Qualcuno minaccia il presidente: chiesta una scorta per Quadrini

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Il presidente ha paura. Teme che qualcuno possa attentare alla sua vita. Ma Gianluca Quadrini, eroico presidente della indomita Comunità Montana di Arce (in liquidazione), non vuole che si sappia. E’ stato un suo zelante funzionario ad informarne le Forze dell’Ordine. Con una nota ufficiale, su carta intestata dell’Ente montano fondamentale ai destini dell’umanità, ha scritto sollecitando l’autorizzazione all’uso di un lampeggiante sull’auto di servizio di Sua Eccellenza il presidente, soprattutto ha esortato l’assegnazione di una scorta.

 

Il funzionario del Ministero dell’Interno al quale è stata recapitata la missiva è trasecolato. Immediatamente ha scartabellato il documento intitolato ‘Elenco degli Obiettivi Sensibili presenti nella Provincia di Frosinone’ redatto dai suoi colleghi del Palazzo di Governo allocato in quella provincia. Lo ha consultato da cima a fondo, senza trovare traccia della indomita Comunità Montana di Arce (in liquidazione) e del suo presidente da tutelare. Ma di fronte all’autorevolezza della missiva, la sicurezza del piglio con cui venivano tratteggiati «i rischi che corre il signor Presidente Gianluca Quadrini in virtù della sua carica e delle molteplici altre funzioni istituzionali che egli ricopre…», il funzionario dell’Interno ha preferito approfondire.

 

Riservatamente (tra colleghi funziona così) hanno telefonato ad un alto ufficiale con anni di servizio alle spalle: «Scusa Giovanni, ma dalle note in tuo possesso, ti risulta che il presidente della Comunità Montana di Arce sia stato minacciato dai clan della camorra? Parlano di lui in qualche intercettazione i boss della Sacra Corona Unita sostenendo che intendono attentare alla sua vita? Sai se i colleghi dei Servizi sono in possesso di qualche Riservata o Riservatissima da cui emerga che Isis o Al Qaida lo abbiano nel mirino?» L’ufficiale ha condotto una rapida ma approfondita indagine. E ne ha comunicato l’esito, dopo poco più di un’ora, ai suoi colleghi dell’Interno: «Deve esserci una falla nel sistema, ai nostri terminali nemmeno risulta che esista un presidente della Comunità Montana di Arce (in liquidazione)».

 

Il mistero diventa ancora più fitto quando si decide di consultare la Presidenza del Consiglio. Qui, estratta da uno scaffale la poderosa Guida Monaci dei Funzionari dello Stato hanno cercato il nome del loro collega – fantasma che aveva inviato la nota in cui si segnalavano i rischi per la vita del signor presidente Gianluca Quadrini, richiedendone la protezione con tanto di scorta. Inesistente.

 

Un falso compiuto sotto il naso del Ministero? Prima di girare il tutto alla Divisione Investigazioni Generali e Operazioni Speciali (meglio conosciuta come Digos) competente a Frosinone, hanno voluto approfondire per via burocratica. Hanno scritto una lettera: «In riferimento alla vostra istanza in cui si evidenziano concreti rischi di pericolo per la vita dell’onorevole ingegner professor Gianluca Quadrini, presidente della Comunità Montana di Arce (in liquidazione), pregasi voler specificare a codesto ufficio in indirizzo il grado ed il ruolo in cui trovasi iscritto il funzionario responsabile dell’Ente scrivente poiché, dagli atti in possesso: a) risulta sconosciuto b) non risulta l’esistenza di alcun funzionario in carico ai ruoli della Comunità Montana di Arce (in liquidazione) c) non risulta sia stato eletto un presidente in capo alla Comunità Montana (in liquidazione) suddetta.

 

Ad Arce non si sono scomposti più di tanto. Ma come, agli uffici centrali dello Stato Italiano non risulta che ad Arce ci si firmi ‘Il funzionario addetto‘ così, pur non essendolo? Suvvia, l’Ente è in liquidazione, chi si trova a mandare la lettera si firma copiando la stessa dicitura che si metteva ai bei tempi della Prima Repubblica. Al limite basta aggiungere f.f. per indicare che è un usciere ‘facente funzioni’ di funzionario dello Stato. Ed alla contestazione che nemmeno risultasse eletto un presidente?

 

Qui Gianluca Quadrini ha indossato la fascia da presidente della Provincia che si è fatto confezionare su misura (leggi qui il precedente) e di suo pugno ha scritto una nota agli uffici competenti attestando di esistere e di essere il neo eletto Presidente: per grazia di Dio, volontà dei Sindaci, diretta emanazione della volontà Popolare. Più o meno come fece Fidel Castro quando scrisse “In occasione della visita di Sua Santità Giovanni Paolo II a Cuba dichiariamo festivo il giorno della domenica”.

 

Agli uffici centrali quella nota ha seminato un casino pazzesco. Siccome nessuno si prende mai una responsabilità, hanno inviato un quesito al Comandante della Divisione Carabinieri Pastrengo al fine di verificare preventivamente  la possibilità di attestare, qualora ne emergesse la necessita, una compagnia corazzata a tutela e difesa del presidio di Arce. Analoga richiesta è stata notificata al Comando Centrale dell’Armamento e Munizionamento Terrestre, al Comando Battaglione Col Moschin, al Reggimento Lupi di Toscana. Nei prossimi giorni, per conoscenza, la nota arriverà anche all’Ufficio di Governo di Frosinone: c’è da ritenre che sua eccellenza il Prefetto, non si esimerà dal rispondere.

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