Lina, la bambina pericolosa

Quale pericolo rappresentava per il Reich una bambina di 5 anni? Doveva sparire, per eliminare alla radice il seme dell’uguaglianza e della pari dignità di tutto il genere umano. Ben radicato nella tradizione ebraica. Come ha ricordato la memoria di Lina al liceo di Ceccano

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

quello che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti; quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti; quello che è ignobile e disprezzato per il mondo, quello che è nulla, Dio lo ha scelto per ridurre al nulla le cose che sono, perché nessuno possa vantarsi di fronte a Dio. (1 Cor 1,27-30 ).

Ho incontrato Lina Di Consiglio la mattina di venerdì 27 gennaio, a scuola, in un confronto con gli studenti. Lina è una ragazzina, vive al centro di Roma, nel quartiere Monti, a due passi da Via dei Fori Imperiali. Abita in un palazzo in via della Madonna dei Monti, insieme alla sua famiglia, fino a quel terribile 21 marzo del 1944, quando dei soldati si presentarono a casa sua e l’arrestarono con tutti i suoi parenti.

Era nata pochi anni prima, nel 1939, aveva solo 5 anni quando l’afferrarono e la misero su un treno per Auschwitz dove, qualche mese dopo, passò per il camino, come ci spiegava Guccini nel lontano 1967.

Il pericolo di Lina

Venerdì mattina, Lina, una bambina, è stata al centro del dibattito con gli studenti del Liceo di Ceccano, per capire insieme quale pericolo potesse costituire per la Germania hitleriana una bambina di 5 anni. Quando l’arrestarono e poi l’uccisero, chi badò a lei?

Era soltanto una dei tanti bambini che arrivavano al campo e che morivano poco dopo, a meno di non essere notati dal dottor Mengele per i suoi esperimenti. Non valeva nulla di fronte agli occhi dei suoi persecutori. Doveva sparire, per eliminare alla radice il germe dell’uguaglianza e della pari dignità di tutto il genere umano, ben radicato nella tradizione ebraica, evidenziato nel racconto delle origini, in cui tutti gli uomini sono fratelli perché tutti figli di Dio.

L’importante era sterminare tutti, anche quella piccola Lina che ieri invece, nonostante tutta la violenza del nazifascismo e dell’indifferenza, è stata la protagonista, è stata lo strumento di comunicazione di un messaggio di impegno per tanti ragazzi.

Per loro valeva nulla, per noi tutto

Quella bambina non valeva niente apparentemente ma, come dice Paolo, scrivendo ai cristiani di Corinto, quello che è stolto, la debolezza, l’insignificanza, la “razza inferiore”, Dio lo sceglie per confondere i sapienti che invece misurano tutto sulla base della potenza, della forza, del numero delle divisioni di carri armati. 

Che cosa ha condannato a morte Lina? Che pericolo poteva costituire per le divisioni della Wehrmacht? Quale ostacolo poteva essere per la volontà di potenza del Reich? Eppure oggi, quella bambina passata per il camino ha ridotto al nulla quella vantata potenza, quella macchina di violenza che si riproduce continuamente, schiacciando persone e cose che ritiene senza alcuna importanza.

Le pietre di inciampo, quella di Lina e tutte le altre, ci fanno capire che tutta quella potenza non ha valore e che Dio può trasformare una bambina inerme nel messaggio più forte che vince la tracotanza di chi era arrivato a scrivere sui cinturoni dei soldati: Gott mit uns, Dio con noi, impadronendosi così di Dio, piegandolo così ai propri voleri, costruendolo a propria immagine.

E’ il significato del divieto del II comandamento: non nominare il nome di Dio invano.