Candidati, veleni, sorprese, sempre pronti ad un giro di valzer

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Avversari che diventano alleati
CORRADO TRENTO per CIOCIARIA EDITORIALE OGGI

Avversari che diventano alleati con una facilità sorprendente. Succede a Sora, per esempio. Dove Enzo Di Stefano sosterrà Ernesto Tersigni dopo una contrapposizione durissima durata anni. Ma nessuno si meraviglia e forse il segno dei tempi è proprio questo. La soglia di meraviglia del popolo sovrano si è innalzata in progressione geometrica. A Supino il sindaco uscente Alessandro Foglietta è l’alleato di ferro di Antonio Torriero, che torna a concorrere per la fascia tricolore. Foglietta è stato segretario provinciale di Alleanza Nazione e adesso fa parte di Fratelli d’Italia. Antonio Torriero proviene dalla galassia socialdemocratica prima e socialista dopo. Uomo di punta di Gianfranco Schietroma per anni. Torriero e Foglietta si sono divisi su tutto e la loro rivalità ha contraddistinto la politica di Supino. Ora sono dalla stessa parte. E anche in questo caso nessuno si meraviglia. Fra l’altro, sempre a Supino tra i candidati a Foglietta sostiene Torriero Di Stefano sta con Tersigni Fardelli vira su Petrarcone sindaco c’è Alberto Volponi, deputato della Democrazia Cristiana quando correva l’anno 1987. A Cassino Marino Fardelli ha ritirato la propria candidatura convergendo su Giuseppe Golini Petrarcone, dopo che per mesi i due hanno richiamato alla mente quotidianamente i famosi secoli del Manzoni, l’uno contro l’altro armati. Pure in tal caso nessuno si meraviglia. Dicono che i partiti non esistono più, ma è proprio così? Non hanno più gli stessi voti di una volta, ma qualcuno si pone la domanda che magari questo succede proprio perché non si capisce più quali sono i confini e i valori identitari? In molti casi le liste civiche servono proprio a tenere insieme gli opposti. Ma poi dovranno reggere alla prova del governo, che non è una passeggiata. Infine, per i piccoli Comuni, quelli con meno di tremila abitanti, c’è la possibilità del terzo mandato per i sindaci.

 

Un esercito di concorrenti con un occhio al ballottaggio
MASSIMILIANO PISTILLI per CIOCIARIA EDITORIALE OGGI

I numeri di questa tornata elettorale sono imponenti: sei candidati a sindaco, 23 liste per 361 candidati consiglieri comunali. Gli elettori chiamati a votare sono 23.455 (11.479 i maschi e 11.976 le femmine), di cui 622 sono cittadini stranieri di stati membri Ue (il 97,7% è di nazionalità rumena). Tanto è vero che i candidati proprio della Romania sono presenti in tutte le coalizioni e liste. Un voto che fa gola a tutti. Adesso ci siamo, parte finalmente la campagna elettorale, che dopo settimane soporifere si spera si possa incendiare, anche perché i temi non mancano. Ovviamente è facile immaginare che questo primo turno sarà soltanto il primo round, il ballottaggio è di fatto scontato viste le forze e coalizioni in campo. Ecco perché forse al di là di coalizioni completamente opposte nella proposta, difficilmente avremo un “tutti contro tutti”. Un occhio e attenzione per il secondo turno è bene averlo anche in vista di possibili accordi. Ognuno quindi tirerà “acqua al proprio mulino” in attesa di quello che la città nelle urne deciderà. Poi dopo lo spoglio assisteremo ad una drastica sforbiciata. Ne resteranno due di candidati a sindaco, ed anche centinaia di concorrenti al consiglio conteranno i loro voti. Chi tanti, chi pochi e chi niente.

 

Il valzer delle alleanze tra scontri e vecchi amori
CIRO ALTOBELLI per CIOCIARIA EDITORIALE OGGI

