Storia di un calcio d’altri tempi. Di una maglia indossata per tutta la vita. E che ora a gennaio potrebbe cambiare. Perché il calcio è così. Il pallone rotola. E Mirko Gori attende di sapere.
Elisa Ferazzoli
Anteporre la frenesia di una vittoria immediata ad un traguardo di lunga percorrenza. Rischiando anche di vincerla. Sta tutta qui la gara del Frosinone a Parma. Anzi no: sta nella conferma che anche le riserve sono in grado di offrire delle valide alternative a Nesta
Il Frosinone è bastato a se stesso. Il rientro di Ariaudo e Paganini, la bravura del tre volte assistman Rohden, il cinismo di Beghetto e l’impassibilità di Dionisi che esulta azzittendo col dito quella parte della Est sempre pronta ad “omaggiarlo” di fischi. La svolta sarà farsi trovare in tanti sugli spalti di Castellammare
Quella di La Spezia non assomiglia neanche lontanamente alle tre sconfitte già subite fuori casa. Può diventare emblematica. Il tallone d’Achille non sta nella personalità e nell’impegno. Non è mancata la costruzione di gioco ma “siamo stati poco incisivi negli ultimi metri, dove si fanno le partite e i punti”
Non si vedeva da anni un Frosinone come quello sceso in campo contro il Chievo. È la dimostrazione che aveva ragione, ancora una volta, il presidente Stirpe: non c’era bisogno di uomini nuovi ma di una guida tecnica in grado di motivare. E creare il senso di squadra.
Una giornata dedicata al sacrificio dei Caduti in Guerra. C’è stato un tempo in cui tutta l’Italia ha fatto a gara per avere il più bel monumento con cui commemorarli. Oggi in molti ignorano pure il motivo per cui è lì
Nonostante la vittoria rotonda, la partita giocata con convinzione, c’è chi fatica a godersi il risultato del Frosinone. La perplessità per Novakovich non ancora inserito nei meccanismi. E che ora Nesta cercherà di affiatare
Non è stata solo una partita di ex. Cremonese – Frosinone è stato un match che ha messo in luce evidenti progressi. L’identità sta venendo fuori. A piccoli passi.
Il ruggito delle Leonesse: il Frosinone Calcio al femminile. Quattro goal alle pontine del Latina Isonzo. Funziona che vai a dare un’occhiata e poi non vedi l’ora di tornare.
Un campione si riconosce dal coraggio. Anche quello di calciare un rigore in un giorno molto particolare. Lo stadio sarebbe un luogo migliore se invece di giudicare dai numeri sulle magliette pensasse alle storie degli uomini che le indossano