Lo show di Vannacci: chi non è con lui è al contrario

Il generale Vannacci conferma le sue opinioni durante la presentazione ad Anagni del suo ultimo libro "Il mondo al contrario". La contestazione educata. De Angelis contro la stampa locale: “invidia e ignoranza”. Nonostante neghi l'intenzione di intraprendere una carriera politica, molti sospettano che stia aspettando l'offerta giusta per entrare attivamente in campo.

Paolo Carnevale

La stampa serve chi è governato, non chi governa

Sensazione netta: il generale Roberto Vannacci non è un ingenuo. Ma, anzi, è molto consapevole del fenomeno mediatico che ha scatenato. Al di là delle rassicurazioni in lungo e in largo sul rifiuto di un suo impegno politico a breve scadenza, l’idea è che al momento stia semplicemente aspettando l’offerta adatta per poter togliere la divisa da militare e indossare un abito più consono al suo futuro politico. Che, va da sé, lo vedrebbe impegnato nel mondo dei conservatori, tra la Lega e una destra più estrema.

Il mondo di Vannacci

Roberto Vannacci

Questa è l’aria che si è respirata poche ore fa nell’incontro con il generale Roberto Vannacci, venuto ad Anagni a presentare il suo attesissimo “Il mondo al contrario”, tomo di oltre 350 pagine legato all’esaltazione del mondo tradizionale, della normalità fatta solo da una famiglia di madre e padre e non di genitore uno e di genitore due; di un’attenzione all’ambiente che non deve diventare ambientalismo ideologico per cui solo chi è ricco può permettersi la Ztl ed i monopattini elettrici.

Un mondo nel quale la difesa è sempre legittima, visto che l’aggredito non può sapere cosa farà l’aggressore. In cui il multiculturalismo è un rischio e gli stranieri eroi, che vanno aiutati, sono quelli che restano a casa. Una specie di “aiutiamoli a casa loro” insomma. Tutte queste posizioni sono state espresse all’interno di un incontro che si è tenuto nella Sala della Ragione.

Per arrivarci però Vannacci ha dovuto bypassare l’ingresso principale, visto che la porta era stata presidiata da un gruppo di contestatori. Molto educati, va detto, con tanto di cartelli e di slogan; ma che sono stati invitati a sgomberare dai poliziotti. All’interno, una folla plaudente, decisamente molto schierata, visto che poco prima dell’inizio della presentazione vera e propria la folla di giornalisti che stava cercando di fare le domande al generale è stata, a un certo punto, non troppo gentilmente invitata a smetterla.

Invidiosi e ignoranti

L’inizio è stato morbido, con l’assessore alla Cultura Carlo Marino che ha ribadito che le tesi del generale sono “molto discutibili”, ma che a ognuno deve essere dato il diritto di parola e la libertà di espressione. Molto più pesante Sante De Angelis, ex candidato alle comunali con il sindaco Daniele Natalia, responsabile dell’Accademia Bonifaciana e padre padrone del Premio Bonifacio VIII (che è stato assegnato appunto al generale Vannacci). Nel suo intervento De Angelis ha aspramente rampognato i media, soprattutto locali, che hanno criticato l’arrivo generale, parlando di “invidia e ignoranza.

Poi è iniziata l’intervista vera e propria, con la presentazione del libro. Durante la quale Vannacci ha potuto esprimere in lungo e in largo il suo pensiero. A partire dall’ambientalismo che, ha detto, “è un lusso per chi se lo può permettere”. O il multiculturalismoche spesso è venato di ideologia”; mentre la difesa della propria casa e dei propri averi, ha detto, “è sempre legittima”. Non potevano ovviamente mancare i riferimenti alla famiglia tradizionale; “mi sento offeso quando si parla di genitore uno e genitore due; si deve parlare di madre e di padre”.

Non scendo in politica ma…

Ha detto che le critiche non gli fanno paura e di augurarsi che “il mio libro venga letto sempre di più”. A chi gli rimprovera di pensare ad una carriera in politica ha risposto “Mai avuto contatti con i Partiti. Da quando è iniziata la vicenda del libro sono stato contattato da tanti esponenti politici che mi hanno espresso la loro solidarietà. A chi mi ha proposto posizioni politiche ho risposto sempre ringraziando per la considerazione. Ma ribadendo che faccio il soldato e continuerò a fare il soldato“.

E quanto ad un suo possibile impegno in politica, Vannacci risponde: “Valuto tutto, valuto un’eventuale occupazione nell’imprenditoria, nelle relazioni internazionali, nello sport come nella caccia o nella pesca. Chiunque valuta ciò che gli viene proposto. Nessuno mi ha proposto specificatamente una discesa in politica”. Il generale torna poi sulla vicenda del gioielliere che ha ucciso due rapinatori. “Non critico quello che fa la magistratura perché è un’altra amministrazione dello Stato, ho solo detto e confermo che sono empatico verso una persona che è stata aggredita. La legittima difesa è sempre legittima”.

Sulla famosa frase degli omosessuali “non normali” ha chiarito che, “l’anormalità è un fatto statistico; chi viene chiamato anormale non deve offendersi”. E d’altra parte, nel mondo di Vannacci nelle caserme “non ci sono discriminazioni di razza o di orientamento sessuale”. Vannacci (che si è dimostrato ottimista sul procedimento disciplinare aperto a suo carico) si è detto sicuro che il suo libro consentirà “il recupero dell’identità italiana.

E su questo si è chiusa la serata ufficiale. Nota a margine; non c’è stata una vera e propria conferenza stampa; le domande andavano scritte precedentemente e poi passate al moderatore. Non certamente un bel modo per alimentare il dibattito.