Messier, gentiluomo d’altri tempi, in Panda e con la passione per le rose da regalare alle donne. Ma nel cuore ne aveva una sola.
Fausta Dumano
Dal gomitolo di lana ai jeans della marca introvabile, fino – soprattutto – ai biglietti della Lotteria. La signora Fortuna e la sua attività sulla via del Ponte
Portò Marco Pannella, i diritti civili, il divorzio… nel dibattito dei giovani di Arpino. Oggi Lucio Marziale è politico, avvocato, assessore. Ma sempre controcorrente
Destinato alla monotona vita del bancario, decide di abbandonarla per mettere su i locali che in quegli anni diventarono subito di tendenza. Paolo Abbate detto ‘volpino’, con il Leon d’Oro, il Prezzemolo e l’arte di vivere felici
Roberto Nitiffi viaggiava sempre con un notes a portata di mano. Per scrivere i suoi versi, le sue ispirazioni. L’amore aveva cancellato d’un tratto la sua giovanile malinconia. Ma non l’ispirazione poetica. Oggi vive nei suoi versi
Paolo Scappaticci e la parabola di una generazione. Con i suoi modi di essere. Come la borsa di Tolfa, ripresa poi a metà degli anni Ottanta. Oggi Paolo è in Sud America. Ma il cuore è sempre ad Arpino.
Giovanna la rossa, con il suo bar a due passi dalla sezione del Pci. Postina degli amori nascosti dei convittori. Dove un bicchiere di birra non Si negava a nessuno
Storia di un sindaco ‘archeologo’. Democristiano in un epoca in cui Andreotti ad Arpino battezzava bambini e faceva da testimone di nozze. Ma la Cultura è una strada, capace di unire le opinioni più diverse. Come faceva Elio Rovadi. Un esempio che oggi sembriamo avere dimenticato.
C’era un tempo in cui i postini consegnavano a mano la corrispondenza. E nelle lettere viaggiavano non soltanto le parole, ma soprattutto le emozioni. Le donne aspettavano la lettera dal marito emigrato… Augusta leggeva la corrispondenza a chi non sapeva leggere…
La letteratura ci ha consegnato l’immagine dei fratelli Bragaglia come artisti di regime e del regime. Invece i documenti scoperti in questi giorni raccontano anche un’altra storia. E ora si scopre che nl loro teatro c’era anche una staffetta partigiana
La storia della ragazza che partì da Arpino con il fidanzato ed un chicco di grano. Fu lei a convincere il ragazzo ad andare a Roma per fare i commercianti. La storia del Pastificio Pantanella e di una fiaba raccontata davanti al focolare
Altri frammenti sulla storia dimenticata dei Bragaglia: artisti che diedero tanto in varie discipline. Fu la mamma ad avviarli verso l’arte. Era l’ultima eredei del ramo romano dei Visconti. Il marito era pro sindaco di Frosinone. E fu famoso per la ‘paracucca’
La vita di Luigino, piccolo genio della Geografia diventato un personaggio da film western una volta cresciuto. Le mille avventure, tantissime solo leggende. Il finale tragico per quello che era stato, dopotutto, un fratello ‘con la capa pazza’
I Bragaglia che non ti immagini. Anton Giulio è sempre stato dipinto come “l’artista del Fascismo”. Pochissimi sanno che invece il Teatro degli Indipendenti venne chiuso dal regime. Che lo riteneva un covo di spie. Le rivelazioni nella documentazione dell’archivio Alberto Spadolini.
Pagine di letteratura dimenticate: sono quelle scritte da Alberto Moravia durante il periodo del suo rifugio sui monti della Ciociaria per fuggire alla deportazione. Pubblicati sul Corriere di Informazione nel ’46, sono entrati nell’antologia Racconti Dispersi. ma sono completamente sconosciuti ai più.
Egidio Pesce ed il suo modo di vivere nell’eco della dolce vita. La macchina che faceva tendenza, la corsa a Roma solo per prendere un caffè da Rosati, l’amore olandese… Ed il bisogno di tornare sempre ad Arpino
Altre pagine di storia dimenticata. E spesso sconosciuta. Passano per la provincia di Frosinone. Furono i fratelli Bragaglia (fascisti) a nascondere Alberto Moravia ed Elsa Morante (ebrei) in fuga. E nascondere il libro che la Morante stava scrivendo. Permettendole poi di vincere il premio Viareggio
Elsa Morante, in fuga con Moravia durante a Seconda Guerra Mondiale, compose in Ciociaria alcune delle pagine più importanti della Letteratura del Novecento. La storia di quelle pagine.
Iole la bidella: il ricordo di una scuola e di un mondo che ormai non esistono più. Fatto di rispetto ma anche di comprensione. Iole era la figura che incarnava quella sintesi.
Il tempo ci modella. Non ci trasforma. Accade anche per ‘la liceale che ha fermato il tempo’ con i suoi Racconti in Bianco e Nero.