I sindaci bocciano la fusione tra Acea Ato 2 (provincia di Roma) e Acea ATO 5 (provincia di Frosinone)? E Acea se la fa lo stesso. In barba a tutti. E senza che nessuno possa obiettare nulla.
L’assemblea dei soci di Acea Ato 5 nelle ore scorse ha nominato l’ingegnere Paolo Saccani ‘presidente esecutivo’: in pratica somma i poteri di amministratore delegato della società (che già aveva) e quelli di presidente (detenuti prima dal potentissimo ‘ministro degli estreri’ della multiutility romana, Ranieri Mamalchi) che gestisce il servizio idrico in provincia di Frosinone.
Cambia dunque l’assetto dirigenziale della società: non più due distinte figure con deleghe separate – Presidente e AD – ma una sola figura di Presidente esecutivo a cui il Consiglio di Amministrazione di Acea Ato 5.
Da oggi l’ingegner Saccani (uno dei massimi o esperti in Italia nella gestione delle risorse idriche) ha tutti i poteri per la conduzione della società.
Oltre alla gestione operativa, dunque, Saccani si occuperà anche dei rapporti con il territorio e della comunicazione.
Allo stesso tempo, l’ingegnere presiede Acea Ato 2. In pratica: due società, un solo presidente.
In barba a chi ha detto no alla fusione.
Il primo messaggio del nuovo potentissimo ‘signore delle acque’ in provincia di Frosinone è stato un ramoscello d’olivo ai sindaci: «Ribadisco, anche in virtù delle nuove deleghe che mi sono state assegnate, la volontà di Acea Ato 5 di riaprire un dialogo con le istituzioni locali, in particolar modo con il presidente dell’Autorità d’Ambito Antonio Pompeo, che era stato il primo a tendere la mano in questa direzione».