I paracadutati a Cinque Stelle

I mal di pancia per le candidature attraversano anche il MoVimento 5 Stelle. Elio Lanutti riciclato dall'Idv, già presidente dell'associazione che rilascia la certificazione chiesta da Saxa Gres, candidato a Frosinone. E poi il caso Carlino alla Regione. Ma il nuovo Statuto...

Anche il MoVimento Cinque Stelle ha i suoi paracadutati. Che, in modo puntuale, vengono lanciati sulle liste per le prossime politiche tra i colleghi del Lazio. Tra leghisti pontini, miracolati romani, disperati d’ogni latitudine, i seggi ciociari sono diventati ormai più simili ad un volo di addestramento del 2° Régiment Etranger de Parachutistes inquadrato nella Legione Straniera.

Mimetica pentastellata, elmetto di protezione, zaino tattico d’ordinanza, il paracadutato nei seggi blindati di Lazio2 si chiama Elio Lanutti, senatore della Repubblica uscente, eletto a palazzo Madama cinque anni fa con Italia dei Valori.

Abruzzese di Archi (Chieti), cosa ci faccia tra i seggi che verranno assegnati nel Lazio è evidente. Cosa ci faccia un ex diipetrista nei ranghi grillini lo è un po’ meno. E soprattutto lo è meno ancora il modo in cui sia riuscito a riciclarsi.

Elio Lanutti, senatore IdV in libera uscita nel M5s, paracadutato a nord di Frosinone, è uno dei frutti della svolta imposta al Movimento 5 Stelle da Luigino Di Maio.  E della necessità di mettere un po’ di sostanza tra tanti ‘cittadini’ selezionati senza molta fortuna dalle infinite liste in cui tutti hanno cercato di trovare una collocazione (manco il Parlamento fosse un posto da portantino e le Parlamentarie una selezione pubblica del Collocamento).

Una necessità disperata per il M5S, con cui evitare altri casi simili a quello vissuto con il senatore desaparecido Marino Mastrangeli, candidato e fatto eleggere a Cassino. Che subito dopo avere preso il tesserino per l’ingresso a Palazzo Madama è scomparso con un bel pernacchio a tutti quanti. Muto in questi anni anche di fronte ai drammi della Fca o le traversie dell’Unicas, solo per restare nel suo collegio. Capace, da solo, di dimostrare che le selezioni fatte attraverso la democrazia diretta sono state una delle più colossali baggianate vissute nel Cassinate.

Serviva sostanza. E allora Luigi Di Maio ha pensato di dare vita alla cosiddetta apertura del M5S alla società civile annunciata il 30 dicembre 2017. (leggi qui La nuova frontiera M5S: si agli indagati, agli ex politici, ai non attivisti) Grazie alla quale anche i non iscritti hanno potuto correre per le parlamentarie insieme agli attivisti dei banchetti (che non l’hanno presa benissimo).

Tra i primi acquisti c’è il senatore Elio Lanutti: che si è fondato un’associazione dei consumatori (Adusbef) e la presiede da trent’anni di fila alla faccia dei due mandati di ispirazione grillina per non dare l’impressione di essere attaccati alla poltrona.

Ma il presidente senatore forse ha interpretato in maniera estensiva la norma: mai più di due mandati nello stesso Partito. Così nel 2001 si candida alle elezioni politiche con l’Italia dei Valori senza essere eletto e poi rompe con Antonio Di Pietro. Ci riprova nel 2006 presentandosi come indipendente nelle liste abruzzesi dei Verdi, mancando ancora una volta l’elezione. L’anno buono è il 2008: candidato al Senato come capolista di IdV: viene eletto.

Nel frattempo diviene diventa presidente del Comitato Emas-Ecolabel proprio quella certificazione ambientale che Saxa Gres di Anagni sta inseguendo per poter inserire le ceneri di termovalorizzatore nei suoi impasti. Siamo al bivio per una svolta grillina anche verso l’economia circolare?

La luce del Cinque Stelle lo folgora il 3 aprile 2014. E come Paolo sulla via di Damasco, esclama “Il M5S è la speranza di questo Paese”. Tanto basta per essere emendato e riabilitato, ribattezzato a paracadutato. Nel Lazio a nord di Frosinone.

 

IL CASO REGIONALI

Accanto al caso Lanutti ne sta prendendo corpo anche un altro. È nelle liste per le Regionali del Lazio. Sulle bacheche Facebook e sui MeetUp sta montando la fronda contro la candidatura di Alessio Carlino.

Lo accusano di essersi auto paracadutato nel Movimento. Qualcuno addirittura arriva a paragonarlo ad un nuovo Marino Mastrangeli. Gli viene contestato il suo passato. È il fondatore di Meritocrazia Italiana: il movimento politico che prometteva di rivoluzionare la città di Cassino e invece non è riuscito ad essere in campo. Impegnato nel confronto con gli altri schieramenti, prima che cominciasse la campagna elettorale del 2016, non ha avuto il tempo necessario per mettere a punto la lista, che non è stata accettata per palesi carenze.

Ma anche il suo presente. E gli interessi in materia ambientale, collegati ad un progetto ambientale per la produzione di energia elettrica da biomasse (49 kilowatt ricavati da scarti di piante e sfalci di agricoltura).

Su Facebook alcuni attivisti grillini della prima ora hanno protestato anche in queste ore. E rivelato di avere spedito più di un dossier agli organismi centrali. Lamentandosi del fatto che nessuno ne avesse tenuto conto. Il dibattito appassionato che ne è seguito è tra i favorevoli al boicottaggio delle Regionali e tra i favorevoli al boicottaggio del solo candidato.

Ma Alessio Carlino, a norma del nuovo Statuto del Movimento 5 Stelle varato a dicembre è assolutamente in linea con il nuovo M5S. Non è lui ad essere un intruso. È il MoVimento ad avere cambiato se stesso.

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