“Pascolo ed alpeggio italiano”, Picinisco vetrina dell’Italia casearia

Il concorso svoltosi a Picinisco ha premiato le eccellenze casearie provenienti da tutta Italia. Latte ovino, caprino o vaccino, l’importante è che sia crudo. Il vostro affezionatissimo in barba al colesterolo si è immolato per la causa

Marco Stanzione

Non invitatemi mai a bere...

Ha vinto la tradizione, ha vinto la qualità. Poi i nomi, poi le aziende. Quando un concorso porta in dote racconti di vita e fatica allora già si è vinto, da principio. Senza aspettare di sapere chi abbia strappato quel decimo in più.

Si è svolto a Picinisco presso l’azienda agricola “Il Savonisco” il concorso caseario nazionale “Pascolo ed alpeggio italiano”, nato da una idea di Michele Grassi, esperto di tecnologica casearia, che da anni supporta le attività di promozione di Picinisco, al fianco dell’Associazione Pastorizia in Festival e del Comune di Picinisco.

Rigorosamente latte crudo!

Picinisco è stata la vetrina di decine di aziende provenienti da tutta Italia, un concorso che ha avuto poche ma semplici regole: “Ci sono formaggi Veneti, Campani, Laziali, Sardi, Abruzzesi, forse solo un paio di regioni mancano all’appello ma il nostro bel Paese è ben rappresentato. Formaggi a latte crudo nativi, nessun fermento selezionato, solo fermenti naturali prodotti dal casaro. Stiamo parlando di prodotti davvero genuini, formaggi che per la stragrane maggioranza sono ottenuti da fermentazioni basate esclusivamente sulla carica batterica originaria del latte crudo”.

Michele Grassi punta i riflettori sull’importanza di questa selezione e sulle rigide modalità: ”Siamo orgogliosi di essere l’unico concorso caseario in Italia (forse nel mondo) che punta sui formaggi a latte crudo, sono prodotti artigianali di alto livello e fortemente identitari” .

Il concorso, i premi, il colesterolo

I formaggi in concorso

Il concorso si è svolto nell’arco di un intero weekend ed i formaggi sono stati giudicati da tre diverse giurie in tre diversi momenti. L’Onaf (Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Formaggio) ha giudicato i formaggi di tutte le 47 aziende e ne ha selezionati 33. Questi poi sono stati valutati da una giuria tecnica. Dai formaggi risultati eccellenti si è arrivati ad una selezione di 22 prodotti che sono stati soggetti al giudizio finale, quello della stampa. 

Curiosa e a mio avviso imprevedibile è stata la non uniformità di giudizio: ogni giuria premiato un formaggio diverso e tutti e tre da animali diversi, pecora, capra, vacca. Premio Onaf per i formaggi a coagulazione presamica al Caseifitziu Agriculu Mandrolisai di Gerolamo Sanna (Sardegna) con il formaggio “Foste‘”. Per quelli a coagulazione lattica Azienda Agricola Adorno Andrea (Piemonte) con il formaggio “Roccaverano Dop”. Premio della critica al Caseificio D&D Sas (Campania) con il formaggio ”Pascolino” mentre il premio speciale stampa all’Azienda Angelucci Leonardo (Abruzzo) con il formaggio “Rosso”.

Qualità, il vero premio.

I sindaci Marco Scappaticci (Picinisco) e Riccardo Frattaroli (Settefrati)

Soddisfatto Emanuele De Vittoris titolare dell’agriturismo “Il Savonisco” che ha ospitato l’evento e le degustazioni: “Siamo tutti molto contenti, la manifestazione ha superato le nostre aspettative. Aver portato poi tutto questo a Picinisco  è motivo di orgoglio. Parlo al plurale perché è stato un successo collettivo, un plauso a tutte quelle persone che hanno contribuito alla riuscita della manifestazione, da noi organizzatori ai giudici. E ovviamente le aziende. Sono piccoli produttori che lavorano sodo, portano avanti le loro attività con molte difficoltà e per essere qui presenti hanno rinunciato ad una giornata di lavoro. Loro sono i veri protagonisti.”

Quattro dunque le aziende premiate che però non tolgono nulla alle altre perché, come detto all’inizio, ha vinto la qualità.  Credetemi se vi dico che è stato davvero doloroso mettere un voto in meno o uno in più perché dai tanti formaggi degustati (ebbene sì, facevo parte della giuria stampa, analisi per il colesterolo rimandate al mese prossimo!) si assaggiava bontà e impegno, sapore e fatica, delizia e passione.

Li avrei premiati tutti perché ognuno aveva qualcosa di speciale: profumi, aromi, spigoli, rotondità. Angoli appena smussati, difetti affascinanti, potenza e delicatezza. In una parola: artigianalità.  Si, li avrei premiati tutti, ma un concorso con 47 medaglie sarebbe stato poco credibile!

E tutto ciò non poteva non accadere a Picinisco, la “Città del Formaggio”.