unindustria. I sindacati chiedono il ritiro della procedura di licenziamento per 18 lavoratori e di “ragionare su eventuali percorsi con gli ammortizzatori sociali, anche alternativi tra loro“.

(Foto di copertina © DepositPhotos.com).