Petrarcone, il sindaco che osò troppo e perse

Domenico Malatesta

Conte della Selvotta

Domenico Malatesta

 

di Domenico Malatesta
Conte della Selvotta

 

Per due assessori (marchio Pd) non nominati per ben quattro volte in due anni, nonostante gli accorati appelli del Partito, Giuseppe Golini Petrarcone, con la complicità della sua truppa, ha perso, maldestramente, il governo comunale di Cassino. Ed ora lui e i suoi si leccano le profonde ferite e sperano nel ripescaggio del Tar. Vittoria e sconfitta si sono intrecciate nel giro di un anno in un intrigo di promesse non mantenute, di tradimenti e di trattative portate avanti, a seconda dei casi, senza coraggio da Francesco Scalia, Francesco De Angelis, Mauro Buschini e Simone Costanzo con i vari esponenti locali di Cassino del Pd e del centrosinistra.

Oggi è possibile ricostruire le fasi salienti della tragicomica vicenda arricchita dai segreti di Pulcinella ma con forti richiami a storie di spionaggio politico. Perché “agenti segreti” avrebbero agito all’interno e fuori del circolo locale. Non lontano dall’intrigo spionistico della Seconda Guerra Mondiale raccontato nel libro “Dove osano le aquile” dello scrittore inglese Alistair McLean. Qui generali inglesi, americani e tedeschi e spie e controspie osarono troppo e furono scoperti. E finirono male.

A novembre 2015 Francesco De Angelis propone al segretario del circolo cassinate Stefano Mosillo d’incontrare Giuseppe Golini Petrarcone nella sua clinica per una proposta politica in vista della campagna elettorale del 2016. All’incontro oltre a De Angelis e Mosillo ci sono Simone Costanzo (segretario provinciale del Partito Democratico) ed Ernesto Polselli (vice segretario del Circolo di Cassino del Pd). Aspettano il sindaco che arriva in ritardo, come al solito per impegni istituzionali. La proposta di Angelis a Petrarcone: “Fai il rimpasto subito, metti dentro alla giunta Ernesto Polselli e Tommaso Marrocco (ex consigliere comunale e dipendente del Consorzio di Bonifica). Togli dalla giunta chi ti pare. Anzi libera tre posti. Perché ci sono anche le aspirazioni di due donne, Sarah Grieco e Barbara Di Rollo”.

Petrarcone mastica amaro perché sa che la sua banda dirà un No secco. E dopo una settimana arriva la non risposta. Passa un mese e De Angelis torna a sollecitare il sindaco. Siamo a gennaio e il rimpasto annunciato sui giornali non si fa. E allora scatta la provocazione delle primarie. Sono pronti a parteciparvi Alessandro D’Ambrosio (consigliere provinciale) e la Grieco ma non Petrarcone. De Angelis perde le staffe e trova l’alternativa con la complicità di Stefano Mosillo (Segretario del Circolo Pd di Cassino e papà di Francesco) al quale – secondo una versione accreditata da molte fonti interne – propone: “Dimettiti da segretario e lanciamo tuo figlio, Francesco, fresco vice presidente Cosilam.”

Detto fatto. Ne approfitta allora una volpe come Bruno Scittarelli che nel Cda del Cosilam sta a fianco di Mosillo e insieme a Massimiliano Mignanelli (già presidente del Consiglio Comunale per il Popolo delle Libertà, oggi assessore provinciale di NcD), onnipresente in queste operazioni. Va all’attacco. Bruno vede in Mosillo il giovane candidato sindaco che può battere Petarcone e il candidato di Mario Abbruzzese, lo sconosciuto Carlo Maria D’Alessandro.

Petrarcone accusa il colpo ma non arretra. Non cerca salvataggi mentre comincia a perdere consiglieri comunali e iscritti del Pd. Perde il presidente del consiglio comunale Carlino ed altri. La sua maggioranza in consiglio è a rischio.

Il 5 giugno Petrarcone arriva primo nonostante la forte concorrenza dei due candidati sponsorizzati dai potentati locali. Pensa di vincere da solo con Marino Fardelli. Rifiuta ancora una volta l’ancora di Mosillo che gli chiedeva in cambio due assessorati (Sarah Grieco, sempre lei, e Tommaso Marrocco, sempre lui). Nonostante le avvisaglie dell’ammucchiata organizzata da Abbruzzese non cerca accordi con M5S e né con Vincenzo Durante (il leader dei movimenti per la Casa, che dopo le elezioni dirà «Non mi ha cercato, altrimenti l’avrei aiutato pur di battere il centrodestra»). E nemmeno con Tullio Di Zazzo che chiede l’assessorato per permettere l’ingresso in consiglio di Maurizio Russo.

Il 19 giugno Petrarcone perde per 129 voti. Ora capeggia lo sparuto gruppetto di cinque consiglieri di centrosinistra, in minoranza, in rappresentanza di quasi il 50 per cento degli elettori cassinati. L’altro 50 e virgola è rappresentato dall’insolita alleanza di Abbruzzese, Scittarelli, Di Zazzo, Mignanelli, Mosillo. Un successo che ha permesso a Barbara Di Rollo, portatrice di oltre 400 preferenze di organizzare una cena vip nella sua villa in pietra sulla collina di Caira, con i potenti della provincia di Frosinone e del Molise, a dimostrazione della sua potenza elettorale a dispetto di Petrarcone che non ha mantenuto le promesse di un assessorato. Fatte durante una cena, d’inverno, sempre nella medesima villa. E questa volta al posto di Petrarcone c’era il mancato sindaco Mosillo. Amen.