La voglia di parlare male più forte di ogni legge

Senza ricevuta di ritorno. La raccomandata del direttore su un fatto del giorno. L'inquinamento di Via Le Lame? Il fatto non sussiste. Ma per 9 anni Cesare Fardelli ha portato una croce. Messa da chi lo voleva avvelenatore a tutti i costi

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

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Le discariche fanno parte di un modello vecchio di gestione dei rifiuti. Esistono ancora lì dove non ci si è aggiornati: Milano e Brescia mandano zero rifiuti in discarica perché hanno un sistema di termovalorizzatori e biodigestori che eliminano i rifiuti trasformandoli in energia.

Le discariche non sono un reato. Diventano fonte di reati nel momento in cui vengono gestite male.

La discarica più famosa in provincia di Frosinone è quella di via Le Lame nel Capoluogo: i rifiuti vennero abbancati lì negli anni in cui non c’erano ancora i moderni impianti per lo smaltimento. E nemmeno una discarica. Infatti venivano ‘abbancati‘ cioè ammucchiati uno sull’altro, fino a creare la montagna coperta da teli neri che è ancora lì.

Quella discarica è sotto inchiesta da 9 anni. Ma non perché è una discarica. Ma perché c’era il sospetto che fosse gestita male. E per questo avesse inquinato le falde acquifere.

Il fatto non sussiste

La discarica di Via Le Lame a Frosinone

Sette anni di processo (più due di stop per il Covid) hanno stabilito oggi che il fatto non sussiste. Le udienze hanno stabilito che invece c’era stata una corretta gestione del sito, non vi è stato alcun inquinamento della falda acquifera, i lavori di bonifica e messa in sicurezza risultano realizzati a regola d’arte.

Ne ha avuto la piena convinzione la stessa Procura, che al termine dell’istruttoria ha chiesto l’assoluzione.

Nove anni di processo, meno due per il Covid, sono la normalità per un caso così complesso che ha richiesto perizie accurate e l’escussione di un lunghissimo numero di testimoni.

Ma per nove anni, la patente di inquinatori, assassini dell’ambiente, avvelenatori delle acque, l’hanno portata ingiustamente l’allora presidente della società pubblica dei rifiuti Saf Cesare Fardelli (difeso dagli avvocati Sandro Salera e Marco Manzi), li direttore tecnico della Saf Roberto Suppressa (avvocato Vincenzo Galassi), gli ex dirigenti ai Lavori pubblici e all’Ambiente del Comune di Frosinone, Elio Noce e Francesco Acanfora (difesi rispettivamente dagli avvocati Domenico Marzi e Calogero Nobile).

Sandro Salera

Nove anni. Che per un caso così complesso, meno il Covid, abbiamo detto che è normale. Ma quella croce da inquinatore, per nove anni, sulle spalle non gliel’ha messa né la Procura né il Tribunale. Ma qualcuno gliel’ha messa. E se avessero pensato di candidarsi sarebbero stati qualificati come impresentabili.

Invece erano innocenti perché il fatto non sussiste: non c’è proprio. Adesso avete capito che la presunzione d’innocenza non va imposta con una legge ma dovrebbe entrare da sola nella nostra mentalità. Ma la voglia di parlare male del prossimo è troppo forte: non c’è legge che tenga.

Senza Ricevuta di Ritorno.