L’Italia nuota nell’oro ma la vera sfida è la gestione sostenibile delle piscine

Gli sport acquatici in continua crescita grazie anche ai trionfi degli azzurri. Il Lazio e la Ciociaria non fanno eccezione ma non sono tutte rose e fiori. Le società lamentano tante difficoltà nella conduzione degli impianti. La guerra Russia-Ucraina ha fatto schizzare alle stelle i costi del gas e dell’energia elettrica. “Sono fondamentali i club e dovrebbero essere maggiormente sostenuti”, ha detto il consigliere regionale Fin e dirigente Emanuele De Vita

Alessandro Salines

Lo sport come passione

È ormai uno sport da copertina quasi come il calcio. Uno sport popolare grazie anche ai trionfi di campioni amati e corteggiati come Filippo Magnini, Federica Pellegrini, Simona Quadarella, Benedetta Pilato, Gregorio Paltrinieri e Nicolò Martinenghi (solo per fare qualche nome). Ma se il nuoto italiano è un movimento in forte crescita ed è arrivato a livelli altissimi, lo si deve soprattutto alla spinta che arriva dalla base. Ovvero dalle società sportive che in ogni angolo del Paese lavorano nelle piscine e tra mille difficoltà permettono a giovani e meno giovani di praticare la disciplina ritenuta più completa. Il Lazio e la Ciociaria non fanno eccezione: il nuoto è una bella realtà in continuo progresso con centinaia di atleti agonisti ed amatori in acqua nei vari impianti.

“Il movimento nel Lazio e quindi in provincia di Frosinone è vivo ma la strada è ancora lunga. Proprio perciò le società sportive del territorio sono fondamentali in questo percorso e quindi andrebbero maggiormente supportate. I costi di gestione sono aumentati a dismisura ed è complicato andare avanti”, sottolinea senza esitazioni l’avvocato Emanuele De Vita, consigliere regionale della Federnuoto ed impegnato con 2 società nella gestione di alcuni impianti tra le province di Roma e Frosinone. La parola d’ordine dunque è: sostenibilità finanziaria nella conduzione delle piscine.

Costi alle stelle

Dietro uno sport che brilla conquistando titoli e medaglie a raffica, ci sono problemi importanti che assillano il sistema. “Il nuoto ha raggiunto un livello altissimo – aggiunge l’avvocato De Vita I risultati dei nostri campioni hanno indubbiamente fatto da traino. Pensate che oggi i nuotatori sono protagonisti degli spot pubblicitari, vengono invitati a Sanremo e negli show televisivi. Come i calciatori. In passato era impensabile. Però non si possono ignorare le difficoltà delle società sportive che gestiscono gli impianti e rappresentano le fondamenta del movimento“.

A causa della guerra Russia-Ucraina abbiamo avuto un enorme innalzamento dei costi di gestione ed in particolare dell’energia. Il prezzo del gas, indispensabile per calibrare la temperatura dell’acqua, è quintuplicato passando da 55 centesimi a metro cubo ad un picco di 2,70 euro. A questo bisogna aggiungere l’energia elettrica e tutto il resto. L’efficientamento energetico purtroppo non basta. E non è tutto. La riforma dello sport ha giustamente migliorato le condizioni dei nostri addetti ma per le società c’è stato un aggravio di costi. E per concludere non si devono dimenticare gli strascichi lasciati dal covid”.  

Un quadro non facile quello dipinto da De Vita che ricorda spesso come la gestione delle piscine sia un’impresa vera e propria. Con tutte le dinamiche del caso. E per questo sarebbe necessario un cambio di mentalità soprattutto da parte delle Istituzioni.

Lazio e Ciociaria non fanno eccezione

Lo stadio del nuoto a Frosinone

Sono 30.000 i tesserati nel Lazio e 600 in provincia di Frosinone. Numeri importanti e tra l’altro in costante crescita. “La nostra regione, grazie a Roma, vanta il maggior numero di atleti di alto livello – aggiunge l’avvocato De Vita – In Ciociaria ci sono stati miglioramenti notevoli: sono nate squadre di pallanuoto che disputano campionati di rilievo, senza parlare del nuoto agonistico ed artistico. Da Cassino ed Anagni c’è fermento. Un’attività in costante crescita e siamo orgogliosi come società di poter contribuire alla diffusione di questo sport bello e salutare”.

