I protagonisti del giorno. Top e Flop del 11 febbraio 2020

Top e Flop. Ogni notte, i protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende l’indomani.

TOP 

NICOLA ZINGARETTI

Ha il merito del linguaggio chiaro e non intende più nascondere la polvere sotto il tappeto. Nicola Zingaretti, segretario nazionale del Partito Democratico, ha capito da tempo che con Matteo Renzi non ci sono margini per una intesa vera. Ma soltanto rabberciata, che vada avanti alla giornata.

Nicola Zingaretti con Anna Ascani e Andrea Orlando. Foto © Imagoeconomica / Alvaro Padilla

Sulla prescrizione la situazione è esplosa e Zingaretti ha affermato: “Come volevasi dimostrare: dicevano di voler allargare il campo ai moderati per sconfiggere Salvini. Sono diventati estremisti che frammentano il nostro campo e fanno un favore a Salvini. Della sconfitta della destra, del lavoro, della crescita non si parla più. Solo polemiche create ad arte per nascondere la loro crisi. Salvini, Meloni e Berlusconi brindano. Complimenti”.

Dopo la vittoria in Emilia Romagna, Zingaretti pensava che l’intera coalizione si rendesse conto dello scampato pericolo. Invece così non è stato. E allora il segretario del Pd vuole far capire di non essere spaventato di andare allo scontro. A viso aperto.

MARIA ELENA BOSCHI 

Esattamente come Zingaretti, l’esponente di Italia Viva ha il pregio della chiarezza. Aveva detto: “Noi speriamo che la notte porti consiglio però obiettivamente ormai domani o dopodomani massimo in commissione arriverà a un voto. Noi abbiamo l’emendamento Annibali e ci sembra un buon punto di mediazione. Lasciamo aperta la possibilità che si possa trovare un punto di incontro ma mi sembra ormai difficile. Certo non può essere il Conte bis per noi”.

Matteo Renzi Maria Elena Boschi © Benvegnu’ Guaitoli / Imagoeconomica

Una frase volutamente sibillina, perché attiene non soltanto al lodo Conte sulla prescrizione (che comunque i renziani giudicano insufficiente). In realtà è il cambio del premier l’obiettivo di Italia Viva. La vera partita è questa, nonostante le contraddizione: fiducia al Governo e poi sfiducia al ministro Bonafede.

Nel corso della giornata il lodo Annibali è stato escluso e il decreto sulla prescrizione non sarà inserito nel Milleproroghe. Maria Elena Boschi fa capire che in ballo c’è tutto: governo, linea politica e futuro. Senza ipocrisie.

FLOP

SALVINI-MELONI-BERLUSCONI

All’apparenza sì, il centrodestra si gode lo spettacolo di una maggioranza giallorossa che non fa altro che litigare su tutto e di un Governo che, davanti alla tragicità del quadro economico nazionale, non riesce ad imprimere nessuna svolta vera.

Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini

Però in realtà, esattamente come succedeva nella precedente esperienza del Conte uno, quello della maggioranza gialloverde tra Lega e Cinque Stelle, tutto avviene all’interno della coalizione di Governo: maggioranza e opposizione. Se la cantano e se la suonano.

E, particolare da non sottovalutare, le elezioni politiche non soltanto non sono all’ordine del giorno, ma si allontanano inesorabilmente. Perché in caso di crisi politica la soluzione possibile sarebbe quella di una sostituzione dell’inquilino di Palazzo Chigi.

La Lega di Matteo Salvini resta il primo partito, Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni cresce, Forza Italia di Silvio Berlusconi  è lì. Il centrodestra è maggioritario nel Paese ma rischia di restare seduto in panchina. Tanto rumore per nulla.

BEPPE GRILLO

C’è ancora? Politicamente è chiaro. Sta succedendo di tutto. Il nuovo capo politico del Movimento Cinque Stelle Vito Crimi è sotto il fuoco incrociato del ministro degli esteri Luigi Di Maio e di Davide Casaleggio.

Beppe Grillo © Imagoeconomica, Stefano Scarpiello

Il Governo presieduto da Giuseppe Conte (voluto proprio da Grillo) barcolla e non molla soltanto perché c’è a sorreggerlo il segretario del Pd Nicola Zingaretti.

Alessandro Di Battista si prepara all’ennesimo patto di ferro con Luigi Di Maio per ridare a Giggino la guida del Movimento. Paola Taverna e Roberta Lombardi hanno le polveri bagnate. Insomma, nel Movimento Cinque Stelle non si capisce più nulla.

E Beppe Grillo, il leader vero oltre che fondatore, sembra essersi estraniato. Sparito e abbandonato.

IL TESTACODA 

Mauro Buschini

In testa è andato Mauro Buschini, presidente del consiglio regionale: ha diretto la seduta nella quale è stato approvato il progetto del Consorzio industriale unico con senso istituzionale e determinazione di partito. Completo.

In coda Davide Barillari dei Cinque Stelle. L’aver voluto controllare l’esito della votazione (persa) ha accentuato l’ennesima sconfitta politica. Una mossa platealmente inutile. Non vince mai.