Il primo nemico è l’alleato più vicino

A margine del 25 aprile emerge ancora una volta la chiara volontà di non aggregare le forze di sinistra. Perché l'unità metterebbe in discussione ambizioni legittime. Ma individuali

Paolo Carnevale

La stampa serve chi è governato, non chi governa

Ah, la buona cara vecchia guerra interna! Quei bei nemici che militano nello stesso fronte al quale appartieni tu. Doppiamente pericolosi (oltre che fastidiosi); perchè se dai nemici ufficiali ti puoi difendere guardando dritto in avanti e replicando alle bordate (perché quelle te le aspetti), da quelli che stanno alle tue spalle (o al tuo fianco, dipende dai punti di vista) è più complicato proteggersi. E quindi l’attacco fa più rumore e danno.

Soprattutto danno. Perché se lo scopo ultimo delle manovre degli ultimi mesi è la ricerca dell’unità a sinistra, certi fendenti rendono quell’unità improbabile. Se non proprio una chimera.

Doppio 25 aprile

E dunque. Ad Anagni, come in ogni altra città d’Italia, ci sono stati i festeggiamenti del 25 aprile. Ma nella città dei papi sono stati celebrati due volte. Una dall’amministrazione comunale, con la classica deposizione di fiori davanti al monumento in Piazza Cavour ed il discorso del sindaco Daniele Natalia. Ed una dal mondo progressista, con una manifestazione sempre in Piazza Cavour, ma due ore dopo. Anche in questo caso, con deposizione di fiori e discorsi. Tutto bene? 

Fino ad un certo punto. Perché il giorno dopo il consigliere comunale di LiberAnagni Luca Santovincenzo (presente sia alla prima che alla seconda manifestazione) sente il bisogno di esprimere una riflessione sul senso della celebrazione. Una riflessione giusta e condivisibile, con tanto di citazione di Calamandrei.

Poi però la riflessione si  sposta sull’attualità politica.  E qui il tono diventa decisamente più  polemico. “Non ci prestiamo alla rivendicazione di pretese primogeniture sul tema (dell’antifascismo ndr) da parte di chi è rimasto alla finestra quando nella nostra città c’era la possibilità di cambiare, esortando  i cittadini ad astenersi dal voto, ossia, all’inosservanza di un dovere costituzionale“. Questo il testo.

La guerra interna

Francesco Sordo

Ora. Poiché alle ultime comunali l’unica forza politica che non ha partecipato alla competizione elettorale è stata Sinistra Italiana, logica vuole che il riferimento polemico sia stato fatto nei confronti del Partito che da qualche settimana vede Costantino Santovincenzo come Segretario locale.

Quel Costantino Santovincenzo che ha sempre detto di voler portare avanti un percorso di unità delle forze a sinistra. Politiche e civiche. Un percorso che vede anche il Pd. Che ha già visto delle riunioni svolgersi in merito; e che ha in programma un appuntamento comune (e pubblico) a metà maggio.

Dalle parti di Sinistra Italiana nessuno ha voluto (almeno per ora) commentare ufficialmente l’uscita del consigliere di opposizione. Ma l’imbarazzo è palpabile. E la domanda (che nessuno fa ufficialmente) è: ma perché, proprio mentre si cerca affannosamente un percorso comune, che possa garantire una possibilità di alternativa alle prossime comunali, si gettano i bastoni tra le ruote?

Costantino Santovincenzo

L’unica risposta possibile è una. Perché questo discorso parte dal presupposto di rimettere le forze politiche davanti a tutti a trainare l’opposizione al governo Natalia. E c’è chi (forse) questo progetto non lo tollera. Perchè (è sempre un’ipotesi) questo progetto inibisce le possibilità di una candidatura a sindaco alle prossime comunali.

Poi dici che Natalia sorride. Come dargli torto?