Il sonno della nostra coscienza che addormenta tutte le nostre scelte

Il segreto è discernere il giusto dallo sbagliato, e capire che c'è un solo modo di "stare svegli": accogliere Dio e non le illusioni

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al
canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi
addormentati.
Mc 13, 35-37

Che c’è di tanto brutto nel dormire? Eppure le parole di Gesù fanno pensare che lo stare addormentati sia il peggio che ci possa capitare. Probabilmente non parliamo della stessa cosa. Il sonno di cui parla Gesù e nel quale non ci deve capitare di essere sorpresi dal momento più importante, quello dell’incontro con Dio, è molto diverso da quello cui noi comunemente pensiamo.

Il sonno, per noi, oggi, è il momento del ristoro, della ricostituzione delle nostre forze, dopo una giornata di lavoro, di studio magari anche di tensioni. Invece, lo stare addormentati per Gesù, come per tutti gli antichi, è la rinuncia alla propria capacità di discernimento. Lo troviamo, ad esempio, nei primi versi della commedia dantesca.

Lo smarrimento del Sommo “dormiente”

Anche il Sommo Poeta ha affrontato il tema dei calunniatori
Dante e il suo poema, affresco di Domenico di Michelino nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore, Firenze (1465)

Quando Dante deve giustificare perché non sappia spiegare come sia arrivato in quella selva oscura, che tanto lo terrorizza, utilizza la parola sonno. Che significa, come leggono i ragazzi a scuola nelle note al testo, l’obnubilamento della coscienza. Quel termine, al di là della ricercatezza antichizzante, indica una sorta di pericoloso appannamento delle nostre capacità di giudizio, di discernere.

Ecco questa parola, discernere, ci può far comprendere cosa ci chiede Gesù. I nostri dialetti (scèrna…) ci aiutano a capire la radice latina del termine che vuol dire proprio guardare per distinguere, per discernere appunto il bene dal male. Se perdiamo questa capacità rischiamo la peggiore delle cose che ci possa capitare; scambiare il male per bene.

La radice del peccato originale

‘Adamo ed Eva nel Paradiso terrestre’ – Tiziano Vecellio (1550) Museo del Prado, Madrid

E’ la radice di quello che la catechesi tradizionale della Chiesa chiama peccato originale. O, meglio ancora, origine di ogni peccato. Pensare che il male sia il bene, rovesciare il sistema dei valori della creazione, come nel racconto di Eva e il serpente. L’astuto animale inganna Eva, appunto rovesciando l’ordine dei valori, Dio non vi è amico, anzi vi teme. Ed Eva abbocca: l’uomo è affascinato dal diventare come Dio, dal decidere lui, autonomamente, cosa sia il bene e cosa sia il male, senza preoccuparsi delle conseguenze.

Per questo addormentarsi è pericoloso. Senza discernimento chiunque ti può far credere ogni cosa, che un paio di scarpe da ginnastica sia l’obiettivo fondamentale della vita di un ragazzo. O che vestirsi di griffe che tutti possano vedere mostri quanto io sono “in”, che la felicità consista nell’avere una Porsche Cayenne.

Non discernere il bene dal male

FOTO © BURST / PEXELS

Addormentarsi significa non leggere, non capire ciò che ci accade attorno, non confrontarsi. Restare vittime di influencer più o meno prezzolati, pensare che il nostro piccolo mondo sia il migliore dei mondi possibili da difendere dai tanti nemici che ci assediano e vogliono toglierci il lavoro e la casa…

Provate a rileggere quel brano di Marco dopo aver capito di quale sonno parliamo e
vedrete come mai Gesù si metta in guardia dal sonno della ragione che tanti guai ci procura dai progenitori in poi…

(Leggi qui tutte le meditazioni di Pietro Alviti)

(Foto di copertina © DepositPhotos.com)