Celentano e il Re Nudo

Il passaggio di Licata dalla civica del sindaco all'Udc è un bagno di realismo per chi pensava di navigare in un lago chiuso e tranquillo. Non sarà così. Perché la politica non è una caserma

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

La politica non è un lago con l’acqua ferma: ma un mare con le correnti e le onde. A Latina la filiera di Matilde Celentano pensava di muovere le sue barche da sola in un lago. Generali precisi davano ordini indecisi, soldati frastornati ricevevano indicazioni inverosimili. Urlavano per convincersi: “Nessuno cambia casacca”. Loro che ne avevano cambiate almeno tre, i più coerenti.

Tutto reggeva fino a quando un bimbo, con la sua innocenza ha detto ciò che gli adulti non avevano il coraggio di pronunciare ... Ma il re è nudo, nella celebre fiaba di Andersen I vestiti nuovi dell’Imperatore.

Matilde Celentano

Ecco, ora Latina è come in quella fiaba: da un lato i cortigiani che negano a se stessi ed al mondo ciò che è ovvio. Dall’altro lato i fatti che parlano da soli, nessuno dice al Re che è nudo perché i due sarti che l’hanno “vestito” hanno magnificato di stoffe speciali e rare: permettono di scoprire gli stolti in maniera semplice “Gli sciocchi non riescono a vedere le nostre stoffe speciali”. La realtà è che le stoffe non ci sono ma nessuno parla: per paura di passare per sciocco. Fino all’arrivo di quel bambino.

A Latina, a mettere tutti di fronte all’evidenza, a dire che “la casacca si cambia eccome ed ora viene il belloci pensa il cambio di schieramento deciso da un consigliere Emiliano Licata. Passa dal gruppo della lista elettorale di Celentano a quello dell’ Udc.

Cambiare è la regola

Enzo De Amicis

Normale che una lista elettorale si sciolga: il capogruppo Enzo De Amicis solo un paio di mesi fa stava nel Pd e voleva essere il candidato del centrosinistra unito antagonista della Celentano, un mese fa è stato candidato con la Celentano ed ora è uno che governa con il centrodestra di Matilde Celentano.

Il movimento Fare Latina di Annalisa Muzio era ed è un Partito a se. Ma sta con Celentano.

Vittorio Sgarbi poteva essere uno degli eletti al Consiglio comunale di Latina: ha rinunciato e con i suoi viene evocato per la Cultura come consulente e non come componente di questa maggioranza ma autonomo. Ed i voti che ha portato, non gli danno diritto di Parola in questo consesso?

Anzi in Fratelli d’Italia si pensava al gruppo della Celentano come una sorta di Partito dei Contadini nella Polonia di oltre cortina rispetto al Partito Comunista. Un po’ come il Partito Comunista Agrario in Finlandia. Poi i comunisti sovietici scoprirono che i polacchi, prima che contadini si sentivano polacchi; i finalndesi, prima che comunisti si sentivano finlandesi.

Qui comanda la democrazia e nessuno pensa per interposta persona. La lista Celentano poteva reggere ma ci voleva uno come De Luca e qui non se ne vedono.

Il cambio di scenario

Tutto cambia e bisogna rassegnarsi … Generali intorno a Putin spiegano vittorie precise che non avverranno mai. Asserragliato nel Reichsbunkerfhurer di Berlino, Hitler spiegava al suo Stato Maggiore che le armate di Steiner sarebbero intervenute ed avrebbero spezzato l’assedio: in realtà quelle armate non esistevano più.

La vita è nelle piazze non nelle segrete. Ma ora ritenteranno e non credo saranno più fortunati. Qualcuno dovrà dire che il campo di battaglia è difficile e che gli uomini non hanno intenzione di arrendersi.

I generali del centrodestra che hanno concepito le candidature e le liste a Latina non hanno tenuto conto del fattore umano: la politica non è una caserma. Ed il bello della democrazia è proprio quello di cambiare perché con il proprio cambiamento si modifica lo scenario. Esattamente come ha fatto Emiliano Licata.

L’Udc ora aggiunge il suo nome a quello dei Consiglieri Nicola Catani e Maurizio Galardo. Passa da due a tre voti. I vertici del Partito giurano che non è un’operazione ostile e l’Udc sarà una sponda importante. Poi però aggiunge che «troppa destra non fa bene neanche alla destra. Una coalizione ampia ha un pregio e un difetto: il pregio è che è troppo ampia, e il difetto è che è troppo ampia. I Partiti sono Partiti, il loro sostegno è più strutturato rispetto a uno civico. Ora ci mettiamo in misura di pari dignità rispetto ai temi dell’amministrazione».

Il re è nudo

Il re sfila senza vestiti nell’acquiescenza generale, in un’incisione dell’Ottocento ad opera di Vilhelm Pedersen (1820 – 1859)

Anche lui contribuisce a mettere a nudo un pezzo della realtà. Lo fa quando ricorda che la lista Celentano era tutt’altro che civica: perché c’era Sgarbi nella sua formazione, c’era Fare Latina. Per questo non si può dire che il sindaco Celentano sia una civica: ma la classifica un leader di FdI.

Il consigliere Daniela Fiore (Pd), parla di «chiaro segnale di una maggioranza scossa all’interno da grandi contraddizioni». Frequentando il suo Partito, di contraddizioni ne sa abbastanza da scriverci un tomo intero.

La realtà è che il Re è nudo.