Ciocia senza filtri: io tradita, ecco perché corro per diventare sindaca

Patrizia Viglianti: "C’è qualcuno convinto di vincere al primo turno, tanto che si è messo soltanto a filosofeggiare con il dizionario in mano"

Piero Cima-Sognai

Ne elegantia abutere

Lei punta a diventare la prima sindaca di Veroli, nel senso di donna, e lo fa con un percorso autonomo che l’ha vista lasciare la formazione originaria in cui è cresciuta politicamente e localmente. Patrizia Viglianti correrà per le amministrative di Veroli con tre liste: “Patrizia Sindaco”, “NeXus” e la lista politica in purezza di Forza Italia.

Si tratta della “sola” lista, quella azzurra (a contare rivendicazioni trasversali in seno a FdI ma su altro candidato) che ha deciso di metterci faccia, imprinting di simbolo e finalità precise anche in chiave voto europeo. Lei, la Viglianti, sfiderà Germano Caperna e Cristiano Papetti.

Viglianti che punta a vincere subito

Patrizia Viglianti

Viglianti punta a vincere subito e non risparmia strali agli avversari, soprattutto ai suoi ex compagni di avventura di Veroli Proxima. Come e perché lo ha spiegato rispondendo alle nostre domande.

Togliamoci un’ultima volta il dente: perché ha abbandonato Veroli Proxima e Germano Caperna per correre con una sua specifica formula amministrativa? Cosa o chi non le è stato più bene?

“Sono uscita da Veroli ProXima perché sono stata tradita a livello politico. Il sostegno a Caperna era fondato sulla creazione di un’alternativa al vecchio schema amministrativo. Mi sono spesa, scendendo in campo con il Terzo Polo alle elezioni politiche, proprio in segno di distinzione. Nella coalizione che sostiene Germano Caperna ci sono ora forze politiche che sono in netto contrasto tra di loro fuori dal comune di Veroli”.

“Di là forze in contrasto tra di loro”

“Non sono d’accordo con il cambio degli ideali per cui si batteva Veroli ProXima. Mi meraviglio di chi è rimasto comunque dentro il calderone. Dicono che ProXima rimane forte dei suoi principi. Parlano di una Veroli unita, di diversità che diventano ricchezza, ma sotto le ceneri resta vivo il fuoco delle loro divisioni“.

Lei punta molto sul sociale, per battage e formazione personale, oltre che politica. Ed è stata assessore d’ambito. Significa che è stato fatto poco prima o che si può fare meglio ancora in futuro?

“Mi sono dedicata totalmente ai servizi sociali di Veroli e all’universo della solidarietà. Iniziano a raccontarlo, e ciò mi riempie di gioia, tutte le persone che ho cercato di aiutare e assistere in questi anni, anche in prima persona. La mia candidatura a sindaco nasce dal basso, proprio per fare ancora meglio nell’amministrazione della nostra città. La priorità, oggi più che mai, è la solidarietà”.

Veroli, Piazza Mazzoli (Foto © Ciociaria Turismo)

“Ci sono tanti verolani in forte difficoltà, che hanno bisogno dei servizi minimi. Il settore dei servizi sociali, se diventerò sindaco di Veroli, verrà rivoluzionato. Veroli sarà una “Città Sociale”, partendo dall’ascolto delle esigenze reali dei cittadini”.

Alla gente non interessano le polemiche, vogliono soluzioni”.

NeXus con quella X in evidenza: al di là del “brand” di Proxima che un po’ ha voluto portare con sé per la parte a cui lei ha contribuito, ci ribadisce cosa rappresenta nel concreto, oltre ad essere totem delle sue liste?

“Porto via la X da ProXima proprio in segno di continuità con il lavoro svolto all’interno del gruppo civico nella seconda consiliatura da assessore. La mission civica della lista è stata inficiata da uomini di partito. Noi rispondiamo con NeXus, ovvero connessione. È un acronimo, che sta per Noi, Esperienza, Unione e Sviluppo, con la X al centro: i dieci punti del programma elettorale che saranno presentati per un mese per ambiente, commercio, cultura, giovani, lavori, mobilità, scuola, sociale, sport e turismo. Da Veroli ProXima ci portiamo via soprattutto la voglia di rinnovamento“.

Tre liste in suo sostegno, due civiche ed una politica, quella di Forza Italia. Come si combinano politica e civismo?

“Innanzitutto, tengo a Veroli. Per questo ho accettato il sostegno di Forza Italia, anche se non sono iscritta a FI. Sono una candidata civica, che non si nasconde dietro il civismo di facciata. È nata così un’alleanza tra le due liste civiche e l’unico Partito con il proprio simbolo sulla scheda elettorale. A me interessa eccome Veroli. Ecco perché mi metto alla guida di una squadra con obiettivi chiari, non proclami senza basi solide”.

Quello di “Ciocia” è di fatto un brand che lei porta con orgoglio: quanto conta la genuinità in politica e quanto crede che potrà pesare nella valutazione d’urna dei verolani?

“Alla comunità abbiamo proposto tre S. Ancor prima delle Soluzioni e della Solidarietà, viene proprio la Sincerità. Mi presento per quello che sono, non per quello che dovrei fingere di essere. Sono orgogliosa delle mie radici popolari e familiari. ‘Ciocia’ non è nient’altro che un marchio di autenticità. Chiedo alla cittadinanza di continuare a fidarsi di me: sono la stessa di sempre. Vedremo quale sarà la risposta della mia gente”.

“Sicuramente io potrò continuare a camminare a testa alta, guardando sempre negli occhi le persone che ho incontrato e con cui ho condiviso il percorso politico e umano”.

Crede/spera di arrivare ad un ballottaggio – e se sì farà un pensiero alle liste di Cristiano Papetti – oppure pensa di giocarsela al primo turno?

“C’è qualcuno straconvinto di vincere al primo turno, tanto che si è messo soltanto a filosofeggiare con il dizionario in mano. Ritengo che Veroli meriti rispetto. A me piace tutt’altro modo di fare politica, anche nei rapporti personali. Di certo rispetto la decisione maturata da Cristiano Papetti, che non ha seguito FdI all’interno di un’accozzaglia, ma io sono concentrata solo e soltanto sulla mia di corsa a sindaco”.

Non devo essere io, in fondo, a preoccuparmi dell’eventualità del ballottaggio. Saranno i verolani a decidere se merito di essere sindaco, permettendo finalmente a una donna di diventarlo. Sono una del popolo, che vuole rappresentare la sua gente. Altri, invece, continuano a guardare le persone dall’alto verso il basso“.

“Credono che la politica sia ancora basata su vecchi schemi e accordi, professando la conoscenza dei veri bisogni, delle difficoltà della comunità. Io posso dire di averli affrontati per anni al fianco delle persone che li vivono tutti i giorni sulla propria pelle”.