La droga gira a scuola e lo Stato si è arreso

Il nuovo ruolo di Exodus. la sua ricerca sul campo. E le risposte date dai giovanissimi ai questionari. la scuola è il posto dove è più facile trovare la droga. E lo Stato ha smesso di combattere in modo efficace lo spaccio

Alberto Simone

Il quarto potere logora chi lo ha dato per morto

Chi lo avrebbe mai detto. Anche solo dieci anni fa. Frasi impossibili solo da immaginare, come “mio figlio va a scuola calcio all’Exodus“, o piuttosto: “Quest’anno per il centro estivo scelgo Exodus“. O ancora: “Andiamo a vedere un film a Exodus“.

Solo tre giorni fa ha festeggiato nella cascina di San Pasquale i 32 anni di attività sul territorio. La comunità Exodus si è insediata a Cassino il 28 ottobre del 1990 iniziando la sua missione per il recupero dei tossicodipendenti. In tre decenni ha accolto migliaia di ragazzi, dando a molti di loro la possibilità di riscatto. Circa duemila si sono sottoposti al programma di disintossicazione e reinserimento nella vita dopo avere imparato un mestiere a Cassino; oltre cinque hanno ricevuto aiuto dal Centro di ascolto. Ma ora è un’altra cosa.

Evoluzione Exodus

Nata esclusivamente come comunità di recupero per tossicodipendenti,  Exodus si è evoluta “Un percorso di crescita, che – sottolinea il responsabile Luigi Maccaro, dal 2019 assessore ai Servizi Sociali della giunta Salera – soprattutto negli ultimi anni, ha visto la comunità trasformarsi profondamente. Tanto da annullare lo stigma e il pregiudizio diventando un luogo di aggregazione aperto a tutti“.

Da centro di recupero per tossicodipendenti a centro di aggregazione giovanile. Perché la perseveranza di Luigi Maccaro, la determinazione degli educatori e di tutta la squadra hanno radicalmente trasformato la comunità Exodus di Cassino. Che comunque non ha mai perso di vista la sua mission principale: ovvero quella della prevenzione e del recupero per reinserire i giovani nella società.

Per questo nel corso dei mesi estivi, l’équipe dell’unità di strada ha distribuito un questionario rivolto ai giovani in tutti i Comuni della provincia di Frosinone in cui ha fatto tappa in questi tre mesi.

6 tanto sicuro

Il questionario accompagnava la campagna “6 tanto sicuro?“. È rivolta ai ragazzi con l’obiettivo di mettere in discussione i soliti luoghi comuni secondo i quali le droghe non sono poi così dannose e l’uso si può controllare.

I risultati dell’indagine basata su un campo di quasi 500 ragazzi che hanno risposto alle domande in tutta riservatezza attraverso il proprio smartphone (poiché il questionario è online) portano alla luce due dati. Il primo: la scuola resta uno dei luoghi dove maggiormente circolano le droghe. Il secondo, il più preoccupante: le istituzioni dinanzi a tale fenomeno si sono arrese.

Il responsabile della comunità Exodus Luigi Maccaro, commentando i dati del questionario, non risparmia critiche: “La Regione Lazio – dice – ha una responsabilità enorme perché negli ultimi dieci anni non si è occupata del disagio crescente fra i ragazzi. Non esiste un sistema di prevenzione che coinvolga in maniera strutturata Asl, Comuni e Terzo settore. Ci vorrebbe un centro di aggregazione giovanile in ogni città, almeno nelle più grandi. Dopo il covid hanno messo una pezza con il bonus psicologo, che va bene per carità. Ma la prevenzione è un’altra cosa: bisogna intervenire prima offrendo ai ragazzi opportunità formative che li rendano capaci di dire no a certi comportamenti devianti“.

Come fare prevenzione

Luigi Maccaro, con il pragmatismo e la concretezza che lo contraddistingue, va subito al dunque: “Come fare prevenzione? Ad esempio, finanziando dei progetti con dei Centri di ascolto nelle scuole dal momento che nel questionario sottoposto ai ragazzi emerge che la scuola, al pari delle piazze e dei giardinetti in città è uno dei posti dove più facilmente ci si può procurare delle sostanze stupefacenti“.

Le droghe leggere, marijuana e hashish sono le droghe che i giovani utilizzano più frequentemente secondo quanto emerge dal questionario. E solo uno su cinque dice di essere bene informato sulle droghe e gli effetti che provocano anche quelle leggere.

Un campanello d’allarme per il territorio quello che arriva dalla comunità Exodus pochi giorni dopo aver festeggiato i 32 anni di attività sul territorio. Non per questo gli operatori si arrendono, Exodus si conferma anzi un avamposto importante per il territorio, anche per combattere altre dipendenze come la ludopatia e negli ultimissimi anni quella dei giovanissimi adolescenti che non riescono a fare a meno del loro smartphone e i genitori da soli non riescono ad intervenire.

Anche in questo caso aiuterebbero, e molto, dei centri di aggregazione giovanile. “Almeno nelle grandi città si potrebbe fare uno sforzo – dice Maccaro – ma c’è come l’impressione che le istituzioni si siano arrese dinanzi a questi fenomeni delle dipendenze, lasciandoci soli e con scarse risorse a fare prevenzione. E questa è una sconfitta per tutti“.