Scintille Buschini – Scalia per il simbolo a Cassino e Sora

CORRADO TRENTO per CIOCIARIA EDITORIALE OGGI

Una settimana fa l’atto finale di una stagione congressuale unitaria, con Simone Costanzo segretario, Sara Battisti “vice”, Domenico Alfieri presidente. E con la legittimazione politica reciproca delle varie componenti. Ma giovedì a Roma, presso la segreteria regionale, alla presenza di Fabio Melilli, “scintille” tra il senatore Francesco Scalia e l’assessore regionale Mauro Buschini. Motivo del contendere, la ricostruzione delle vicende politiche delle passate elezioni comunali: a Cassino e Sora, ma non solo.

Un vertice movimentato
C’erano il segretario provinciale Simone Costanzo, Sara Battisti (vicesegretario), il presidente Domenico Alfieri, i senatori Francesco Scalia e Maria Spilabotte, il deputato Nazzareno Pilozzi, il presidente della Provincia Antonio Pompeo. Tra le questioni più “spinose” quelle del simbolo del partito, a Sora e Cassino. A Sora deve stare sulla scheda? E a Cassino a chi va dato? Alla fine è stato deciso di non decidere. O meglio: saranno i circoli locali a stabilire cosa è meglio fare. Nella sostanza la patata bollente è stata scaricata a loro. Mauro Buschini e Francesco Scalia, però, nel duellare al cospetto di Melilli, hanno comunque fatto emergere visioni profondamente diverse. Perché è chiaro che il simbolo sulla scheda a Sora finirebbe con “annacquare” in ogni caso il risultato del candidato a sindaco Ernesto Tersigni. Sia nell’ipotesi di vittoria che in quello di sconfitta. A Cassino, invece, non assegnare il simbolo a nessuno dei candidati a sindaco (Giuseppe Golini Petrarcone, Marino Fardelli e Francesco Mosillo) significherebbe comunque che il partito non intende schierarsi con Petrarcone. In realtà l’incrociare di sciabole tra il senatore Scalia e l’assessore Buschini dimostra che le distanze restano.

Il congresso continua
Dunque la parola passa ai circoli locali. A Cassino tra Simone Costanzo e Domenico Alfieri è finita in perfetta parità: 112 a 112. Ma è il risultato delle singole liste che può fare la differenza. Nell’area di Alfieri, la lista ‘Democratici Si Cambia’ di Scalia ha ottenuto 108 voti, quella con Alfieri Segretario (Pilozzi e Alfieri) 4. Mentre nell’area di Costanzo, 90 voti per Pensare Democratico di De Angelis, Buschini e Battisti e 22 per Partecipazione Democratica di Costanzo. All’orizzonte si profila l’ennesima conta. A Sora, invece, Alfieri (60 voti) ha battuto Costanzo (41). Con Alfieri Segretario ha avuto 49 preferenze, Democratici Si Cambia 11. Quindi, 36 voti per Pensare Democratico, 5 per Partecipazione Democratica. È evidente che le decisioni dei circoli locali metteranno in evidenza anche possibili alleanze diverse da quelle messe in campo per la corsa alla segreteria.

Il rapporto tra i livelli
Durante la discussione congressuale, però, la necessaria autonomia dei circoli territoriali era stata evidenziata, aggiungendo però che nelle situazioni più complesse la Federazione provinciale avrebbe detto la sua. Sia Francesco De Angelis che Sara Battisti avevano rimarcato questo aspetto. Adesso sarà interessante vedere come verrà districato il nodo, che era e resta politico. Perché la realtà dei fatti è che non c’è unità nel Pd sulle candidature a sindaco (Cassino) e neppure sull’uso del simbolo (Sora).

Così come a Frosinone, dove tra un anno si vota, i “veti preventivi” stanno minando non soltanto ogni possibile candidatura a sindaco ma perfino l’opzione delle primarie. Spostare la discussione nei circoli locali serve soltanto ad aggirare l’ostacolo. Senza saltarlo però.

 

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