Firenze e la visione alternativa di Abbruzzese

A Firenze la Lega fa partire la lunga marcia verso le Europee. È scontro con il sindaco Nardella. La chiave di lettura alternativa offerta dall'ex presidente del Consiglio Regionale del Lazio. "Più importante è l'Europa dei Territori, indirizzare l'attenzione sui problemi territoriali, come il futuro del settore automobilistico di Frosinone e il sostegno alla ricerca universitaria”

«Temo che si stia dando un messaggio sbagliato agli elettori: si stanno politicizzando in maniera eccessiva le elezioni Europee che invece trovano la loro giusta dimensione se le leggiamo in chiave locale. Più che perdere tempo su chi sia più a destra tra Lega e sovranista tra Lega e Fratelli d’Italia sia importante capire quanto da Bruxelles si possa fare per il destino del comparto Automotive della provincia di Frosinone, sostenere il polo della ricerca dell’Università di Cassino, premiare il contributo green dato da Power 4 Future nella nostra area industriale». L’ex presidente del Consiglio Regionale del Lazio Mario Abbruzzese è tornato nelle ore scorse da Firenze: ha partecipato alla convention del Carroccio.

Destra ed ultra

Matteo Salvini a Firenze

Il sindaco Dem Dario Nardella non ha dubbi. Per lui «il vero dato politico è il totale flop politico dell’adunata nera di Salvini e dei suoi amici delle forze politiche dell’ultradestra». Per il sindaco di Firenze coniugato a Sant’Elia Fiumerapido domenica nella sua città «C’erano i nani politici e non c’erano i veri leader»: lo ha dichiarato in collegamento con Restart su Rai3: «C’erano tedeschi di Alternative fur Feutschland che hanno avuto posizioni no vax, che hanno sprazzi di antisemitismo, che sono totalmente contro l’Europa. C’era il leader bulgaro che ha detto che la Ue è un pericolo per la civiltà».

Matteo Salvini l’ha presentata in modo diverso. Per lui quella di Firenze è stata la prima tappa della corsa per liberare Bruxelles «da chi la occupa abusivamente». Il leader ha approfittato dell’abbraccio dei suoi alleati sovranisti europei, chiamati a raccolta a Firenze per lanciare la sfida. All’Europa dei banchieri e della “burocrazia massonica.

Ma una sfida anche ai vertici europei incarnati da Ursula von der Leyer e Christine Lagarde. E ai suoi alleati in Italia, perché «sarebbe un errore fatale dividersi» proprio a Strasburgo al voto di giugno. Per Salvini sbaglia insomma Antonio Tajani a disdegnare il patto che unisce i leghisti ai tedeschi di Afd e a Marine Le Pen. E sbaglia chi, non facendo fronte comune, rischia di favorire l’accordo bis tra popolari e socialisti. Salvini è convinto che, su questo, sia all’opera il commissario Ue, Paolo Gentiloni.

Presidiare i territori

C’è una chiave di lettura alternativa che arriva dal Lazio. A Firenze c’era il deputato leghista (e due volte sindaco di Frosinone) Nicola Ottaviani, l’assessore regionale all’Urbanistica e Politiche del Mare Pasquale Ciacciarelli. C’era la capogruppo Laura Cartaginese e l’ex Presidente del Consiglio Regionale Mario Abbruzzese.

È proprio Abbruzzese a fornire una chiave di interpretazione alternativa: «Abbiamo invocato per decenni l’Europa dei popoli contestando il fatto di essere finiti nell’Europa dei Banchieri. Credo che dobbiamo aprire gli occhi e pensare all’Europa dei Territori». Troppo alto? «Faccio un esempio concreto: da troppo tempo la provincia di Frosinone non ha più un presidio a Bruxelles. Da allora è iniziato un lento declino della nostra industria metalmeccanica: nessuno si è più preoccupato di tutelarla inserendola in una visione di lungo termine come l’Agenda Car 2020 che diede un argine lungo dieci anni al nostro comparto Automotive».

A Firenze, Mario Abbruzzese ha ricordato l’importanza dei poli di ricerca: «L’Università di Cassino è talmente avanti nello studio delle batterie e delle loro ricariche da avere indotto Fincantieri a venire da noi per realizzare un polo nazionale. Noi dobbiamo incentivare queste pratiche, per rendere più attrattivo questo territorio».

Destra o ultradestra? «Posso dire che il tema non mi appassiona? Se voler rappresentare il proprio territorio significa essere sovranista allora scrivete che sono sovranista. Se significa fare una sfida a chi è più ortodosso, allora scrivete che la cosa non mi appassiona».