Top e Flop, i protagonisti di mercoledì 26 luglio 2023

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di mercoledì 26 luglio 2023.

Top & Flop. I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di mercoledì 26 luglio 2023.

TOP

SILVIO BRUSAFERRO

Silvio Brusaferro (Foto: Leonardo Puccini / Imagoeconomica)

Tòh, chi si rivede. E’ stato uno degli uomini della stagione tetra e per certi versi epica del Covid. Stagione in cui all’attacco del virus si era contrapposto un gigantesco fronte comune di scienza, politica e governi. Il presidente dell’Istituto Superiore di sanità Silvio Brusaferro è stato tra coloro che hanno individuato ed impugnato parte delle “armi” e che hanno combattuto la pandemia.

Lo ha fatto con dovizia e non senza quei toni di ritorno agri ed un po’ esasperati. Toni che si creano tutte le volte che le società sono messe alle strette in punto di libertà personali. Ma il Covid ci ha lasciato una lezione ed è stata lezione semplice e terribile. E’ quella per cui le minacce biologiche non dovranno essere più prese sottogamba. O censite solo nella pigra enunciazione di consessi scientifici per specialisti.

Ecco perché l’Iss “di Brusaferro” ha immediatamente messo in guardia gli italiani da un potenziale pericolo. Lo ha fatto dopo l’isolamento del primo caso confermato di infezione da virus West Nile (Wnv) nell’uomo nel 2023. Caso che era stato “segnalato in un donatore di sangue nella Provincia di Parma (provincia già colpita dalla circolazione del virus negli animali vettori)”.

Foto: John Still via Imagoeconomica

I dati sono crudi, per nulla allarmanti ma forieri di una nuova soglia di serena attenzione. Salgono infatti a 14 le Province “con dimostrata circolazione di Wnv in vettori e animali, appartenenti a 5 Regioni: Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Sicilia e Sardegna. C’è una lettura: “Quest’anno la stagione di trasmissione di malattie trasmesse da insetti ha avuto un inizio precoce in Italia. La circolazione del virus West Nile, infatti, è stata confermata dalla presenza del virus in pool di zanzare e in avifauna nel paese già nel mese di maggio 2023”.

E c’è stata già una risposta: “Sono state di conseguenza attivate precocemente le misure di prevenzione su trasfusioni e trapianti nelle aree interessate. Recentemente anche l’Ecdc ha lanciato un alert sulle zanzare invasive e i conseguenti rischi per la salute“. Questo perché “è possibile che la circolazione di questo o di altri patogeni trasmessi da insetti possa aumentare nelle prossime settimane“.

Con il Covid era tutto più facile: era immanente, uccideva ed aveva piegato e piagato un pianeta. Ora con i nuovi “attacchi” serviva dimostrare che niente più passerà sottogamba. Ed è stato fatto.

Zampirone di Stato.

MAURIZIO FEDERICO

Maurizio Federico

I segnali sono ancora più forti quando arrivano da un contesto dal quale non te li aspetti. Perché non hai la guardia alzata, non sei pronto a parare quel messaggio. Immaginate se durante una presentazione dei nuovi gin tonic elaborati da un celebre barman fossero dei camerieri in carrozzina a servire i cocktail, dicendo “se devi guidare è meglio che bevi poco poco poco”. Devastante, vero?

È la strategia scelta dall’Automobil Club di Frosinone: in occasione della presentazione di una gara basata sul motore spinto al massimo e l’abilità del pilota di tenere in strada quell’auto, hanno riportato tutti con le ruote a terra ricordando ‘La strada non è un videogioco‘.

Lo hanno fatto dal teatro comunale di Fiuggi nell’ambito del Rally di Roma Capitale. Presenti veri mostri di bravura al volante (Max Rendina è un pilota pluridecorato) affiancandogli chi oggi può portare la testimonianza del dolore (Edward Von Freymann, papà di Gaia, la ragazza che insieme all’amica Camilla venne investita ed uccisa a Roma su corso Francia nel 2019).

L’idea del presidente Aci di Frosinone Maurizio Federico è che il rally vada oltre la gara agonistica, ricordando che la gara si fa in un tracciato chiuso mentre la guida di tutti i giorni è un’altra cosa. E poi il rispetto per l’ambiente: Fiuggi sarà una delle basi fondamentali per il rally e le vetture di staff saranno elettriche o ibride, alimentate con generatori a basso consumo o da fonti rinnovabili. Perché il messaggio ti arriva dritto in pancia se lo mandano da dove meno te lo aspetti.

L’altro modo di guardare la corsa.

