Come Custer, Ciacciarelli assediato: gli ex amici ora vogliono lo scalpo

Assediato. Come il generale Custer a Little Big Horn. Ma Pasquale Ciacciarelli, binocolo alla mano, tutt’intorno non si scopre accerchiato dai Sioux: attraverso le lenti riconosce distintamente la bandiere di quelli che fino a ieri erano amici e che adesso invece non vogliono saperne niente di stringere alleanze con lui e con le liste di Forza Italia.

Su un lato si scorge con chiarezza il vessillo bianco e blu di ‘Noi con Salvini’ capitanato dalla diarchia Gabriele Picano – Antonio Occhiuto; fino a pochi giorni fa, la voce del primo risuonava tra le stanze di Forza Italia: voce critica ma comunque organica al Partito.

Sull’altro lato, Ciacciarelli distingue il drappo fiammeggiante dei Fratelli d’Italia: per un attimo si era illuso, con Massimo Ruspandini ai tempi del PdL erano tutta una famiglia ed ora lui era addirittura partito dalla sua Ceccano per raggiungerlo alla festa provinciale forzista. Salvo poi scoprire che era arrivato fin lì solo per ribadire che lui è un falco tra le file di Giorgia Meloni e che mai appoggerà un’apertura di dialogo, considerato che ritiene personalmente responsabile Mario Abbruzzese di avergli fatto perdere le elezioni a sindaco di Ceccano la volta scorsa ed avere tentato di fare altrettanto pochi mesi fa con Roberto Caligiore . A stretto giro è giunto il telegramma del segretario provinciale FdI Antonio Salvati in totale sintonia.

Al povero Ciacciarelli non è rimasto che voltarsi verso il fianco sul quale sono attestate le truppe del Nuovo Centrodestra. Lì si che c’erano veri amici: l’ex coordinatore regionale Alfredo Pallone, l’ex segretario provinciale Adriano Roma, il sindaco ed ex assessore provinciale Ernesto Tersigni. Solo per averlo visto al binocolo gli hanno sparato a palle incatenate: a ordinare il fuoco di fila con l’artiglieria pesante è stato proprio Alfredo Pallone. L’attuale coordinatore regionale di Ncd è un tantino permaloso e nella prima salva ha tuonato «Da Forza Italia provinciale è partito l’invito al nostro capogruppo regionale Daniele Sabatini (che non è andato) di partecipare alla Festa a San Giorgio a Liri. Senza avvertire il sottoscritto, che sta sul territorio: uno scivolone di forma che però è anche di sostanza». Una porta in faccia.

Ora a Ciacciarelli spetta una mossa. Stanare Ncd. E dice: “Dovete decidere con chi stare, o con noi o con il Pd”. Che è un concentrato tra la Realpolitik e Pietro Ingrao quando scriveva su L’Unità “Nel momento in cui si fa la Rivoluzione si sta da una parte della barricata” appoggiando l’invasione sovietica dell’Ungheria. Sarà sui giornali in edicola domani mattina.

E lì ci sarà la risposta del responsabile Enti Locali di Ncd Adriano Roma, già consigliere regionale – seppure per un giorno – ai tempi in cui lui e Mario erano amici. Nella sostanza, Adriano dirà: “E chi si fida più a fare accordi con voi? La sera avevate un accordo con Pallone per passare tutti insieme in Ncd ed al mattino vi hanno aspettato inutilmente, alla Provincia avevate fatto un accordo contro di noi ma vi siete imbarcati all’ultimo istante quando avete capito che non avevate i numeri, non è tanto un problema di ‘quadro nazionale’ è che non ci fidiamo più di voi”. Sembra di sentire Alfredo Pallone.

Il rischio è che ora gli ex amici vogliano uno scalpo. Così come lo vogliono i nemici interni Antonello Iannarilli, Silvio Ferraguti, Alessia Savo. Lo scalpo più ambito sarebbe quello di Mario ma è impossibile da avere. Quello di Pasquale è blindato per ora. Lo sarebbe meno se dopo le elezioni i risultati non fossero buoni. Proprio a causa delle alleanze mancate.