Regionali, i candidati modello Fofò

Le promesse durante la campagna elettorale. Il modello di Fofò e quel comizio nel quale il democristiano rubò tutti gli argomenti al comunista

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Sei bello Fofò, sì lo so“: è un adagio con cui giocavano nelle serate tra amici in cui si prendeva in giro la vanità che ciascuno di noi ha. Mai avrei pensato di ritrovarlo in politica: meno ancora che me lo sarei ritrovato sulla tastiera al momento di scrivere una nota politica.

Seguo queste Regionali per lavoro di raccontare. Alla mia età le passioni sono sopite o al massimo ricordi di quando aveva un’altra età. Ormai è come un film rivisto ogni volta ma con protagonisti diversi e simboli differenti. E nemmeno sempre. Stesso copione, protagonisti a rotazione: dipende dalla stagione.

La campagna elettorale dei Fofò

I tabelloni che ritornano ogni volta

Comunque la campagna elettorale si muove cosi: ciascuno dice di essere bello ma è vero fino a quando resta solo, se arriva un altro passa secondo. Ma l’altro non c’è: tanti Fofò che si illudono e che vorrebbero illudere. Nei manifesti faccioni che proimettono soluzioni, miracolose tipo gli sciroppi dei ciarlatani.

A Latina avremo tutto e di più che neanche dei bisogni avremo bisogno perché risolti.

I Fofò si piacciono, si compiacciono, monadi senza contraddittorio. Naturalmente gli incontri si fanno sempre in albergo, nei ristoranti, la piazza è bandita perché in piazza potrebbe passare l’avversario che dice: e no caro Fofò io so più bello, ma solo di un po’. 

L’insegnamento di Petrolini

Ettore Petrolini

Il più esilarante discorso al popolo, nella storia del teatro viene considerato il Nerone interpretato da Ettore Petrolini. Un passaggio in particolare è indicativo: “Sta bene, parlerò al popolo, ma non mi lasciate solo… Venitemi a tergo…  Ah, no… il popolo è ignorante… vo’ li quatrini… Ho trovato… il popolo è mio… Un nume mi ha dato un lume. Eureka! Eureka! E chi se ne … importa! L’ho in mano… Basta che lo fai divertì il popolo è tuo… . Domani …. Domani …. Domani …. Quanti ne abbiamo …. Domani ne abbiamo …. Saranno fatte grandi distribuzioni di vino, di olio, di pane e di sesterzi… Panem et circentibus…

Lo vedi all’urtimo com’è il popolo? Quando si abitua a dire che sei bravo, pure che nun fai gnente, sei sempre bravo!  (Ettore Petrolini, Nerone).

Così vanno le cose. Un tempo c’era la vanità ma anche la necessità di essere diversi… Mio padre mi raccontò il primo confronto politico a cui assistette: stessa piazza, stesso cassone di camion. I candidati si alternavano. Parlò prima il democristiano che promise: acqua in casa, fogne per tutti, luce come fosse giorno, strade senza ritorno e pioggia quando serviva e secca all’abbisogno

Toccò al comunista che aveva tutti gli argomenti “già presi”. Non era bello, ma astuto assai che disse: noi comunisti non promettiamo niente, ma quello che promettiamo manteniamo.

Gli venne facile rispettare quel programma. Va anche detta un’ultima cosa: ora che di tempo ne è passato c’è fogna, acquedotto e corrente, ma in fondo, come il comunista, manco il democristiano di sentiva bello.