Big e ministri in campagna elettorale ma non sanno dove stanno

I big portati in campagna elettorale. Ma il più delle volte non sanno niente del territorio e dei suoi problemi. Con figuracce poco edificanti

Andrea Apruzzese

Inter sidera versor

In campagna elettorale è sempre stato così: c’è chi sta al Governo, ha ministri e sottosegretari. E li schiera. E chi sta all’opposizione: i ministri non li ha, allora schiera deputati e senatori ma soprattutto segretari nazionali o quadri di Partito; apprezzati spesso per il loro acume e pensiero politico.

Nei 45 anni di Prima Repubblica era così e in parte ha continuato ad essere così anche per parte della seconda. Ora, nella Terza Repubblica le cose si sono fatte più complesse: ci sono web e social, ma spesso ai comizi non si rinuncia. (Leggi qui)

Con ministri e senza

Matteo Salvini con Angelo Tripodi

Al Governo Meloni ci sono Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia. Che in provincia di Latina, per le elezioni regionali del Lazio portano ministri e sottosegretari. La Lega soprattutto li sta schierando in comizi e incontri dal vivo in favore non tanto del candidato governatore di centrodestra Francesco Rocca. Quando partecipa gli viene lasciata la ribalta: ma il target principale sono i candidati Consiglieri regionali.

Gli altri hanno deputati, senatori e dirigenti di partito. Un attimo: dirigenti di Partito? Qui la faccenda si complica per la coalizione di centrosinistra, il cui candidato governatore è Alessio D’Amato.

Il principale Partito della coalizione è infatti il Partito Democratico che porta sì deputati e senatori, ma che, dopo la sconfitta alle politiche di settembre, aveva compreso di dover entrare in una fase di rinnovamento, scegliendo di avviare quindi la fase congressuale. E, dopo un ampio dibattito interno, sul dilemma se tenerla prima o dopo le elezioni Regionali (per non confondere i due percorsi) ha comunque scelto di farla prima. Provocando così un paradosso: a Latina, e nelle province, esponenti di livello nazionale del Pd arrivano, ma come candidati alla Segreteria nazionale. Non per aiutare nella campagna elettorale delle Regionali.

Un corto circuito, in quanto, in piena campagna per la Regione, in pratica vengono a promuovere loro stessi e la propria candidatura.

Ne sanno meno di niente

Foto: Giulia Palmigiani © Imagoeconomica

E sono anche candidati, sì di livello nazionale, ma che spesso conoscono ben poco della situazione della provincia. Meno ancora conoscono delle stesse condizioni del Partito a livello pontino.

Il che, in realtà, accade spesso anche con ministri e sottosegretari, frettolosamente resi edotti dei principali problemi pontini con abstract di dossier letti distrattamente in auto, arrivando nel capoluogo pontino.

Ma i cronisti pontini ricordano anche bene quanto avvenuto una quindicina di anni fa, a Fossanova, quando un ministro arrivò a un convegno: telecamere accese e microfoni spianati: «Ministro, allora, la super Pontina (e sì, si è chiamata anche così, ndr)?». Di fronte ai giornalisti, ammise di non sapere e chiese un’altra domanda…

Aggrappiamoci a ciò che resta

Silvano Moffa (Foto: Andrea Panegrossi © Imagoeconomica)

Meglio non va con le liste minori, in quanto spesso prive di esponenti di livello nazionale. Discorso a parte per le liste civiche del candidato presidente, in quanto il referente principale è lo stesso candidato governatore. In quel caso, a rappresentarle sul territorio sono i responsabili organizzativi locali.

Ieri a Latina a presentare quella di Rocca c’era anche Silvano Moffa, negli anni Novanta del secolo scorso presidente della Provincia di Roma, negli anni Duemila deputato, nonché uno degli esponenti di punta di An prima e del Pdl poi. A Latina se lo ricordano bene: durante la crisi della An pontina, quando il gruppo di Fabrizio Cirilli contestò la mancanza di dialogo nel Partito ed entrò in collisione con il segretario Giuseppe Mochi, fu scelto Moffa per dirimere la questione e portare pace.

In un momento delicatissimo come quello precedente alle elezioni comunali del 2007, quando Vincenzo Zaccheo era lanciato per la candidatura per il secondo mandato da sindaco. Moffa ci provò. Poi fu costretto a prendere atto della situazione e vennero decise le espulsioni del gruppo di Cirilli. Che si candidò a sindaco con la propria lista, sfiorando il ballottaggio (ci andarono Zaccheo e Maurizio Mansutti del Pd; vinse Zaccheo. Poi, tutti sanno come sarebbe finita quella consiliatura, il 15 aprile 2010).

La questione della rappresentanza

Foto: Saverio De Giglio © Imagoeconomica

La questione della rappresentanza è centrale, in campagna elettorale: gli elettori, anche quelli già militanti di una forza politica, vogliono vedersi rappresentati da livelli anche più elevati di quelli locali, li vogliono ascoltare mentre parlano dei loro problemi, per comprendere come essi trovino accoglienza anche a livello nazionale.

E il presidente del Consiglio? A Latina ricordano come, anche per elezioni comunali, nel 2011 arrivò Silvio Berlusconi, allora premier. Ma Giorgia Meloni no, non verrà. Nicola Calandrini, senatore e segretario provinciale del partito della prima premier donna d’Italia, lo ha detto chiaramente, accogliendo Rocca, mercoledì sera al teatro Moderno: «Sarà molto difficile che, con gli impegni di Governo, Giorgia possa venire qui».

Detto in soldoni: una cosa è l’amministrazione dello Stato, altro è una campagna elettorale, pur in una Regione strategica come il Lazio. E la presidente del Consiglio dà impressione di voler tenere ben distinte le due cose.

La galassia a Cinque Stelle

Foto: Giulia Palmigiani © Imagoeconomica

E il Movimento 5 Stelle? La questione è ancora più intricata: parte a tutti gli effetti dell’attuale maggioranza e giunta regionale uscente (ha due assessori nella giunta guidata da Daniele Leodori ora che Nicola Zingaretti è passato a Montecitorio), il M5S è anche candidato autonomo per la campagna elettorale.

Al momento, la candidata governatore Donatella Bianchi è venuta una volta, per una due giorni pontina. Accolta e accompagnata dai suoi consiglieri regionali, Gaia Pernarella in primis, e dai suoi candidati consiglieri locali. Che l’hanno resa edotta dei problemi sul territorio e l’hanno accompagnata sui siti più critici, da Borgo Montello per la discarica e il tema dei rifiuti, a Rio Martino, per il tema della pesca professionale, a Ventotene, per i problemi delle isole minori.

Web e social sì, ma agli incontri dal vivo non si rinuncerà mai: per l’ascolto, e soprattutto per far sì che elettori e militanti guardino e tocchino i candidati. E gli altri tre candidati presidenti? Rosa Rinaldi, Sonia Pecorelli e Fabrizio Pignalberi non hanno liste depositate in provincia di Latina. E, finora, in territorio pontino non si sono visti.