Piacere, aspirante Segretario: ecco dove vi voglio portare

Francesco Sordo e Angela Manunza si contendono la segreteria del Partito Democratico di Anagni. Sordo predilige la continuità e l'unione, mentre Manunza punta a un rinnovamento radicale e alla rottura con la vecchia politica locale. Nel pieno di tale competizione, entrambi i candidati hanno risposto ad alcune domande rivelando le loro visioni e obiettivi.

Paolo Carnevale

La stampa serve chi è governato, non chi governa

Sono i due candidati al Congresso che sabato prossimo, dopo mesi di attesa e qualche ritardo di troppo, deciderà chi sarà il nuovo Segretario del Partito Democratico di Anagni. Anche se negli ultimi giorni più di qualcuno dice che si potrebbe arrivare ad un accordo in extremis su un nome terzo, per evitare fastidiose conte interne o vittorie risicate, con conseguenti rapporti di forza interna che sarebbero difficili da gestire.

Francesco Sordo ed Angela Manunza incarnano due visioni diverse del Partito. Sintetizzando all’estremo, Sordo rappresenta la continuità, la voglia di tenere assieme tutto, cercando di mediare e di non spaccare. Manunza invece incarna l’idea del rinnovamento più ampio e radicale. E di conseguenza, la volontà di troncare con tanta, anche a sinistra, vecchia politica locale.

Due nomi, due visioni

Su questioni come le ragioni che li hanno portati a lottare per questo incarico, su come intendano rendere il Pd anagnino più forte, su quali saranno i rapporti tra le correnti e  (soprattutto) su come orienteranno la propria azione politica sia in caso di vittoria che di sconfitta, Sordo e Manunza, in attesa dello scontro (politico) di sabato, hanno risposto ad alcune domande.

Perché ha deciso di candidarsi alla segreteria?

FRANCESCO SORDOPerché il mio Partito non esprime nemmeno un Consigliere comunale nella massima assise cittadina. Questa è ragione sufficiente per scendere in campo e rimboccarsi le maniche.

ANGELA MANUNZALa candidatura mi è stata proposta in maniera quasi unanime dal direttivo uscente, tranne che dal  presidente e dal Segretario (peraltro dimissionari). Quest’ultimo, un giorno, mi ha contattata solo per dirmi di sostenere la candidatura di Sordo, per accordi già presi (da lui). Accordi presi senza alcuna consultazione del Direttivo. Senza una discussione. Senza un confronto.

Io ho accettato la candidatura perché credo nel rinnovamento e me ne faccio portavoce. Ma soprattutto perché, da iscritta al Pd, in nessun caso potrei sostenere un Segretario ed un direttivo costruiti intorno a personaggi che hanno contribuito alla spaccatura del Partito. Che hanno scelto di appoggiare, otto mesi fa,  un candidato che, come io e la parte sana del Partito Democratico abbiamo immediatamente cercato di ricordare a tutti i cittadini, proveniva da quell’estrema destra nella quale, adesso, è ufficialmente ritornato.

Quale realtà pensa di trovare nel partito di Anagni?

FRANCESCO SORDO Una realtà frammentata, sfiduciata ma soprattutto di gente esausta dell’incapacità di dialogare tra anime e correnti.

ANGELA MANUNZASi dovrà fare sicuramente un gran lavoro per aprire un dialogo con tutte le persone (che non sono solo tessere) iscritte al Pd. Con la mia squadra intendo riannodare il confronto tra le parti, che è l’unico modo per risanare le spaccature interne, senza dimenticare comunque chi le spaccature le ha causate. Il Pd di Anagni deve tornare ad essere un Partito di Sinistra, senza mai più lasciare spazio a personalismi e comportamenti che ci facciano perdere questa identità.

Quali le ragioni che dovrebbero spingere gli iscritti a votare lei e non il suo avversario?

FRANCESCO SORDOL’esperienza, la passione, la capacità di ascolto, la pazienza di costruire.

ANGELA MANUNZALa nostra mozione è improntata sul termine rinnovamento e questo sarà il fulcro della mia azione politica, se sarò eletta. Il rinnovamento sotto la mia Segreteria sarà radicale, a partire dal Direttivo. Sarà un direttivo per la maggior parte giovane anagraficamente e politicamente, ma con un occhio di riguardo anche all’esperienza politica di chi ha lavorato proficuamente nel Partito, ha proposto la mia candidatura e ha lavorato insieme a me al progetto.

Cosa farà in caso di vittoria? e in caso di sconfitta?

FRANCESCO SORDOIn entrambi i casi… ridare una sede al partito, riorganizzare una Festa de l’Unità, riorganizzare le campagna adesioni al circolo.

ANGELA MANUNZAIn caso di vittoria inizieremo a lavorare per riportare la politica all’interno del Pd, aprendo un dialogo con tutti gli iscritti, promuovendo iniziative culturali. E tornando di nuovo, dopo anni di inattività, a far sentire la nostra voce su ciò che l’attuale amministrazione non sta facendo per la nostra città. In caso di sconfitta farò senza dubbio parte della minoranza del direttivo.

Troverà  un Pd diviso; come intende ricostruire un partito unitario?

FRANCESCO SORDONon c’è altra strada se non il dialogo, il riconoscimento reciproco delle identità, la consapevolezza che la forza e allo stesso tempo la debolezza del Pd è il suo pluralismo e il suo statuto.

ANGELA MANUNZA – A questa domanda ho già risposto.

Quali temi saranno prioritari nella sua agenda?

FRANCESCO SORDOIl Partito, la sua capacità di riconnettersi alla città. L’elaborazione di temi come lavoro, investimenti, cultura, sostenibilità, sociale che devono tracciare la linea di una futura proposta programmatica di centrosinistra di cui la città ha urgente bisogno.

ANGELA MANUNZADobbiamo riempire la nostra azione politica di contenuti, articolando le nostre proposte e l’azione futura del Pd sul rilancio dell’economia della città, devastata dalla desertificazione industriale. Sulla Sanità, che non riconosce nessun ruolo al nostro comprensorio; sui bisogni delle contrade, andando fra la gente; sulla scuola, che per Anagni è sempre stato un punto di forza”.

La cultura ha impregnato la vita cittadina per secoli ed ora è praticamente ridotta ai giochi per l’infanzia e a qualche spettacolo decadente in occasione della festa del Patrono. Per non parlare delle inadempienze tecniche delle destre al potere: la frana della Calzatora ed una viabilità indegna di un paese europeo stanno lì a ricordarci che c’è una montagna di lavoro che, semplicemente, non viene eseguito”.