Top e Flop, i protagonisti di venerdì 5 gennaio 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di venerdì 5 gennaio 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di venerdì 5 gennaio 2024

TOP

GIORGIA MELONI

Giorgia Meloni

I punti di vista sono tanti e diversi. Da destra dicono che Giorgia fa sbavare la sinistra (Il Tempo) e che siamo in presenza di Io sono Giorgia, Atto secondo (Il Giornale), in quanto La Meloni fa le pulizie della Befana (La Verità).

Da sinistra invece riassumono la conferenza stampa di ieri con un Io, Patria e famiglia (Il Manifesto) sottolineando che sia stata del tutto evanescente in un corsivo dal titolo “I vestiti nuovi dell’imperatrice” che ricorda la celebra favola di Andersen in cui il re era nudo ma nessuno nella corte aveva il coraggio di dirglielo (sempre Il Manifesto). Infatti c’è chi evidenzia “Nessuno ha chiesto a Meloni perché sono stati lasciati affondare 61 naufraghi” (L’Unità) o chi le contesta ”Niente questione morale” Giorgia leggi queste carte” (Il Fatto Quotidiano).

Analitico Claudio Cerasa su Il Foglio, forse la sintesi politica più calzante:

Impeccabile sull’Ucraina (“Kyiv va sostenuta”). Perfetta su Israele (dopo il 7 ottobre è divenuto ancora più centrale combattere “la recrudescenza dell’antisemitismo”). Precisa sui pistoleri d’Italia (il pistolero Pozzolo, parlamentare di FdI, è stato sospeso ieri dal Partito). Efficace quando si parla di maternità e lavoro (“Lavoro affinché le donne possano conciliare sempre meglio lavoro e maternità”). Furba quando si tratta di scegliersi gli avversari (Giuseppe Con te, secondo Meloni, “ha messo in difficoltà l’Italia”, con Schlein invece Meloni è più dolce, più protettiva, e si è detta pronta a fare un confronto in tv).

Scaltra nel cercare i temi più adatti per provare disperatamente a essere sempre se stessa (sulle banche per esempio, “siamo gli unici che le hanno colpite”, ha detto Meloni spacciando per tassa una norma, come quella degli extraprofitti, il cui gettito nelle casse dello stato ha una stima da capogiro: zero euro) e per provare a dimostrare di essere sempre coerente con la sua storia (nota a margine: l’unica volta in cui Meloni ha utilizzato la parola coerenza, nella sua conferenza stampa fiume di ieri, è stata sulla Via della seta). E, infine, abile a giocare, nella stessa giornata, almeno quattro parti in commedia. Di lotta, di governo, di maggioranza, di opposizione.

Giorgia Meloni

Inutile proporre una sintesi: troppo divisivo l’argomento. Sul quale il destino ha poggiato lo sguardo, facendo durare più del previsto la Conferenza stampa e regalando alla premier quello che invece la farà apprezzare anche dai suoi avversari: “A regà, scusatemi mai devo andare in bagno, temo di non farcela”.

È esattamente questa la forza dirompente della Presidente del Consiglio dei Ministri. Che potrebbe rivelarsi decisiva per tenerla stabilmente a Palazzo Chigi. È il suo essere umana: lo sbattere fuori di casa il compagno senza troppi complimenti nel momento in cui l’ha umiliata facendo il piacione davanti alle telecamere; il suo scegliere la recita della figlia anzichè un incontro internazionale; finanche una pipì che reclama al punto di rompere un protocollo che mai fino ad oggi era stato violato.

È tutto questo a rendere umana Giorgia Meloni non facendola percepire a casa come una politica. Abbattendo le distanze e dando un senso alla parola ‘sociale’ che ad altre latitudini è rimasta solo nello statuto ma non nelle politiche.

Mi scappa la pipì, per fortuna.

GIANFRANCO PIZZUTO

Gianfranco Pizzuto

Avere un sogno è legittimo e bellissimo, ed avercelo esattamente nel punto in cui un precedente sogno è morto è da considerarsi il top di gamma dell’imprenditoria audace. Tutto ruota intorno a “Fulminea”. Il creatore di Fulminea è Gianfranco Pizzuto, fondatore delle Automobili Estrema.