Il ritorno di fiamma. È inutile girarci intorno, nel vortice impazzito di riunioni più o meno segrete, vertici a due, alleanze fatte e disfatte nel giro di pochi minuti, ripescaggi (di personaggi improbabili) e retrocessioni (di personaggi una volta anche eccellenti), degli accordi improvvisati, delle corse in solitario e delle bandiere al vento, l’evento più eclatante è senza dubbio quello che ha visto tornare “Insieme per Sora”, i due protagonisti indiscussi della politica locale, Ernesto Tersigni e Enzo Di Stefano. Si, proprio i due avversari nel ballottaggio di cinque anni fa. Quando volarono accuse di ogni tipo. Una dura contrapposizione poi durata fino a due mesi fa. Ma improvvisamente tutto è cambiato. Un caffè preso in terrazza, un panoramica sullo stato delle cose e sugli avversari, una rapida intesa sul futuro di ognuno e sulle cose da fare, E così si arriva all’alleanza riscoperta. Già, perché fu proprio Enzo Di Stefano nel 2001 a chiamare il gruppo Ganino-Tersigni all’impegno politico in occasione della sua sostituzione al vertice del comune, resa obbligatoria dall’elezione al consiglio regionale del Lazio. Dopo un po’, causa divergenze nell’amministrazione, le strade si separarono e oggi si rincontrano. Insomma il classico ritorno di fiamma, con gli avversari a sperare che qualcuno si bruci.

 

Esercito schierato tra veleni e sorprese I numeri
ALBERTO SIMONE per CIOCIARIA EDIOTRIALE OGGI

Ideologie, queste sconosciute. La campagna elettorale nella città martire ha ufficialmente preso il via, e con essa la morte dei valori che dal dopoguerra ad oggi hanno contraddistinto il centrodestra e il centrosinistra. Così come nel 2011 sono sei i candidati che si contenderanno la fascia, e ben 29 le liste: c’è il sindaco Giuseppe Golini Petrarcone, che raddoppia le quattro liste di cinque anni fa e oggi è quello che vanta il maggior numero di candidati con otto liste a sostegno.

L’altro candidato del centrosinistra, Francesco Mosillo, può invece contare su sette liste. Sia Mosillo che Petrarcone, però pur essendo entrambi di centrosinistra – il primo ex Idv, il secondo tesserato Pd – hanno al loro interno pezzi importanti del centrodestra. Con il sindaco si è schierato Gabriele Picano e, all’ultimo minuto, anche Niki Dragonetti che, nonostante il fascio littorio tatuato sul braccio, ha firmato la carta dei valori e si è dichiarato antifascista. Per un posto al sole, o almeno, per la speranza di averlo, si rinnegano anche i mostri sacri della storia, con buona pace di Mussolini e dei missini doc.

Sul versante del centrodestra il leader Mario Abbruzzese, memore, probabilmente, della sonora sconfitta subita 5 anni fa, ha scelto uno stile più sobrio. A sostegno di D’Alessandro ci sono difatti “solo” sette liste (quattro di partito e tre civiche). Benedetto Leone, per cinque anni unico vero oppositore della maggioranza ha obbedito ai dettami giunti dall’alto e ha fatto un passo indietro. Non è candidato nella lista che porta il suo nome sul logo, sarà però il coordinatore della campagna elettorale e braccio destro di D’Alessandro che ha inaugurato i comizi su un umile camioncino. Così il centrodestra, prova a riprendersi il Comune e si annuncia una sfida all’ultimo voto con Petrarcone e Mosillo per andare al ballottaggio del 19 giugno.

Torna poi sulla scena l’ex sindaco Tullio Di Zazzo con cinque liste, tutte di matrice civica – con supporter che spaziano dagli ex missni agli ex comunisti come Fausto Pellecchia – e che con molta probabilità saranno determinanti al ballottaggio. Ma l’ex primo cittadino non crede ai sondaggi e spiega che tutti e sei i candidati a sindaco partono dallo stesso punto. Di Zazzo sembra essere il candidato più pragmatico. E sogna di tornare al palazzo sconfiggendo Petrarcone così come avvenne nel 1997. La storia, a volte, si ripete: Di Zazzo ci crede.

Fuori dalle coalizioni ci sono poi Giuseppe Marrocco e Vincenzo Durante che corrono con una sola lista, senza “apparentamenti”. Con il dottor Marrocco fa il suo debutto sulla scena cittadina il Movimento Cinque Stelle. Il meetup lavora da anni a questo obiettivo: prima di scegliere i candidati ha elaborato un programma e ha le idee ben chiare su cosa fare. E soprattutto, su cosa non fare: ad esempio la funivia. Dulcis in fundo il consigliere comunale Vincenzo Durante: in un panorama con coalizioni civiche, e poco marcate politicamente, intende dare voce alla vera sinistra. Ai disoccupati, ai precari e ai senzatetto. E Alessio Carlino? Nella notte ci ha ripensato. E non ha presentato la sua lista. La partita è appena cominciata: l’esercito dei 687 candidati è pronto a darsi battaglia.

 

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