Ha scritto comunicati e discorsi per decine di candidati. Dagli aspiranti sindaci a chi è diventato deputato. Ora le chiedono di saltare la barricata. Paola Enrica Polidoro si candida a sindaco di Cassino. E subito saltano fuori gli schemi patriarcali
Succede. Che una donna faccia esattamente il contrario di ciò che ci si aspetti da lei. Accade a Cassino, ad esempio, nel corso di una campagna elettorale che ancora stenta a diventarlo nel vero senso della parola. E resta ancora un prologo. In questa fase introduttiva, Paola Enrica Polidoro si smarca dal candidato di centrodestra Arturo Buongiovanni e, smessi i panni di ghostwriter, si proietta sull’agone politico.
Perché no, si dovrebbe dire. Perché, dicono in molti. Meglio di no, affermano altri. E’ una giornalista affermata e di lunga esperienza, dirige la testata Cassino Notizie e ha la penna fluente. Molto affilata, con predilezione per un eloquio senza fronzoli e piuttosto schietto. Frontale, potremmo dire.
Visioni patriarcali
Sembra che le siano giunte proposte da più parti per offrirle una candidatura in qualche lista, come Consigliere. Ma poi si è fatta strada anche quella più autorevole di aspirante alla fascia tricolore. Spalleggiata da un movimento tutto civico. Quello a lei più confacente. E allora, ecco che senza confermare troppo, la Polidoro ha cominciato a rispondere alle telefonate che giungevano per chiedere lumi, sondare, curiosare.
Approfondendo, si scopre che i messaggi più numerosi sono stati quelli maschili. E non proprio incoraggianti: sei una madre di famiglia, hai due figli, chi te lo fa fare. Lascia stare…
E qui scatta la polemica. Non risulta che quando un uomo decide di scendere in politica gli venga prospettato di dedicarsi al bricolage o di aggiustare la catena della bicicletta o di far ripartire la caldaia… che è meglio. Mentre ad una donna, perché non dirle di riappropriarsi della cura della cucina, delle lasagne al forno e di quegli invitanti ciambelloni che sono una sua grande specialità?
Ebbene sì, siamo ancora confinate tra gli stereotipi più gretti, quelli che ci vedono saltellare tra canascioni e pizze rustiche, torte di mele e pannolini da cambiare, lavatrici da caricare. E panni da stirare. Quando gli altri dormono.