RdM, la Regione corregge l’Aia ma all’azienda non basta

L'illusione dura poche ore. La Regione Lazio rivede le autorizzazioni per la Reno De Medici. Ma la sostanza non cambia. Fonti vicine all'azienda confermano che allo stato attuale non è previsto il ritiro della procedura di licenziamento né di quella per la cessazione dell'attività.

Al momento non sussistono le condizioni per la ripresa della produzione nello stabilimento Reno De Medici di Villa Santa Lucia. È una doccia gelata quella che arriva da Milano: ghiaccia sul nascere le speranze che nella mattinata di venerdì avevano dato un’illusione ai 132 lavoratori della cartiera per i quali è già partito l’iter di licenziamento collettivo con contestuale chiusura della fabbrica e della produzione.

L’illusione del mattino

Orazio Capraro

A dare quella speranza durata poche ore era stato il sindaco di Villa Santa Lucia, Orazio Capraro. Lo aveva fatto con un post sulla sua pagina social. Annunciava che la Regione Lazio ha rielaborato e rilasciato una nuova Autorizzazione Integrata Ambientale alla cartiera Reno de Medici di Villa Santa Lucia, con ancora alcune restrizioni. Ma – spiegava il sindaco – scioglie il nodo che aveva portato l’azienda ad annunciare la chiusura ed il licenziamento.

Nelle settimane scorse il gruppo RdM aveva deciso di cessare la produzione di cartoncino ottenuto da materiali riciclati in provincia di Frosinone. Lo aveva fatto per via delle limitazioni contenute in un provvedimento del tribunale di Cassino. Faceva seguito ad una serie di lavori decisi dall’azienda sul suo ciclo di depurazione, avviati dopo un’indagine che aveva interessato l’impianto di depurazione esterno gestito dal Consorzio Industriale. Per questo RdM si era attivata, aveva investito nei lavori, costruito le condizioni con cui riteneva di poter superare il problema.

Le limitazioni sono nell’autorizzazione a riprendere la produzione. Tra le limitazioni c’era l’obbligo di smaltire tutti i fanghi; Reno De Medici evidenziava che una parte dei fanghi (i cosiddetti ‘fanghi primari‘) sono invece elemento essenziale per la produzione in quanto carichi di cellulosa ed il loro riciclo è basilare per ottenere quel tipo di cartoncino.

Il problema resta per intero

Daniele Maura

Al termine di un vertice in Regione, “gli uffici regionali e quelli ministeriali hanno chiarito l’interpretazione di alcuni passaggi ambigui della normativa. Sulla base di quei chiarimenti – dice il sindaco – è stata rilasciata la nuova Aia”. “Per noi – aveva commentato il consigliere regionale Daniele Maura che aveva sollecitato il confronto tra Regione e Ministero – è una notizia che lascia intravedere lo spiraglio tanto atteso”.

Nessun commento dall’azienda. A parlare per lei sono fonti non ufficiali. Ma assolutamente ben qualificate. Spiegando che la determina dirigenziale che ha modificato l’autorizzazione ambientale lascia in piedi i due nodi principali che hanno portato alla decisione di licenziare i 132 dipendenti ed a trasferire la lavorazione di cartoncino. La conseguenza pratica è che allo stato attuale non è previsto il ritiro della procedura di licenziamento né di quella per la cessazione dell’attività.

RdM ritiene che i ‘fanghi primari‘ ed i ‘fogliaccisiano materiale che non va smaltito in quanto è parte essenziale della produzione in virtù della sua carica di fibre. Proprio questo punto resta irrisolto. A sciogliere la diversa interpretazione può essere solo il Ministero dell’Ambiente, al quale la Regione Lazio nei giorni scorsi ha inviato un apposito ‘interpello’. Al quale fino ad oggi non risulta giunta risposta.