E i comitati bruciano le bollette dell’acqua

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VALENTINO MINGARELLI per IL MESSAGGERO ED FROSINONE

Per strada, da piazza Gramsci a piazza della Libertà, circa duecento persone hanno raccolto l’invito del Comitato provinciale per l’acqua pubblica e hanno sfilato con le fiaccole in mano per protestare fermamente contro la gestione privata dell’acqua da parte di Acea e contro il Testo unico dei servizi pubblici locali. Ma il momento centrale della protesta è stato il falò in piazza della Libertà, dove simbolicamente sono state bruciate migliaia di bollette di Acea. Un falò che in verità era stato vietato dalla Questura, ma che poi si è tenuto come da programma così come avevano preannunciato quelli del Comitato provinciale.

Lungo il percorso del corteo i manifestanti hanno gridato a squarciagola slogan contro la gestione di Acea e invocato il ritorno ad una gestione pubblica. In piazza a bruciare le bollette, tra gli altri, Francesco Notarcola dell’associazione Peppino Impastato, l’ex assessore regionale Maurizio Federico e il coordinatore del Comitato per l’acqua pubblica Severo Lutrario.

«In provincia di Frosinone già da quindici anni – ha spiegato proprio Lutrario – abbiamo un gestore privato, ma i cittadini subiscono un servizio che non garantisce i livelli minimi di qualità pagando delle tariffe altissime, tutto questo con la complicità degli amministratori locali. Un territorio il nostro che è considerato proprio come una sorta di bancomat».

All’appello del Comitato provinciale hanno aderito il Comitato acqua pubblica Ceccano, Comitato acqua pubblica Veroli, Comitato acqua pubblica Torrice, Comitato acqua pubblica Arnara, Comitato acqua pubblica Ceprano, Comitato acqua pubblica Acuto, Comitato acqua pubblica Sgurgola, Comitato acqua pubblica Ferentino, Comitato civico Boville Ernica, Società Operaia di Mutuo Soccorso, Oltre l’Occidente, Aut- Frosinone, Frosinone Bella e Brutta, Centro Studi Tolerus, Sylvatica, Retuvasa e tanti singoli cittadini.

«La protesta odierna – ha spiegato sempre Lutrario – vuole anche porre l’attenzione sul Testo Unico dei servizi pubblici locali che come finalità ha proprio quella di far in modo che gli altri servizi pubblici vengano gestiti come quello dell’acqua. Con il decreto Madia infatti, non solo l’acqua, ma tutti i servizi, dai rifiuti ai trasporti, saranno ceduti ai privati negli stessi termini con cui sul nostro territorio l’acqua è stata data ad Acea. Con il decreto Madia cesseremo di essere cittadini portatori di diritti per essere ridotti a servi».

«Difendere l’acqua significa difendere il diritto alla vita ha dichiarato Francesco Notarcola – l’acqua è un bene comune che va sottratto ad ogni tipo di gestione speculativa perché è indispensabile per la vita di ciascun essere vivente».

 

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