Le elezioni Regionali che trovarono tutti spicci

Trombati di poco lusso, drogati di elezioni in piena crisi d'astinenza: le Regionali del Lazio li hanno salvati. La politica è roba per boomer a fronte di una vita che sta già sul metaverso con città piene di avatar tanto verosimili per quanto non esistono.

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Che guaio, sono arrivate le Regionali. Ed e a Latina, come a Terracina, non c’erano assessori e manco consiglieri: si trovarono tutti spicci. Conseguenza della caduta delle due amministrazioni, una voluta dalla maggioranza di centrodestra per buttare giù il sindaco Progressista; l’altra voluta per opportunità in quanto la magistratura indagava).

Non avendo impegni locali in tanti si fanno un giro di Regionali, tanto per non perdere il gusto della politica. Ed ecco Latina piena di consiglieri, assessori, che si presentano alla pugna. Come se non essendoci il campionato di serie A, tutti vanno in Coppa dei campioni anche se magari così campioni non sono mai.

Allenamenti per le elezioni primavera

Raimondo Tiero

Quindi le elezioni Regionali che manderanno alla Pisana di Roma 4 o 5 pontini creeranno non pochi iperallenati per il turno di primavera.

Sono in corsa, del consiglio comunale del capoluogo: Francesco Pannone (PD),  Valeria Campagna (Lista D’Amato), Patrizia Fanti (Lega), Massimiliano Carnevale, Annalisa Muzio. Poi ci sono i sempreverdi Maurizio Galardo (Udc), Nicoletta Zuliani (Azione), Maria Grazia Ciolfi (5stelle), Enrico Tiero (Fdi). 

In ogni Partito, in ogni salsa. Sono tutti emuli del barone Decubertin: “non vogliono vincere ma partecipare“. Tutto figo, tutto legittimo per carità: ma pare che queste elezioni abbiamo trovato tutti liberi, tutti in crisi di “partecipazione”.

Non è un Comandamento

Studente nel metaverso (Foto © DepositPhotos.com)

Cambiare in politica non è mica un comandamento che Dio ha lasciato a Mosè e la ricerca di conferme con il riprovarci non è una bestemmia. Certo il problema se lo guardi dal lato dell’ambizione dei concorrenti porta a pensare che “sono attaccati al potere“. Ma se lo leggi che i nuovi non ci sono, ne deduci che la politica è cosa per chi ha già dato, come una droga con crisi di astinenza.

La politica è roba per boomer a fronte di una vita che sta già sul metaverso con città piene di avatar tanto verosimili per quanto non esistono.

Si candidano gli stessi, perché non si candidano gli altri. E questo forse agli stessi non dispiace poi tanto. 

Del resto se è chiuso l’aeroporto (il consiglio comunale), prendono tutti il primo treno che capita. Umanissimo.