CESIDIO VANO per LA PROVINCIA QUOTIDIANO
Tagliare i costi della politica è cosa passata di moda. Almeno nel Consiglio regionale del Lazio dove, mandata nel dimenticatoio la triste vicenda delle spese allegre con fondi generosamente elargiti ai gruppi consiliari, si cancellano pian piano le misure di sobrietà e austerità imposte all’epoca dal governo Monti.
Prendiamo le commissioni consiliari, ad esempio: da sedici che ne esistevano ai tempi di Franco Fiorito e Vincenzo Maruccio, erano state ridotte ad otto, mentre quelle speciali erano state completamente abolite. Tre anni dopo quelle scelte annunciate coram populo come l’indispensabile purga ad un sistema di spendaccioni che ha risparmiato pochi o nessuno, le commissioni sono già risalite a 11: alle otto “permanenti” e a quella di controllo contabile ne sono state aggiunte con apposite leggi altre due ‘speciali’ una sulle infiltrazioni mafiose e sulla criminalità e una sulla riforma istituzionale.
Ma non basta. Ora, all’ordine del giorno del consiglio giunge – proprio questa mattina – una proposta di legge per l’istituzione di un “comitato per il monitoraggio dell’attuazione delle leggi” composto da 8 consiglieri, che di fatto funzionerà come una commissione (la dodicesima!). La funzione? Verificare se le leggi fatte dalla Regione raggiungono gli scopi per cui sono state pensate.
Di fatto, se si considera che prima dei tagli imposti dal Governo i consiglieri regionali erano 70 e le commissioni 16, oggi che sono 50 e gli organismi consiliari rischiano di diventare dodici, il rapporto è esattamente il medesimo se non più elevato.
Ma c’è anche dell’altro: i portaborse, o meglio i collaboratori dei gruppi consiliari e dei consiglieri ma anche di tutti quegli altri organismi statutari e di garanzia previsti, tornano a crescere di numero.
Dopo gli scandali, che sono costati la presidenza della Regione a Renata Polverini e qualche macchia su diversi certificati penali, si era deciso di fissare a non più di tre il numero di collaboratori per ogni gruppo consiliare a prescindere da quale sia il numero dei componenti. Poi, però, le cose cono cambiate con una modifica al regolamento di organizzazione del Consiglio fatta dall’ufficio di presidenza. Lo si è fatto senza alcuna pubblicità, mentre quando si impartivano gli esemplari tagli allo spreco si inondavano le redazioni di comunicati e auto assoluzioni.
E lo si è fatto cercando di accontentare tutti, così poi nessuno avrebbe avuto da ridire. Ed infatti, la delibera in questione – come ha già spiegato l’ex consigliere Donato Robilotta – prevede l’aumento da cinque a sei della dotazione organica della segreteria tecnica del Presidente del Consiglio, da quattro a cinque delle strutture di diretta collaborazione dei Presidenti delle commissioni permanenti e del Comitato regionale di controllo contabile e da tre a cinque di quelle degli organi di controllo e garanzia, tra cui viene annoverato il Cal ma anche i garanti ed altri comitati.
Ovviamente il numero degli addetti si riferisce a contratti a tempo pieno, ma questi possono essere anche part-time, nel qual caso il numero dei portaborse può raddoppiare o triplicare.
La spending review è stata rottamata nel silenzio dei più.