Bilancio, Pd non pervenuto: rinuncia a proporre correzioni

CRISTINA DELLE FRATTE per CIOCIARIA EDITORIALE OGGI

L’opposizione esiste. Ma solo sulla carta, perché del centrosinistra, soprattutto del Pd, non si ha alcuna traccia. Quando manca una settimana alla discussione del Bilancio di previsione, l’atto più importante di un’amministrazione, il dibattito è totalmente inesistente. Nessun intervento. Nessun tentativo di apportare delle migliorie al documento contabile. In sintesi: nessun emendamento presentato dai dem.  

«La nostra è una scelta politica – spiega il capogruppo Michele Marini – Non condividiamo nulla dell’azione messa in campo da questo governo cittadino e poi qualsiasi nostra proposta sarebbe stata bocciata ».

Eppure la minoranza ha un ruolo, perché dovrebbe fungere da pungolo di sottrarsi ad un confronto fondamentale, perché incentrato su una pratica che determina quelle che sono le priorità su cui lavorare, la dice lunga sul ruolo, a questo punto irrilevante, assunto dal Partito democratico in Consiglio.

   L’impressione è che l’attenzione sia rivolta ad altre questioni. Su tutte la scelta del prossimo candidato sindaco che dovrà vedersela con Nicola Ottaviani, qualora decidesse di tentare il bis, o con chi dovesse prendere il suo posto. Del resto le vivaci reazioni suscitate dall’ipotesi della scesa in campo del presidente dell’Ordine dei medici Fabrizio Cristofari hanno ampiamente dimostrato che il Pd, quando vuole, sa tirare fuori le unghie.

   Tornando agli emendamenti, il partito più attivo è senza dubbio stato il Psi, rappresentato in Assise da Massimo Calicchia. Tre quelli presentati, di cui due non ammissibili, come spiega il dirigente del Settore Finanze Vincenzo Giannotti: «Il primo, ed è quello che potrà essere sottoposto a votazione, chiede che i consiglieri rinuncino completamente al gettone di presenza per andare ad implementare il fondo Solidiamo. Gli altri due tirano invece in ballo le indennità di funzione di sindaco e assessori e prevedono un’ulteriore riduzione dei compensi. Questi, però, non potranno arrivare in aula perché i consiglieri non possono decidere di tagliare gli stipendi al primo cittadino e ai membri dell’Esecutivo, senza contare il fatto che sono già stati dimezzati e che alimentano ogni mese proprio il fondo Solidamo». Un altro emendamento, invece, è stato presentato dalla maggioranza e assicura la copertura finanziaria, fino al 31 dicembre 2015, dei servizi sociali.