La vita regala rare occasioni in cui piangere di gioia. E le ricorderai tutte. Detta i tempi delle rivincite. Sceglie quando farti riscuotere i debiti con la sorte. È il tempo di un abbraccio. Ed è davvero Serie A.
Elisa Ferazzoli
In fondo, obbligarci alla vittoria – non importa con quale risultato – è il più grande regalo che la squadra di Stellone potesse farci. E ora non ci resta che vincere
Il paGGellone di Palermo-Frosinone 2-1. Al i là dei singoli, la prova corale è stata piena di impegno, cuore e coraggio
Palermo-Frosinone e quelle immagini che ora danno una consapevolezza in più. Sono le sequenze finali della gara contro il Cittadella. Cinica e concreta. Come i canarini ora hanno dimostrato di saper volare
È il tempo della concretezza. Il bel gioco può attendere. Conta solo la sostanza. Come quella fatta vedere al Tombolato. Perchè l’anima del Frosinone c’è e si vede. E ora allo Stirpe arriva il Cittadella. È tempo di replicare…
La Serie A non si vince grazie ad un pallone calciato in tribuna come ha fatto Gilardino. Non si vince perché Floriano ha fatto lo stesso. Si vince sfidando un avversario che non nutre pietà nei miei confronti. E battendolo.
Mancano novanta minuti alla fine di una stagione iniziata senza stadio, senza più il Matusa, con una nuova casa che ci ha messo poco a farsi sentire davvero casa. Mancano 90 minuti alla fine di una stagione in cui il conto dei rigori contro è il doppio di quelli a favore. Mancano novanta minuti. E c’è una sola certezza: ne è valsa la pena.
La storia di una squadra di calcio particolare. Messa su da cinque Centri di Accoglienza. Fatta solo da migranti. Troppi. E per questo sa che non potrà ottenere nessuna promozione. Ma è prima nel campionato di III Categoria. Perché la libertà è correre appresso ad un pallone
Frosinone – Carpi ed i suoi mille volti. È la vita che ti mette di fronte ad una seconda possibilità. È un venerdì sera di pioggia che poi diventa diluvio di emozioni. E Giua che fischia e ti lascia in mano una prova di forza e carattere. Frosinone – Carpi non è stata solo una gara.
Fino all’ultimo respiro. La vittoria del Frosinone a Brescia ed i mille inutili ‘se’. Una vittoria che vale applausi e rispetto. Vale l’urlo liberatorio di chi ha dato buca a braciolate e gite fuori porta. Perché scrive una lezione importante…
No, non è la serie A ciò che i tifosi chiedono. È altro. È quella tigna e quel sudore che ti portano a rinunciare ad ogni fine settimane. Per seguire undici uomini in gialloblù in giro per l’Italia. Ciò che chiedono è gente degna dei loro applausi. Non quelli visti sabato.
Come l’Italia nel 1982. C’è una differenza abissale tra provare a raggiungere una vittoria e credere fermamente di poterla conquistare. Il quarto posto, a cinque giornate dalla fine e a due punti dalla promozione diretta, non è di per sé un dramma. Perché inseguire non è fuggire
Nella serata in cui meno te lo aspetti torna la favola. Torna il Frosinone che conosci: non una squadra perfetta bensì una Squadra che non ha paura né di se stessa né dell’avversario, che se ne frega del palo preso a meno di 10’ dalla fine e continua a giocare come se il goal sia solo questione di tempo.
Tutto tace. Tace il Presidente. Tace la dirigenza. Tacciono i giocatori. Il silenzio non risparmia nessuno eccetto Longo, l’unico ad “abbracciare la croce” ed a farsi carico di rispondere. Ad una situazione che non ha risposta. Perché ora sarebbe energia sprecata. E che invece occorre. Per tentare fino alla fine di conservare il sogno.
Il Frosinone visto allo Stirpe contro il Venezia è fatto dagli stessi uomini della squadra sciatta, senza idee, praticamente mai pervenuta al Tardini. Si può decidere di trovare un capro espiatorio. Ci si potrebbe accordare per un concorso di colpe. Ma adesso è il momento di stringersi.
Aspettando Parma-Frosinone. Una settimana infinita e di paradossi. Nei quali aspettare un momento sta a significare averlo a lungo immaginato.
Effetto Matusa sul Frosinone tornato al goal ed alla vittoria. Si è rivista la squadra fatta di ‘tigna e sudore’ che dominava nel vecchio stadio. Per un attimo il cuore gialloblù si è sentito come un tempo: a casa.
La contestazione dei tifosi dopo Ternana-Frosinone? Lecita. ma controproducente. Perché c’è un’enorme differenza fra avere delle aspettative e avanzare delle pretese. E perché in Serie B si scende in campo per giocarsi la promozione, partita dopo partita.
Basta con i fantasmi! Mister Longo mette il dito nella vera debolezza di questo Frosinone. E tenta di esorcizzarla. Una volta per tutte. Rivendicando per sé e per i suoi ragazzi la fiducia che merita perché come ha sottolineato ieri in conferenza stampa “dietro ai giocatori ci sono degli uomini” e quegli uomini devono sentirsi liberi di poter sbagliare
Il Frosinone senza coltello tra i denti visto a Palermo alle prese con la profezia del campionato 2016/2017. Che sembra non essere mai andata via. Delusioni e fantasmi compresi.