La Transumanza di Compagnoni: politica fuori dalle istituzioni

Il progetto che unisce l'antico uso della 'transumanza'. E che lega Ceccano e la Ciociaria a varie realtà nel mondo. Grazie al progetto di Partenariato europeo Cominter, guidato dal Moligal. E la cabina di regia nazionale è coordinata dal tecnico ceccanese

Marco Barzelli

Veni, vidi, scripsi

Niente più tribune, niente più palchi. Ha lasciato la politica attiva, una scelta fatta da tempo. Voleva dimostrare a se stesso che le buone politiche si possono costruire anche fuori dalle istituzioni. È la nuova mission che si è dato l’architetto Luigi Compagnoni: ex candidato sindaco e consigliere comunale di Ceccano in quota Psi. Ora, dopo aver appeso le scarpe politiche al chiodo un anno e mezzo fa, è coordinatore del tavolo tecnico nazionale del progetto Parcovie 2030 – Terre rurali d’Europa.

Guida la cabina di regia del progetto lanciato dall’Asvir Moligal: Agenzia di sviluppo rurale Molise gruppo di azione locale. Che è capofila del Partenariato europeo Cominter: il Comitato tecnico internazionale che, oltre ai territori italiani interessati, rappresenta anche quelli di Albania, Austria, Francia, Grecia, Portogallo, Spagna e Svezia. Con ponti allungati verso Canada, Usa e Tunisia.  

A tutta transumanza

(Foto: Massimo Piazzi)

Da cosa sono accomunati? Dalla Transumanza: l’antica pratica della pastorizia che consiste nella migrazione stagionale del bestiame. Dal 2019 è stata proclamata dall’Unesco patrimonio culturale immateriale dell’umanità.

Ed è proprio dalla riqualificazione dei Tratturi, le vie pastorali, che nascono i progetti di cooperazione transnazionale Vie e civiltà della transumanza e Terre rurali d’Europa: già rientrati nella programmazione del Psr Feasr – Approccio Leader 2007-2013. Ovvero nel Programma finanziato dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale. Per fare cosa? Per valorizzare un intero patrimonio: storico, culturale, naturalistico, ambientale, agricolo, artigianale, infrastrutturale, turistico e aziendale. Ora, però, si parla del progetto di cooperazione interregionale Pastori, parchi, transumanze e grandi vie della civiltà – Parcovie 2030.

Per la macroarea in questione, il centro sud Italia, si punta a ottenere oltre nove milioni e mezzo di euro tramite il Pnrr: il Piano nazionale di ripresa e resilienza, per gli amici anglofili Recovery Plan.

I tre assi del progetto

Il progetto, nello specifico, è stato associato a tre Assi della Componente 3 della Missione 1 del Pnrr: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale.

A cosa servono tutti quei milioni? A incrementare l’attrattività del sistema turistico e culturale, e potenziare le strutture ricettive. Ma anche a modernizzare le infrastrutture materiali e immateriali. Con tanto di finanziamenti a favore dei Comuni per investire sui loro luoghi identitari. E, dulcis in fundo, una bella integrazione tra gli universi della scuola, dell’università, dell’impresa e della cultura.

(Foto: Antonello Nusca / Tutti i diritti riservati)

Nei giorni scorsi, a tal proposito, è stato sottoscritto il protocollo d’intesa tra il Moligal, diretto da Nicola Di Niro – coordinatore transazionale – e otto Regioni: Abruzzo (capofila), Basilicata, Campania, Marche, Molise, Piemonte, Puglia e Veneto. Rappresentate dai rispettivi presidenti del Consiglio: Lorenzo Sospiri, Carmine Cicala, Gennaro Oliviero, Dino Latini, Salvatore Micone, Stefano Allasia, Loredana Capone e Roberto Ciambetti. Hanno aderito in occasione di un’assemblea plenaria della Conferenza dei presidenti delle assemblee legislative delle Regioni e delle Province Autonome. Conferenza presieduta dal veneto Ciambetti.  

Il Lazio aderirà

Il Lazio? Aderirà prossimamente assieme all’altrettanto strategica Calabria. Anche e soprattutto perché l’assessora regionale all’Agricoltura Enrica Onorati, originaria di Priverno, sta sul pezzo dallo scorso 21 dicembre.

La Giunta Zingaretti, dietro sua proposta, ha stanziato 180 mila euro all’Arsial – l’Agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione dell’agricoltura del Lazio – per realizzare due progetti. Uno è Rete dei tratturi regionali della transumanza e l’altro è Cultura del cibo, benessere e cucina naturale.

L’assessore Enrica Onorati

«Un’iniziativa importante che ha un duplice scopo – ha detto a riguardo l’assessora Onorati -. Da un lato, la valorizzazione della transumanza, riconosciuta nel 2019 dall’Unesco come patrimonio immateriale dell’umanità, e dall’altro, la promozione di un modello alimentare basato sui prodotti di qualità e biologici, provenienti dalle filiere corte agroalimentari laziali».

Peccato soltanto che il Lazio, non di certo per secondarietà rispetto alle altre Regioni, non abbia sottoscritto l’accordo con Moligal sin da subito. All’assemblea plenaria a Roma non ha presenziato il neo presidente del Consiglio Marco Vincenzi bensì il suo vice Devid Porrello. La firma, in ogni caso, scatterà presto.

Un tocco di Ceccano

E, proprio a livello regionale, va dato a Cesare quel che è di Cesare. Perché, prima ancor di essere coordinatore nazionale, l’architetto ceccanese Luigi Compagnoni ha rappresentato attivamente il Lazio nella cabina di regia italiana. Assieme ai colleghi Piero Orlando e Matteo Capuani, anche quest’ultimo fabraterno. E lo stesso Compagnoni, assieme all’associazione Ars est vita, ha sostenuto in prima persona la candidatura della Transumanza a Patrimonio dell’Umanità durante una riunione tecnico-organizzativa del 2018: tra Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali (Mipaaf) e comunità locali.

L’11 dicembre 2019 il comitato del patrimonio mondiale dell’Unesco si riunì a Bogotà – la capitale di quella Colombia che, tra l’altro, ha l’inno nazionale musicato dall’illustre compositore ceccanese Oreste Sindici – e inserì la Transumanza nel suo elenco. Quel giorno, l’esultante Mipaaf evidenziò: «La transumanza è ancora oggi praticata sia nel Centro e nel Sud Italia, dove sono localizzati i Regi tratturi, partendo da Amatrice e Ceccano nel Lazio ad Anversa degli Abruzzi e Pescocostanzo in Abruzzo, da Frosolone in Molise, Rivello in Basilicata, Lacedonia e Zungoli in Campania a San Marco in Lamis, San Giovanni Rotondo e Monte Sant’Angelo in Puglia».

Il Progetto interregionale ”Parcovie 2030”

Nota bene: Ceccano nel Lazio. L’unica cittadina regionale citata in relazione ai Regi tratturi: le principali vie pastorali.

Ma non sarà la sola a essere fortemente interessata dalle “Parcovie 2030”: anche il resto del nord della Ciociaria, oltre ai territoriali laziali confinanti con l’Abruzzo.

«Questi sono i risultati di un lavoro durato quasi cinque anni e oggi siamo di fronte alla sfida finale – dichiara, chiamato in causa, l’architetto Compagnoni -. Le comunità e i territori interessati dal programma devono far parte di una strategia più ampia se vogliamo superare tutti insieme la fase di deindustrializzazione e aprire nuove prospettive di sviluppo legato alle potenzialità del territorio».

Quindi ora la buona politica deve essere fatta anche all’interno delle istituzioni.