La bicicletta Latina

La decisione di eliminare la pista ciclabile. In una città che nasce a due ruote e su due ruote. Ma è una decisione che ha un senso. Pratico. Al di là delle buone intenzioni

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Latina nasce in bicicletta: è piana, ha residenzialità diffusa ed i cispadani per andare in centro avevano solo le due ruote. Mia nonna Gilda inforcava la Legnano e solennemente annunciava un viaggio lungo: vago a Littoria. Naturalmente in veneto stretto.

La bicicletta a Latina è cosa seria: collega mondi, fa incontrare le persone. Le venete con il loro portamento e le gambe che la pedalata faceva scoprire hanno fatto innamorare decine di giovinotti autoctoni. Dico questo perché questa grande cultura della bicicletta è stata banalizzata dalla cultura ideologica del tempo presente e il “vago a Littoria” di nonne si è tramutati nell’unica pista ciclabile al mondo, quella del centro di Latina, che non porta da nessuna parte ma gira su se stessa.

Una idea dell’ecologista consigliere di Coletta, Dario Belli e recepita dal sindaco di Fratelli d’Italia Giovanni Di Giorgi. Diventata simbolo di una svolta ciclistica di cui non c’era bisogno vista la storia della bicicletta latina. Ebbene, pare che la nuova maggioranza, abbia finalmente scelto di togliere il giro tondo a due ruote e fare ritornare larghe le strade.

Direte… A che servono le strade larghe? Io dico a respirare. Latina non può compete per bellezza con le altre città italiane ma per comodità ne surclassa parecchie. Ecco oggi finalmente, forse, si torna all’impresa eccezionale di essere normali. La maggioranza toglie la pista ciclabile dove a memoria d’uomo oltre a Bellini non si vide ciclista.

(Foto di copertina © DepositPhotos.com)