Quattro cose quattro ai cassazionisti da bar

Senza Ricevuta di Ritorno. La ‘Raccomandata’ del direttore su un fatto del giorno. La differenza fra Legge e Giustizia: elementare ma immensa. E la necessità che tutti la conoscano. Anche se di mezzo c'è un morto di 17 anni

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Nei Paesi civili, la convivenza viene regolata da Leggi e decreti. Sono loro a stabilire cosa è lecito fare e cosa è reato. Ogni Paese stabilisce cosa sia lecito fare e come punire gli illeciti, in base alla sua storia ed alla sua esperienza. Ad alcune latitudini la tangente è segno di buona creanza, ad altre per lo stesso fatto ti tagliano le mani.

Nell’ordinamento italiano, uccidere una persona è reato. Si chiama omicidio. Ne esistono di quattro tipi.

Per fare un esempio. La moglie del nostro collega Giovanni Giuliani, decide di non sopportarlo più: si organizza e questa sera, quando lo vede rincasare, gli scarica addosso il contenuto di un’intera rivoltella. Ha la nostra umana comprensione ma è omicidio volontario. In pratica: volevo uccidere, mi sono organizzata per farlo, l’ho fatto.

Il luogo dell’uccisione del 17enne formiano Foto: Franz Petrò Falese

Altro esempio. Il nostro Giovanni Giuliani vuole spaventare la moglie. Si presenta con il caffè davanti a lei senza radersi, appena sveglio sl mattino, presa dallo spavento la signora muore. E’ omicidio preterintenzionale: sono andato oltre l’intenzione.

Terzo tipo. Faccio retromarcia con la macchina, sono notoriamente distratto, investo Giovanni. È omicidio colposo. Cioè per mia imperizia, o negligenza, ho determinato la morte di una persona.

Caso numero quattro e tecnicamente più complesso caso. Omicidio come conseguenza di altro reato: ti cedo una dose di droga e tu muori; ti ho ucciso come conseguenza del reato di spaccio. Ti passo una pistola detenuta in modo illegale, parte il colpo: omicidio come conseguenza del porto abusivo d’arma.

Meglio dirle, le cose, anche se evidenti. Ci sono troppi presidenti di Cassazione in giro davanti ai bar, che giudicano la morte di un 17enne. (Leggi qui Formia, ai domiciliari lo studente accusato della morte di Romeo Bondanese).

Moralmente, è un’altra faccenda. Moralmente, non c’è parola da dire: solo chi sta piangendo è legittimato ora a parlare, condannare, capire. E, se ce la fa, a perdonare.

Giuridicamente i casi sono 4, non si scappa. Volevo uccidere; volevo ferire ed ho ucciso; sono distratto ed uccido; uccido come conseguenza di un altro reato più piccolo. Il resto è chiacchiera da bar.

Ma giuridicamente: invece di parlare di cose che non esistono tranne nei film, avete la possibilità di trasferivi in Iran oppure evitare di avventurarvi in cose sulle quali rischiate di fare confusione. E sollevare veleni dei quali in questo momenti, fidatevi, non c’è bisogno.

Senza Ricevuta di Ritorno.