Se niente vale tutto è permesso, e allora ammazzare una capra è facile

La brutale uccisione ad Anagni compiuta da ragazzi della "Fiuggi-bene". Il segnale che nulla conta. E allora tutto è permesso. Ma alla vita troncata non c'è rimedio. E dietro quei calci non c'erano solo i ragazzi

Paolo Carnevale

La stampa serve chi è governato, non chi governa

(ANSA) – ANAGNI, 29 AGO – I carabinieri della compagnia di Anagni stanno esaminando le immagini diffuse in mattinata dall’edizione di Frosinone del quotidiano Il Messaggero, nelle quali si vede un gruppo di diciottenni al termine di un compleanno uccidere a calci sulla testa una delle caprette che si trovava nell’agriturismo dove si erano tenuti i festeggiamenti.

Nel primo video, diffuso sui social, si vedono i ragazzi trasportare su una carriola una capretta che poi viene lanciata da una finestra; nel secondo video invece si vede uno dei ragazzi prendere la rincorsa per colpire a calci sulla testa l’animale tramortendolo, ripetendo la scena fino ad ucciderlo. La capretta si era lasciata avvicinare senza fare resistenza perché abituata alla presenza umana ed alle visite delle famiglie. (ANSA).

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ADN0580 7 CRO 0 DNA CRO RLA (ADNKRONOS) “Un gesto di pura, assoluta crudeltà, che merita di essere punito in proporzione alla gravità del fatto”. Così Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente (Leidaa) definisce l’uccisione di una capretta durante una festa di compleanno ad Anagni (Frosinone), filmata in tutte le sue fasi con lo smartphone e diffusa sui social.

“Colpisce – aggiunge la deputata, che presiede l’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali e la tutela dell’ambiente – la totale assenza di empatia, la totale insensibilità di chi ha compiuto quest’azione del tutto immotivata, e quella di chi ha ripreso l’avvenimento come se la distruzione di una vita fosse uno spettacolo godibile.

ISSN 2465 – 1222 – 29-Aug-2023

ADN0696 7 CRO 0 DNA CRO RLA (ADNKRONOS) “Le immagini della capretta uccisa a calci da alcuni giovani dopo una festa in un agriturismo in provincia di Frosinone, lasciano senza parole. Si tratta, infatti, di un gesto di rara violenza e di una crudeltà inaudita che desta profonda indignazione”. Lo dichiara l’assessore al Bilancio, alle Politiche Agricole, alla Caccia e Pesca, Giancarlo Righini.

“Il fatto che la vittima sia un animale dimostra inoltre la codardia e la cattiveria di chi è privo di qualsiasi etica morale. Bene la Procura che ha già iscritto nel registro degli indagati i due responsabili. Ai proprietari dell’agriturismo va tutta la mia solidarietà e quella della Regione Lazio”, conclude l’assessore Righini.

(Chc/Adnkronos)

ISSN 2465 – 1222
29-Aug-2023 16:10

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Scusate, ma stavolta parlo da insegnante. Perché nell’atroce vicenda dei giovani della Fiuggi bene (qualunque cosa voglia dire bene) che prendono a calci una capretta fino ad ammazzarla in un agriturismo di Anagni, c’è un dettaglio importante che mi chiama in prima persona.

Quei ragazzi fanno parte del mio mondo. Sono studenti che, magari, mi sarà capitato di vedere la mattina a scuola, o a passeggio in città. Non sono propriamente miei studenti, ma non fa alcuna differenza. Perché quei ragazzi che ridono e sghignazzano mentre ammazzano un povero animale colpevole solo di essere lì ci dicono che qualcosa sta andando male. E che bisogna darsi da fare, ed in fretta.

Addio valori, benvenuta cieca violenza

Panorama di Anagni (Foto © DepositPhotos)

“Se Dio non c’è, tutto è permesso” si trova scritto ne I fratelli Karamazov. Io non sono credente. Ma la frase di Dostoevskij si applica benissimo anche al di fuori del mondo della religione. Perché ci dice, in fondo, una cosa molto semplice. E cioè che è nel vuoto dei valori e dei punti di riferimento che nascono le aberrazioni. Di chi pensa che la vita di qualcuno, anche di un animale, sia qualcosa con cui giocare, ridere, scherzare.

Quei ragazzi che prendono a calci una capra fino ad ammazzarla non lo fanno perché cercano il male. E neppure perché vogliono allontanarsi dal bene. Lo fanno perché pensano che nulla conti. E se nulla conta allora, come si diceva, tutto è permesso.

Non se ne esce condannandoli alla gogna. E neppure chiedendo pene esemplari. Anche se comunque quei giovani dovranno rispondere di quello che hanno fatto: perché un altro problema è proprio questo.

Il condono facile e il perdono inutile

Credere che tanto, alla fine, tutto verrà perdonato, condonato. Non è così, purtroppo. Ad una vita troncata non c’è rimedio. L’unica strada è la lenta, tenace, testarda, ricerca dei valori perduti. Una ricerca alla quale tutti dobbiamo contribuire con quello che siamo, con le possibilità che abbiamo.

Parlo per me; quante volte mi sono fermato a guardare i miei studenti senza osservarli davvero? Quante volte li ho valutati senza capirli davvero? Quante volte Storia, Geografia, Letteratura, sono stati sterili discorsi senza carne e sangue?

Ogni volta che è accaduto ho, inconsapevolmente, dato anch’io un calcio a quella povera capra. Che ammazziamo ogni volta che da genitori, difendiamo i nostri figli senza capire chi sono davvero, cercando di essere amici, invece che adulti. Quando, come istituzioni, voltiamo la testa dall’altra parte per non fare i conti con i nostri errori.

L’occasione per tornare indietro: l’ennesima

Questa tragedia può essere un’occasione per tornare indietro. Torniamo a parlare con i nostri figli, con i nostri studenti, con i nostri concittadini. Non abbandoniamoli al vuoto. Ma bisogna darsi da fare sul serio.

Altrimenti ci saranno altri calci ad un animale, altri ragazzi picchiati, altre ragazze violentate, altre persone uccise. Non per rabbia, ma per noia.

(Foto di copertina © DepositPhotos.com)