Il marmo della discordia, «Strategia del Pd locale»

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da IL MESSAGGERO ED FROSINONE
Marmo della discordia o piazzetta della discordia? La polemica sull’utilizzo del marmo di Trani per completare il largo antistante la chiesa della Sacra Famiglia, rischia di accendere, con un po’ d’anticipo, la campagna elettorale per le «comunali» della prossima primavera a Frosinone.

La scintilla è l’utilizzo del marmo (di Trani) che l’amministrazione comunale di Frosinone sta utilizzando per completare la pavimentazione davanti alla Chiesa della Sacra Famiglia. Scelta che ha mandato su tutte le furie la sezione Pd di Coreno (il cui segretario è molto vicino al segretario Provinciale del Pd, Costanzo) che ha stigmatizzato la decisione del Comune capoluogo di aver scelto il marmo di Trani e non quello di Coreno.

«Riteniamo molto grave – scrive il Pd di Coreno – che il Sindaco di Frosinone si giustifichi sul mancato impiego del Perlato Royal Coreno asserendo che non si possono effettuare acquisti diretti ma è necessario sempre passare per gare pubbliche ove vengono valutate le offerte migliori, perché nel caso in esame la fornitura della pavimentazione e posa in opera è stata affidata in via diretta dal Comune di Frosinone e nessuna gara pubblica è stata espletata!».

E in verità la fornitura del materiale per la pavimentazione è stata decisa dal dirigente, Antonio Loreto, con sua determina datata 23 aprile 2016. «Certo – spiega il sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani – è ben noto come, per forniture sotto i 40 mila euro (Iva esclusa), come in questo caso, il dirigente dell’Ufficio provvede ad una verifica informale di mercato chiamando un congruo numero di ditte della provincia prima di aggiudicarla al miglior offerente». Ed in effetti l’avv. Loreto ha provveduto ad interpellare varie imprese chiedendo sia la fornitura, che la messa in opera. La scelta è quindi ricaduta sulla ditta «Artemarmi» di Alatri che ha offerto le lastre di Trani (spessore 3 centimetri, bocciardato) ad un prezzo di 54 euro al metro quadro.

«Un prezzo molto buono per il Comune – confermano ditte del settore interpellate dal Messaggero – considerando che, per tale materiale, si possono spendere anche 58-60 euro a metro quadrato».

E tra le ditte interpellate nella verifica di mercato, sono state sentite anche ditte della Bassa Ciociaria, Coreno compreso (che hanno richiesto somme ben più alte).

«Per il resto – prosegue Ottaviani – ricordo che il sindaco non può decidere alcuna fornitura, essendo necessario, a monte, esperire gare di appalto in cui vince sempre l’offerta più concorrenziale. E per i lavori relativi allo Scalo, trattandosi di interventi superiori al milione di euro, la strada che si segue, appunto, è la gara aperta a tutti. Ribadisco, comunque, che gli operatori delle cave di Coreno non solo sono stati da me ricevuti in merito ad alcune specifiche proposte di collaborazione per il futuro, ma sono stati anche invitati a presentare offerte per quella che sarà la sistemazione dell’arredo urbano all’interno del nuovo Parco verde del Matusa, ove potrebbero essere collocate le loro creazioni monoblocco e artistiche (panchine, fontane…)».

Infine la scoccata finale. «La ricca documentazione in possesso dal Pd di Coreno su questi lavori, mi fa credere – prosegue Ottaviani – che in realtà dietro il Pd di Coreno si nasconda quello di Frosinone che ha imboccato l’Autostrada per marciare verso il capoluogo. Non potendo infatti esporsi in prima persona contro un’opera di vitale importanza per la città (sarebbe un suicidio gettare fango su un’opera attesa da decenni nel capoluogo!) ha preferito far ricorso alle truppe cammellate di Coreno».

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