Veroli è la seconda città della provincia di Frosinone per importanza tra quelle chiamate alle urne il 26 maggio. Le tre sfide in campo. E le ricette dei tre aspiranti sindaco.
Veroli una e trina. Una al voto amministrativo, trina nelle ricette governative. Veroli che respira l’aria ventosa della politica che conta, Veroli che non rinuncia all’ossigeno un po’ stantio del voto da strapaese. Veroli persa fra l’abito sartoriale di “laboratorio politico” e la casacca ciociara del “dai usciamo ché c’è il comizio e mettiti la cravatta“.
E sono in tre, a giocarsela, in questo voto amministrativo in salsa ernica, con nuances provinciali e rimandi di alta strategia che fanno il paio con numero di elettori ed importanza della cittadina, unica in provincia, assieme a Cassino, che all’appuntamento d’urna del 26 maggio ci arriverà col fregio degli over 15mila chiamati al dovere civico.
L’usato sicuro
Linguaggio e parlesia della pubblicità, che non solo del commercio ma anche delle faccende di consenso politico sono architrave, danno la cifra dei contendenti. Il primo è “l’usato sicuro“, quel Simone Cretaro, sindaco uscente che è riuscito a sposare l’anima civica della sua mission, sull’altare di una paciosa e piaciona età dell’argento, con le strategie di un Pd che ha in Veroli la sua cristalleria buona.
Ha speso più parole di elogio in un minuto e mezzo Francesco De Angelis per Simonemio di quante non ne spenda Salvini per la Scuola della VI Celere a Genova.
Il raccomandato di lusso
Il secondo che corre è il “raccomandato dalle migliori marche“. Trattasi di quel Marco Bussagli che, rimaterializzatosi di nuovo nei vicoli della cittadina ernica, gode del potente appesament di Rufa Gianfranco da Veroli, senatore leghista indigeno (non è un ossimoro) eletto a Viterbo e proconsole frusinate chiamato ad arginare con poca convinzione la marea pontina di Zicchieri in provincia di Frosinone.
Bussagli è un prof di peso che sta provando, ancora oggi mentre scriviamo, a quagliare la anime di un centrodestra che a Veroli stanno fra il nostalgico puro e il liberal chic.
Non è ruspante, ma ha Ruspandini Massimo in fratellanza.
Senza zuccheri
Il terzo è “senza zuccheri aggiunti”, un altro Cretaro, ma Fabrizio di nome, che in nome e per conto dei Cinque Stelle ha abbracciato la linea verginella dei barricaderi di razza.
Troppo lontano da Roma per accorgersi che il suo partito già comanda e fa i conti con la forfora del potere. Troppo vicino a Frosinone per non sapere che lì, nel vicino capoluogo, ci sono partiti ed appetiti che la sua purezza se la mangiano a colazione.
Le ricette di tutti
Tra ricette “della nonna” e un tocco di “nouvelle cucine”, i ricettari sono stracolmi di ingredienti e pentoloni e i “Cracchi de noantri” hanno iniziato a frullare.
Cretaro vs Cretaro, e Bussagli ci mette i coperchi. Antipasti, primi, secondi, contorni e frutta serviti.
Cretaro Senior come antipasto rifila due isole ecologiche (già finanziate) ed in cottura dal lontano 2014, alle quali Cretaro Junior rilancia con un eco-compattatore. Faccia pulita, ma spada luccicante, il giovane Fabrizio che da buon pentastellato promette guerra aperta all’Acea. Il gentleman Cretaro risponde con una lotta all’ultima “goccia” agli sprechi.
“Il più è fatto” per la compagine uscente, basterebbe qualche ritocchino qua e là, un paio di scuole dell’infanzia, un veloce completamento dei lavoro di efficientamento energetico sulle strutture scolastiche esistenti, un pugno di aree verdi, un pizzico di eco compatibilità, e poi diritti verso il Palacoccia e il Museo civico archeologico, tartufo e caviale di questa amministrazione, intorno a cui dovrebbero ruotare eventi di respiro nazionale e la forza ritrovata dell’antica Lega Ernica.
Da canto suo il buon Fabrizio le spara grosse e tecnologiche: dirette streaming per gli incontri a palazzo, Piazza Duomo SIAE free, Veroli Friendly, videosorveglianza e in salsa barbecue grandi progetti per il turismo ed il rilancio cittadino.
Ed il Cavalier Bussagli che fa? Che non fa? Sarebbe da dire. Marco, figlio di Sofronisco del demo di Alopece, già ha in mente la sua Veroli trasformata in qualcosa tra una piccola Oxford e la Scuola di Atene.
Occupazione, commercio, artigianato, sanità, trasporti, abbattimento delle barriere, strutture alberghiere, palazzi d’epoca abbandonati, Veroli silenziosa, Veroli magnetica, Veroli ordinata, Veroli sicura, Veroli sonda su Marte, insomma tutto da rifare. E cooperative di lavoratori che si occupano di ogni cosa.
Gemellaggi religiosi e storici, eventi in costume d’epoca. Facoltà universitarie e scuole professionali. Quello che è curioso è che Bussagli nella stesura del programma ha iniziato con l’etimologia ed il significato della parola “sindaco”.
Senza appello
Per i partiti acquartierati a Frosinone e più in là Veroli significa esame senza appello: per un Pd che non può perdere i suoi uomini forti, per una Lega che la forza la cerca e per Un M5S che, quantomeno, punta a fortificarsi. Quello che forse nessuno sa è che per i verolani “sindaco” significa solo “colui che si fa carico di tutte le maledizioni e le colpe delle cose che non vanno”, una sorta di Gesù Cristo insomma.
Con tutto il calvario e senza Pasqua assicurata. In politica, si sa, risorgere è possibile ma non garantito.