In tutta Italia gli agricoltori protestano per le politiche UE e ridotti redditi, bloccando strade. Ma si dividono: "Chi incontra Lollobrigida è un venduto” "Non abbiamo niente da vendere, chiediamo soluzioni”. La Lega si schiera. Da Zaia ad Abbruzzese a Centinaio
L’occasione era troppo ghiotta. Ad avventarsi a mascelle spalancate ci hanno pensato il governatore del Veneto Luca Zaia, il vice presidente del Senato Gianmarco Centinaio, l’ex presidente del Consiglio regionale del Lazio Mario Abbruzzese. Tutti di matrice leghista e tutti con un occhio verso Bruxelles passando per le prossime elezioni Europee. La protesta dei trattori nel Lazio ed in tutto il resto d’Italia rischia di logorare il titolare dell’Agricoltura: che si chiama Francesco Lollobrigida ed è una delle colonne di Fratelli d’Italia e di Giorgia Meloni, Troppo ghiotto per non lanciarsi.
I trattori non si fermano ma sono divisi
È stata una giornata con decine di presidi in tutta Italia. La marcia dei trattori non si arresta lungo tutta la Penisola: anzi si rafforza con blocchi e traffico in tilt. Come accaduto al casello autostradale di Brescia dove poi la protesta è proseguita sotto la sede di Coldiretti. Da lì nessuno ha voluto parlare con i contestatori.
Bloccata la A21, cortei anche a Cuneo e Novara e nell’Alessandrino con trecento manifestanti sulla Torino-Piacenza. Mobilitazione anche in Valle d’Aosta. Nel centro Italia nuovamente messi sotto pressione gli svincoli dell’Autostrada del Sole a Orte, nel Viterbese e il casello Valdichiana nell’Aretino. A L’Aquila proteste fino a venerdì. A Sud cortei di trattori nel Foggiano e nel Brindisino, in Sardegna al porto di Oristano (dopo quello di Cagliari ieri), in Calabria sulla Statale Ionio-Tirreno nella piana di Rosarno.
È una continua e inarrestabile onda di malcontento per i redditi ridotti al minimo, l’Irpef agricola, le imposizioni perpetrate in tutti questi anni dall’Unione Europea, l’impossibilità di dare un futuro alle terre. Un movimento però, che dopo giorni di manifestazioni scopre di avere al suo interno diverse anime. Il caso più evidente del fronte diviso è stato visto a Verona dove oggi c’è stata l’apertura della 116ma Fieragricola.
Chi parla con Lollobrigida non sta con noi
Davanti alla fiera c’erano circa 300 i manifestanti ma con meno di una decina di mezzi. Una delegazione ha incontrato il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida secondo il quale “non ci devono essere agricoltori contro agricoltori” ed al termine parla di un incontro “andato molto bene“. Le battaglie che fa l’Italia in Europa “sono per voi” dice Lollobrigida ai portavoce dei manifestanti, come quella sulla carne coltivata “ci avevano detto che saremmo rimasti soli in Europa e invece 14 nazioni ci hanno seguito“.
Ma chi ha parlato con il ministro “non ci rappresenta“ dice Danilo Calvani che guida il Comitato degli Agricoltori Traditi da cui il 22 gennaio è partita la protesta dei trattori. In un comunicato su Facebook parla di “un manipolo di opportunisti i quali, spacciandosi per rappresentanti dei contadini e della mobilitazione agricola ‘trattano’ con membri del Governo per il loro personale tornaconto. Gli stessi falsi rappresentanti, iscritti ai Partiti che da anni stanno decimando il comparto agroalimentare“.
Immediata la replica da Verona. “Noi non siamo venduti né vendiamo nulla. Abbiamo fatto richieste ben precise che sono quelle che noi vogliamo ottenere per salvare le nostre aziende. Al contrario suo, che non ha più un’azienda e allora forse vorrà entrare in politica“: è corrosivo uno dei componenti della delegazione degli agricoltori che ha incontrato Lollobrigida, Giorgio Bissoli. Riferendo che il ministro “si è reso disponibile a incontrarci anche a Roma”.
Zaia, Abbruzzese, Centinaio
“I contenuti delle proteste degli agricoltori sono condivisibili, l’Europa è un’Europa matrigna, combattuta tra chi non ha l’agricoltura e chi ce l’ha, noi siamo tra chi l’agricoltura ce l’ha. Con 4500 prodotti tipici, abbiamo un’agricoltura fiorente e importante, ma soprattutto ricordo che il made in Italy nel food viene contraffatto a livello internazionale” ha detto il presidente della regione Veneto Luca Zaia a margine di un evento al Parlamento europeo a Bruxelles.
Per Mario Abbruzzese, ex presidente del Consiglio regionale del Lazio “L’urlo degli agricoltori si è levato forte, in tutta Europa, così anche in tutta Italia e sul nostro territorio. Voci che fin troppo spesso restano inascoltate e che, oggi più che mai, con un’economia in crisi e con un settore industriale tutto da ripensare, rappresentano tante storie e tante aziende virtuose. Esempio di eccellenza locale da valorizzare e tutelare“. Per Abbruzzese “I focolai accesi dalla collera degli agricoltori si moltiplicano. I blocchi nelle strade sono ormai decine. E la mobilitazione diventa un assedio non più soltanto in Francia ma all’Europa intera. Un grido unico di protesta per chiedere “un cambio nelle politiche europee“.
Mette nel mirino la Commissione europea l’ex ministro Gian Marco Centinaio, responsabile del dipartimento Agricoltura e Turismo della Lega. Dice che “ha visto i trattori per strada e si è resa conto solo adesso che molte misure introdotte con la Pac rappresentano un danno per l’agricoltura, anziché sostenerla come dovrebbero fare. La nuova deroga alla norma che obbligherebbe gli agricoltori a tenere incolto il 4 per cento dei campi è solo un primo passo. Servirebbe un vero e proprio cambio di rotta rispetto alle politiche disastrose imposte da Von der Leyen e Timmermans in questi anni“.