Sanofi resta e investe in Ciociaria: sulle biotech

Sanofi decide di restare. E di investire sul territorio del Nord provincia di Frosinone. Puntando sulle medicine del futuro. I 50 anni sul territorio. Celebrati con il ministro Schillaci e l'assessore Angelilli

Paolo Carnevale

La stampa serve chi è governato, non chi governa

Diciotto mesi dopo la fuga della Catalent (era andata via ad aprile 2022) la Sanofi sceglie di restare. E anzi di raddoppiare. Non solo: di investire in un territorio come quello di Anagni e del nord Ciociaria che evidentemente può offrire ancora molto alle prospettive di sviluppo della zona. Sta tutto qui il senso dell’inaugurazione del nuovo reparto, avvenuta in mattinata nella filiale anagnina della multinazionale farmaceutica.

Un reparto costato 37 milioni di euro; soldi messi anche dalla Regione Lazio che era presente con la vice presidente Roberta Angelilli. E dal governo nazionale, presente con il ministro della salute Orazio Schillaci.

Un nuovo reparto

L’inaugurazione del reparto Liofilizzazione

Quei soldi sono serviti per realizzare un nuovo impianto per la liofilizzazione. Ovvero, per il procedimento che serve a togliere i liquidi dalle sostanze farmaceutiche. Un procedimento che, di fatto, serve a favorire la conservazione e la sterilità dei prodotti. Un modo per migliorare la produzione in sicurezza delle medicine.

E non si tratta (con tutto il rispetto) di aspirine o supposte. La Sanofi, da tempo, ha scelto di andare verso il biotech e le medicine di ultima generazione. Con ricerche come quelle che sono servite nei giorni della pandemia per realizzare un vaccino anti covid. Un vaccino che ha consentito, anche con l’impegno dei tecnici anagnini, di andare oltre una pandemia che sembrava irrimediabile. I farmaci biotecnologici oggi sono in prima linea contro tumori e malattie rare. Un nuovo corso reso possibile proprio grazie anche alla strada aperta dai vaccini contro il Covid, basati sugli anticorpi monoclonali.

Di tutto questo si è parlato durante l’inaugurazione. Che è stata inserita nella celebrazione dei 50 anni dello stabilimento ad Anagni. Una festa che ha visto, tra gli altri, il ministro della Salute Orazio Schillaci e il vice presidente della regione Lazio Roberta Angelilli. Il primo ha sottolineato come spendere “in ricerca sia il miglior investimento. Per rispondere ai cambiamenti intervenuti, essere al passo con le innovazioni ed affrontare le sfide che ci attendono, dobbiamo guardare con favore anche alla sinergia tra tutti gli attori coinvolti nell’ambito farmaceutico. La finalità è quella di condividere conoscenze, risorse e competenze per promuovere la scoperta e la disponibilità di nuovi farmaci che consentono di ridurre la mortalità, migliorare la qualità di vita delle persone e consentire significativi risparmi al Servizio Sanitario Nazionale”.

La seconda ha puntato soprattutto sulla necessità di fare rete e di potenziare quella di Anagni e le altre realtà farmaceutiche della provincia e della Regione Lazio. “La celebrazione dei 50 anni dello stabilimento Sanofi di Anagni rappresenta per il nostro territorio un traguardo importante. Il settore farmaceutico e biomedicale è un elemento chiave dell’ecosistema produttivo laziale: nel 2022 con 12,7 miliardi di export, il Lazio si è confermato prima regione nel Paese per valore delle esportazioni di prodotti farmaceutici. Come Regione Lazio intendiamo sostenere queste realtà e facilitarne la permanenza sul territorio attraverso il sostegno alle politiche di investimento e lo snellimento burocratico. Insieme possiamo affrontare le sfide e i processi di trasformazione che il futuro chiede; innovazione, ricerca e competitività saranno sempre i pilastri delle nostre politiche industriali.”

Eccellenza Sanofi

Del resto, che la Sanofi rappresenti un’eccellenza in questo senso è dimostrato, ha detto la vicepresidente della giunta regionale, dai 100 milioni di unità sterili realizzati nel periodo della pandemia dallo stabilimento anagnino. Numeri impressionanti; che hanno convinto la Regione ed il Governo ad un robusto sforzo finanziario per consentire un ampliamento della struttura. Che, a regime, consentirà anche un notevole incremento sul piano occupazionale.

Già adesso la Sanofi è una delle aziende più rilevanti della zona da questo punto di vista, con i suoi 400 dipendenti. Personale, tra l’altro, tutto di altissimo qualità: tecnici preparati e competenti, che sono il vero valore aggiunto di tutta l’azienda.

Per l’Europa è presente Salvatore di Meo, presidente della Commissione Affari Costituzionali al Parlamento europeo. Che ha rimarcato la necessità di una politica europea forte e competitiva anche sul piano dell’economia sanitaria. Ovviamente con il ruolo di primo piano delle aziende della regione e della provincia di Frosinone.

Aspettando il depuratore

Marcello Cattani, Ad Sanofi Italia (Foto: Marco Ponzianelli © Imagoeconomica)

All’evento c’era anche Miriam Diurni, presidente di Unindustria Frosinone. Una presenza che ha riportato inevitabilmente alle ultime novità in materia di depuratore consortile. Con l’annuncio, appena qualche settimana fa della Regione Lazio. Che ha assicurato in tempi rapidi la  messa in opera di uno strumento per la protezione dell’ambiente. Che la provincia di Frosinone, e non solo, attende da trent’anni. (Leggi qui: Se il depuratore avvicina Legambiente, industriali e sindaco).

Una concomitanza che per molti è un auspicio. L’auspicio che la provincia, dopo anni in cui il patto scellerato che ha portato a privilegiare lo sviluppo a discapito dell’ambiente, possa finalmente essere messo da parte. Per imboccare la strada di uno sviluppo sostenibile vicino alle esigenze di questa terra.