FLOP

WALTER MAURIELLO

Walter Mauriello

Il dottor Walter Mauriello è una di quelle persone che per lo più sostiene tesi con un certo senso, ovviamente a traino di una sua concezione dello Stato e di cosa dovrebbe essere e fare, ma ci sta. Il presidente di Meritocrazia Italia si è cimentato più volte con temi sui quali ha dimostrato una capacità di mediazione tra gli estremi che in Italia è rara. D’altronde il nostro è un Paese dove la polarizzare è uno sport, più che un’esigenza razionale.

Perciò quando Mauriello decide di affrontare temi che di polarizzazione spinta sono stati già fatti ammalare le sue argomentazioni perdono ossigeno. E tendono a cadere in quelle nicchia di “asfissia” che a volte le rende pleonastiche. Come sul tema della giustizia ad esempio, dove proposte, letture, interpretazioni e mezze rivoluzioni ormai si sprecano. E a parere dell’uomo di punta di Meritocrazia Italia c’è un passaggio che andrebbe riformato.

“Si torna a discutere dei concorsi in magistratura. Tanti sono i giovani pronti ad affrontare la sfida, desiderosi di realizzare le proprie ambizioni professionali. Le modalità di selezione, però, non possono non risentire delle esigenze di rigore imposte dalla delicatezza dell’impegno. Insomma, per fare il magistrato serve un setaccio più stretto perché fare il magistrato non è cosa da poco.

Il concetto è inattaccabile, ed è forse per questo motivo che oggi per entrare in magistratura serve un esame unanimemente considerato tra i più ostici sul pianeta. E sul concorso per l’accesso in magistratura? “Alle esigenze di ristrutturazione della giustizia non si risponde senza la giusta attenzione per competenza e merito dei candidati.

(Foto © DepositPhotos.com)

Candidati “che non devono essere selezionati sulla base della mera conoscenza delle leggi e dei precedenti. Ma devono saper dimostrare di possedere una sensibilità più ampia. E qui la briscola è quella “dell’esperienza maturata sul campo, almeno, nell’esercizio della professione legale”.

Fin qui il buon senso di spreca. “Con la previsione dello svolgimento di almeno 10 anni di professione legale come requisito di ammissione alle prove concorsuali. Per svolgere al meglio l’incarico, sono fondamentali competenze e conoscenze tecniche che solo l’esercizio sul campo, soltanto l’esperienza può dare”. Insomma, prima fai 10 anni da burba e poi ti avvii a fare il mestiere.

Ma se non inizi a fare il mestiere resterai sempre “burba”. E in Italia c’è già il percorso da uditore giudiziario che garantisce un training. Magari perfettibile, ma non certo cassabile.

Magari basta con le ricette.

COSIMINO MITRANO

Cosmo Mitrano

È stato uno dei sindaci più rivoluzionari di Gaeta. Ha trasformato la città. Rendendola da sonnacchiosa meta per il turismo balneare estivo a perla del Tirreno per i visitatori in tutto l’anno. A lui si deve la trasformazione del Waterfront, l’ampliamento del porto, l’inverno con il festival delle luminarie. Cosimino Mitrano con la fascia di sindaco ha sfornato decine di ciambelle profumate e gustose per la città che è stato chiamato ad amministrare.

Ora che sta in Regione Lazio però arriva in tavola una ciambella diversa dalle altre: bruciacchiata e senza buco. Perché il porto di Gaeta risulta escluso dai finanziamenti del Pnrr. Lo conferma il presidente dell’Autorità di sistema portuale del mar Tirreno centro settentrionale Pino Musolino. In pratica il sistema che mette insieme Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta.

Per capirci qualcosa, gli attuali amministratori di Gaeta lo hanno dovuto convocare in audizione dal Consiglio comunale. È lì che Musolino ha sfornato la ciambella nera e senza buco. «Al mio arrivo il 15 dicembre 2020 – ha detto – non ho trovato nei cassetti né progetti definitivi né cantierabili da poter sottoporre al governo Conte, ed era impossibile presentarne in un mese e mezzo».

A rendere grave la cosa è che nello stesso periodo Fiumicino e Civitavecchia avevano sviluppato i loro progetti, ora supportati da 50 milioni di finanziamenti della Cassa depositi e prestiti ed altri e 29 che vanno ad aggiungersi all’accordo per 50 milioni siglato con l’Authority nel 2018. Di quei soldi, a Gaeta arriverà nulla: né in termini di finanze né in termini di progetto.

Di chi è la colpa? «Se per il porto commerciale di Gaeta non sono state presentate proposte di finanziamento nell’ambito del piano nazionale di ripresa e resilienza è perché le richieste sono state chiuse 44 giorni dopo il mio insediamento avvenuto il 16 dicembre 2020. Le responsabilità non sono attribuibili al sottoscritto ma penso che il comune debba effettuare un doveroso mea culpa» ha detto Pino Musolino.

Colpito e affondato.