Pizzuto è un imprenditore che ha già effettuato le visite sul sito che dovrebbe vedere la sua creatura diventare realtà. Dove? Presso l’impianto di Grugliasco, dove ha avuto un summit di fine anno con il sindaco Emanuele Gaito. La tappa all’Unione Industriali è servita poi per avviare la ricerca di soci e investitori per il suo progetto.

Pizzuto vuole comprare il sito dismesso da Stellantis e messo in affitto dopo le glorie targata Maserati. La proprietà vuole circa 25 milioni per gli oltre 210mila metri quadrati di superficie e un paio di terreni edificabili annessi. Pizzuto ha spiegato però a Quattroruote che “tutta l’operazione tra acquisto degli immobili e i lavori necessari per una nuova suddivisione degli spazi richiede tra i 50 e i 60 milioni di euro.

Ma cos’è Fulminea? I primi esemplari sono stati venduti già a fine 2023, è un vero condensato di tecnologie innovative e pare pesi solo 1500kg: un “vero record per le supercar elettriche, che spesso hanno un peso attorno alle due tonnellate per via dell’enorme peso della batteria”. Fulminea sarà prodotta in soli 61 esemplari.

Si tratta di una hypercar totalmente elettrica da 2040 cavalli. Ha una potenza “che la spinge da 0 a 320 chilometri orari in meno di 10 secondi e una autonomia di 520 chilometri”. E sì, il suo “papà” la vuole produrre a Grugliasco, nell’ex stabilimento Maserati ed ex Bertone. Dove un altro sogno era cominciato, per poi finire.

Visionario, quindi bravo.

FLOP

ALESSANDRO ORSINI

Alessandro Orsini (Foto: Valerio Portelli © Imagoeconomica)

Le iperboli, le maledette iperboli. Ad Alessandro Orsini lo frega la dicotomia tra l’accademico di rango alto ed il duellare mainstream che spreme il linguaggio più dallo spleen che dai tomi su cui si è ammazzato da giovane. E quando Orsini decide di derogare dalla mission accademica per vestire i panno di un Mister Hyde tignoso accade una cosa.

Che le cose sensate che dice diventano insensate perché le dice in un modo che provoca senza asserire. Perciò l’Orsini accademico arretra ed avanza fiero l’Orsini polemista. Quello di cui si racconta che pare pronunci le parole “Ucraina”, “guerra” e “Putin” con una cadenza che sfiora le 100 volte per lezione. Chi lo sostiene secondo vulgata?

Alcuni suoi studenti dei corsi alla Luiss di Roma che goliardicamente lo hanno monitorato su questo suo claim interiore. E su X-Twitter Orsini è ricaduto nel trappolone di usare iperboli ed immagini forti per proclamare verità che, in punto di empiricità, non hanno bisogno di esagerazioni ancelle. Cosa ha scritto il prof? “Se Putin avesse bombardato l’Ucraina come Netanyahu la Palestina, Zelensky sarebbe da tempo in un’ampolla di vetro poco più grande di una pepiera da tavola.

Magari è tutto vero, ma al contempo è tutto talmente splatter e kitsch che alla fine quello che Orsini avrebbe voluto far passare retrocede rispetto a ciò che sempre quello stesso Orsini ha voluto “caricare”. Solo poche ore fa c’era stata la lite del docente con Alessandro Sallusti e a E’ sempre Cartabianca di Bianca Berlinguer su Rete4.

Il docente di sociologia del terrorismo internazionale aveva detto: “E’ una possibilità remota che Hezbollah attacchi Israele, non ci sono le condizioni per cui Hezbollah possa sconfiggere Israele e ritengo che queste condizioni non si concretizzeranno mai. A Gaza è in corso una pulizia etnica, lo dicono gli articoli del Wall Street Journal e del Washington Post, non di Hamas.

Un concetto condivisibile o meno, ma cheto, anche se polarizzante. Il guaio è che quella fase, quella cognitiva, Orsini la usa come piattaforma di lancio. E come i missili Himars le sue parole schizzano via dal piano cartesiano e si sparano in un’orbita rissosa.

Dove non bucano coscienze, ma bruciano la possibilità che le stesse si formino. Per un divulgatore del Terzo Millennio è pregio certo, ma per un docente è un difetto. E a noi l’Orsini docente non dispiacerebbe affatto.

Cose sensate in mood insensato.