Ma ovviamente il Lazio non fa eccezione. Le problematiche sono le stesse del resto d’Italia. L’avvocato De Vita conosce il mondo del nuoto come le sue tasche. Oltre ad essere consigliere regionale con delega agli affari generali, è stato delegato provinciale Fin per Frosinone e come legale si è sempre occupato di questioni legate allo sport. Oggi è dirigente del Centro Nuoto Roma e Centro Nuoto Anagni, società impegnate nella gestione delle piscine di Colleferro, Anagni, Fiuggi, Bellegra, San Vito Romano, Olevano e Morolo.

“Il nostro punto di forza è quello di curare diversi impianti e quindi riusciamo a razionalizzare i costi. Ad esempio abbiamo un rapporto privilegiato con i fornitori – spiega De Vita – Ma le difficoltà restano tante: la nostra è un attività imprenditoriale a tutti gli effetti, gestiamo l’impianto, paghiamo il canone alle amministrazioni e dobbiamo adottare prezzi calmierati agli iscritti. Per raggiungere la sostenibilità economica servono tanti sacrifici”.

Un rapporto nuovo con Comune ed Enti

L’avvocato Emanuele De Vita

A questo punto diventa indispensabile trovare un punto di equilibrio differente con le amministrazioni proprietarie degli impianti natatori. A volte invece i rapporti società-enti sono difficili, addirittura tesi, a discapito degli sportivi. Credo che serva un cambio di marcia nei rapporti con gli enti – continua l’avvocato De VitaLe scelte e le decisioni dovrebbero essere maggiormente condivise. Sono le società infatti a conoscere i problemi di strutture a volte vetuste e  con le normative in continua evoluzione. Sarebbe importante avere la possibilità di intervento sugli impianti scorporando dal canone i costi sostenuti. In questo modo i lavori sarebbero effettuati più velocemente azzerando la burocrazia e scongiurando una chiusura lunga. Dannosa per le società e gli utenti. Stesso discorso vale per l’efficientamento energetico”.  

E’ necessaria quindi una maggiore collaborazione società-enti pubblici che potrebbe sfociare anche in una serie d’iniziative con le scuole. Penso ai corsi di salvamento che possono offrire ai ragazzi opportunità di lavoro – afferma De Vita Le nostre società ad esempio hanno curato la formazione degli addetti del “Magic Splash” di Valmontone. Credo che un binomio con il mondo della scuola possa essere molto proficuo”.

Il ruolo della Federazione

La Fin potrebbe avere un ruolo più attivo sui territori. Fungere da trait d’union tra le società sportive e le amministrazioni. Mediare in caso di dispute. Mettere a disposizione credibilità e competenze per progetti ed iniziative. Ed invece la Federazione interviene solo nelle realtà più importanti. Ma è ovvio che ci sono dinamiche particolari da tenere presente come ha puntualizzato lo stesso De Vita che conosce bene l’ambiente federale. Consigliere regionale dal 2020, è stato eletto con 206 voti pari al 42,56% dei voti totali in rappresentanza della categoria atleti.

“La Fin scende in campo soprattutto nei centri più grandi – rivela l’avvocato De VitaSono d’accordo che la presenza federale dovrebbe essere più capillare sui territori. Un contributo che regalerebbe al movimento maggiore forza. Tuttavia vi posso assicurare che non è semplice perché la Federazione ha il suo modus operandi e le sue regole. Servirebbero quindi dei cambiamenti radicali”.

Dopo le Olimpiadi di Parigi, si terranno le nuove elezioni federali. Un momento importante in cui si deciderà il futuro del nuoto sperando che le problematiche della base vengono affrontate seriamente. Ed Emanuele De Vita dall’alto della sua esperienza potrebbe dare il suo contributo nell’interesse sempre del Lazio e della provincia di Frosinone. “Nei prossimi mesi deciderò se continuare in questo percorso, riproponendo la mia candidatura e cercare di nuovo la fiducia delle società affiliate – chiosa De VitaOppure provare una nuova avventura”.