Non è la vendetta a dare Giustizia

In questi giorni ma nel 1943: sui monti di Coillelungo vengono massacrati 41 innocenti. Neonati compresi. Ma proprio quel sangue innocente ci insegna che non è la vendetta a dare giustizia

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

Rimetti la spada nel fodero, perché tutti quelli che mettono mano alla spada periranno di spada (Mt 26,52)

Mi è tornato in mente il versetto di Matteo qualche giorno fa, il 28 dicembre, Festa dei Santi Innocenti. E mi sono ricordato che  proprio nello stesso giorno, il 28 dicembre 1943,  80 anni fa, a Vallerotonda una pattuglia di militari tedeschi si trovò di fronte un gruppo di sfollati e li uccise tutti, in quella giornata  dedicata ai Santi Innocenti, i bambini di Betlemme sterminati da Erode per difendere il suo potere.

Addolorata, che aveva pochi mesi,  e gli altri 41 innocenti di Vallerotonda furono trucidati senza alcun motivo, se non quello della violenza senza ragione.

Una piazza per gli innocenti

Piazza Martiri di Vallerotonda a Frosinone

Molti parcheggiano nell’area del Matusa, a Frosinone: al Campo Sportivo, come si diceva una volta. Ignorando, di solito, che quella Piazza Martiri di Vallerotonda è intitolata alle vittime di quella strage  Furono uccisi in 42, si salvarono in quattro, soltanto perché coperti dai cadaveri degli altri: strage senza ragione. Come a Sant’Anna di Stazzema, strage per vendetta, per disperazione, per rabbia per i commilitoni caduti il giorno prima.  Senza alcuna provocazione, senza alcun coinvolgimento diretto degli uccisi, nulla…

Si erano rifugiati in una valle che credevano al sicuro dai combattimenti, che infuriavano al confine tra il Lazio, il Molise e la Campania. Addolorata Di Mascio era nata appena qualche settimana prima e le armi non ebbero rispetto neppure di lei. E oggi vediamo il ripetersi di scene come quella di Vallerotonda. Per questo, quei 42 innocenti sono “martiri” nel senso pieno della parola, come quelli di Betlemme di oltre 2000 anni fa e quelli di Israele e di Gaza di oggi o quelli delle città ucraine.

La guerra trasforma gli uomini, il male si impadronisce di ciascuno che dimentica di aver anch’egli bambini, mogli, genitori anziani: ecco la testimonianza del martirio di Addolorata e degli altri di Vallerotonda che vanno ricordati e portati come esempio di cosa significhino realmente le armi e la guerra.

Il male alla porta

Il luogo dell’eccidio

Il libro di Genesi, al capitolo 4 narra la storia esemplare dell’assassinio di Abele da parte del fratello Caino. Prima che quest’ultimo porti a termine il suo disegno scellerato, l’autore biblico fa dire a Dio: il male è accovacciato alla tua porta, ma tu dòminalo.

Alcuni degli apostoli  erano andati armati al Getsemani, intuendo quello che stava per accadere. All’arrivo delle guardie uno di loro  prova a resistere, sfodera la spada e colpisce uno dei servi del sommo sacerdote. “Rimetti la spada nel fodero, perché tutti quelli che mettono mano alla spada periranno di spada”, gli dice Gesù.  La violenza genera violenza.

I martiri di Vallerotonda ne sono la testimonianza più eloquente  Non è la vendetta che dà la giustizia, che dà la pace. La vendetta, la spada genera altra violenza, in una spirale senza fine, come abbiamo visto in queste settimane nella terra di Gesù. Bisogna invece  interrompere la spirale.

Facciamo anche noi un pellegrinaggio a Collelungo, impareremo a rispettarci di più. Siano questi gli auguri per il nuovo anno, senza vendetta, senza violenza. (Leggi qui la scheda sull’eccidio, curata da Tommaso Baris).