Nessun traffico di rifiuti: assolti Vicano, Fardelli e Suppressa

Il Tribunale di Cassino ha assolto gli ex presidenti e il direttore della Saf. Le operazioni rispettavano le normative vigenti italiane ed europee. Le accuse di traffico illecito sono state rigettate, confermando la correttezza delle procedure adottate. Il prezzo politico pagato da Vicano.

Nessun traffico di rifiuti, nessun veleno fatto passare sottobanco. Anzi: le procedure seguite erano regolari e non sono affatto un reato. C’era meno di nulla dietro all’inchiesta dalla quale – un anno più tardi – nascerà il blitz dell’Antimafia che all’alba del 2015 portò a fare irruzione a casa di 31 tra amministratori pubblici ed imprenditori impegnati nel settore dei rifiuti.

Lo hanno detto oggi i giudici del Tribunale di Cassino che hanno assolto con formula piena gli ex presidenti ed il direttore della Saf, la società pubblica per lo smaltimento dei rifiuti urbani composta dai 91 Comuni ciociari e dall’ente Provincia di Frosinone.

Non ci furono irregolarità nella gestione dei materiali ed il loro comportamento rispondeva in pieno alle norme italiane ed europee in materia: per questo i giudici hanno deciso per l’assoluzione dei presidenti Mauro Vicano e Cesare Fardelli e del direttore Roberto Suppressaperché il fatto non costituisce reato”.

Regolari controlli sui rifiuti

Foto Silvere Gerard © Imagoeconomica

Le indagini erano partite nel 2014 dalla procura di Cassino. E l’anno successivo avevano ispirato un’analoga indagine avviata dall’Antimafia di Roma con le stesse ipotesi. Il sospetto era che ci fossero gravi carenze nei controlli sulle immondizie in ingresso. I tre dirigenti dell’azienda pubblica, attraverso gli avvocati Domenico Marzi, Sandro Salera e Paolo Marandola, hanno fatto notare che le procedure di controllo seguite dalla Saf erano e sono esattamente le stesse seguite in tutti gli impianti italiani.

L’accusa sosteneva che i rifiuti certificati dalle analisi al momento della partenza andassero sottoposti a nuovi test anche all’ingresso nell’impianto pubblico di smaltimento che si trova a Colfelice. Ma trattandosi di materiali già certificati – ha evidenziato la difesa – le procedure standard prevedono sì nuovi controlli ma a campione. Che venivano fatti. A Cassino e poi a Roma l’accusa invece sosteneva che la norma potesse essere interpretata in maniera più restrittiva. Tesi respinta dal tribunale. Che ha assolto i tre imputati.

I guadagni illeciti? Ai cittadini

Cesare Fardelli

C’è un passaggio chiave a mettere in discussione l’intero caso. Perché Fardelli, Vicano e Suppressa avrebbero dovuto usare dei trucchi per sbagliarsi poi nella classificazione dei rifiuti? L’accusa su questo non aveva dubbi: negli anni 2016 e 2017 la Saf avrebbe guadagnato 1,8 milioni di euro grazie all’errata classificazione dei rifiuti.

C’è un dettaglio: la Saf non è un’azienda privata ma appartiene ai Comuni e quindi ai cittadini. Se anche ci fosse stato l’incasso di 1,8 milioni in più non sarebbe andato nelle tasche di Vicano, Fardelli e Suppressa. Ma sarebbe andato ad abbassare le tariffe che pagano i cittadini. Quindi, perché avrebbero dovuto imbrogliare se poi non ci avrebbero potuto guadagnare?

Non solo. Gli avvocati Domenico Marzi, Sandro Salera e Paolo Marandola hanno fatto notare al Tribunale che fino al 2019 nemmeno la giurisprudenza aveva le idee chiare sul tema. Era divisa tra due scuole di pensiero. Solo nel 2020 si è arrivati ad una normativa che superava i dubbi e faceva chiarezza. Ma i fatti contestati a Vicano – Fardelli e Suppressa sono del 2017. E quindi, se anche avessero commesso un’irregolarità lo avrebbero fatto senza saperlo, convinti invece di essere nel giusto perchè quella era la legge in vigore.

Pagato a caro prezzo

Mauro Vicano

Mauro Vicano ha pagato a caro prezzo il coinvolgimento in quell’indagine. Era il candidato sul quale il centrosinistra aveva deciso di far convergere le sue forze alle scorse elezioni Comunali di Frosinone. È stato il Movimento 5 Stelle a mettersi di traverso dicendo che era un Impresentabile proprio perché coinvolto in un’inchiesta per traffico di rifiuti. Impresentabile lui e pure l’ex presidente della Provincia Giuseppe Patrizi perchè coinvolto in un processo sullo stesso tema ma a Frosinone. E pure lui assolto.

A seguito di quel No grillino Mauro Vicano ha dovuto rinunciare alla candidatura a sindaco per il centrosinistra. Ma si è tolto la soddisfazione almeno di fargliele perdere quelle elezioni a chi non lo ha sostenuto. Ha appoggiato al ballottaggio il centrodestra del civico Riccardo Mastrangeli. Oggi Mauro Vicano siede tra i banchi della maggioranza ed esprime un assessore, Alessandra Sardellitti. Ed è pure innocente.